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 2020  agosto 08 Sabato calendario

Ludwig I oggi sarebbe infilzato

Oggi non la passerebbe liscia un miliardario sessuomane o un sovrano seduttore compulsivo come Juan Carlos, ex re di Spagna costretto all’esilio, se aprisse una galleria per esporre le foto delle sue conquiste femminili, principesse e contadine, per citare il catalogo del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte, bellezze famose o sconosciute, perfino minorenni. Nell’estate con la minaccia latente del Coronavirus e il cattivo tempo, i fiumi sono in piena in Baviera, ci si distrae con il me-too e il politically correct.
A Monaco finisce sotto accusa la Schönheitengalerie, la Galleria delle bellezze, di re Ludwig I (1786-1862), che amava le opere d’arte e le belle donne. Trasformò la sua capitale, una cittadina di provincia, 80 mila abitanti, in una splendida città, costruendo palazzi che imitavano quelli di Firenze o di Parigi. Fin da giovane, da quando compì 18 anni, veniva quasi ogni anno in Italia a comprare statue e quadri, e non prese mai fregature. Fra le proteste di Canova si comprò anche una statua greca, il Fauno Barberini.

Ludwig la vide a Roma nel 1814, ma riuscì a portarla a Monaco solo dopo sei anni di battaglie. Non si rovinò come il nipote Ludwig II, che disseminò il regno di castelli disneyani, costosi e invivibili, ma a causa delle donne, e perse la corona per amore di Lola Montez, avventuriera e ballerina. In realtà, fu un pretesto.

Già nel 1817, da principe ereditario, provoca uno scandalo facendo ritrarre la sua amante, la marchesa Rambaldi. I cattolici bavaresi si ribellano perché l’amica di Ludwig appare nelle vesti di Madonna. Sale al trono nel 1825 e dà sfogo alla sua passione. Il pittore di corte Joseph Stieler comincia a ritrarre le belle donne che fanno battere il cuore al sovrano. Oggi sono 36 le tele, in formato circa 58 per 71. Le modelle non furono tutte amanti del re, e all’epoca, per una nobile o una popolana, finire nella collezione era un titolo d’onore. Alcune sono donne straordinarie che grazie a Ludwig non sono state dimenticate.

Non è neanche un’idea originale. Il primo fu un italiano, come sorprendersi?, il Duca di Mantova, nel XVII secolo, a far collezione di quadri di belle donne, conquistate o desiderate. A Monaco, la moglie di Ludwig, Therese, chiudeva un occhio, anzi suggeriva al marito le amiche e le loro figlie che meritavano di venire aggiunte alla collezione.

Helene Sedlmayr in Baviera è ancora un’eroina popolare. Era figlia di un calzolaio, il re la notò, sembra che rimase solo una platonica ammirazione. Le diede una dote generosa, la diede in moglie a un suo valletto, Helene ebbe dieci figli, e di due il sovrano fu padrino di battesimo. Lady Jane Ellenbourogh, figlia di un ammiraglio inglese, rimasta vedova, sposò Christos, un bandito grecoalbanese, lo lasciò per sposare in Siria, a 46 anni, lo sceicco Medjuel el Mezrab, che ne aveva 26. La sua tomba è a Damasco.

L’amante più fedele fu la marchesa Marianna Florenzi, nata a Ravenna. A 16 anni sposò Ettore, marchese di Rasina, che ne aveva 42. Ludwig la conobbe nel 1821, a Perugia. L’anno dopo nasce un figlio che si chiamerà Lodovico. Ettore finge di non capire, ed è ricompensato con favori e prebende. Ogni volta che viene in Italia, Ludwig si ferma a Perugia per settimane. Marianna traduce libri proibiti dal tedesco in italiano, saggi di Leibnitz e Schelling. Il papa tollera, una donna non va presa sul serio. La marchesa italiana scriverà al re duemila lettere conservate nell’archivio segreto a Monaco.

Marianna ordina a Ludwig di togliere il suo ritratto dalla galleria perché non vuole stare appesa accanto a Lola Montez che, in realtà, non è spagnola, non sa ballare il flamenco, è irlandese e si chiama Elizabeth Gilbert. Ha fatto girare la testa a Liszt e ad Alexandre Dumas, figlio, prima di giungere a Monaco. Ludwig, come Juan Carlos, sarà costretto ad abdicare e fuggire in esilio. Colpa di Lola? Ma è il 1848 e in tutta Europa avvengono moti popolari. Che fare oggi in nome del me-too di Marianna, di Lola, di Lady Jane, di Helene? Chiudere la galleria che attrae migliaia di turisti, disperdere le bellezze in musei di provincia? In realtà la collezione non suscita emozioni erotiche. Le bellezze sembrano farfalle infilzate sulla tela. Si visita al Nymphenburg, dalle 9 alle 18, il biglietto costa 15 euro.