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 2020  agosto 07 Venerdì calendario

La depressione di Michelle Obama

Le confessioni di Michelle Obama svelano dubbi e ansie insospettabili, coltivate in quarantena nella casa di Kalorama, il quartiere più lussuoso di Washington. «Penso di avere una leggera depressione» ha raccontato l’ex first lady alla giornalista Michele Norris, nella seconda puntata del podcast autobiografico distribuito dalla piattaforma Spotify.
È una conversazione interessante perché si sviluppa senza troppe protezioni, lungo un tracciato flessibile e dove si mescola un po’ di tutto. I «rituali» della famiglia, l’appuntamento fisso a metà pomeriggio con le figlie Malia e Sasha per chiacchierare, mentre si cercano gli incastri giusti in un puzzle da duemila pezzi. Le manifestazioni di Black Lives matter e la ceretta casalinga; le discussioni politiche con Barack e la ginnastica alle 6-7 del mattino. «Di solito vado a letto presto, talvolta anche verso le 21. Ma negli ultimi tempi faccio fatica ad addormentarmi, mi sveglio in affanno nel cuore della notte. Sono preoccupata per le proteste razziali, sono preoccupata per la propaganda e l’ipocrisia di questa amministrazione; per la mancanza di leadership di cui avremmo bisogno per affrontare la pandemia».
In realtà, nel corso dei quaranta minuti di dialogo, il pendolo oscilla tra «la piccola depressione» e i «motivi di speranza». Michelle mette a confronto «la paura» che dominava la vita delle precedenti generazioni dei neri d’America, con «la determinazione» dei ragazzi e delle ragazze che sono scesi spontaneamente per le strade, dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia, il 25 maggio scorso a Minneapolis.
Tutto ciò nel mezzo della pandemia: «Capisco la stanchezza, i sacrifici che tutti noi abbiamo dovuto fare. Ma possiamo uscirne solo tutti insieme. Abbiamo capito che il virus non conosce confini, non fa distinzioni tra uno Stato americano e l’altro, né tra i Paesi del mondo. Ci vorrebbe, però, una guida politica in grado di unire, di farci andare nella stessa direzione».
Le parole, i ragionamenti della first lady si fermano sul più bello. Michelle Obama promuove la sua campagna per diffondere il voto per corrispondenza, fieramente avversato da Donald Trump. Ma non ci sono altre proposte politiche. Come dire: faccio la mia parte, non vado oltre. Forse anche per questo Michele Norris non le chiede se sarebbe disposta a fare da vice a Joe Biden. Il candidato democratico alle presidenziali, per altro, segnala il sito Axios, avrebbe ristretto la selezione a due nomi: Susan Rice, ambasciatrice Onu e poi consigliera per la sicurezza nazionale con l’amministrazione Obama; Kamala Harris, senatrice californiana.
Ci si aspetta, però, che Michelle partecipi attivamente allo scorcio decisivo della campagna elettorale. Verrà il momento dello scontro più diretto con la Casa Bianca. Mercoledì 5 agosto Twitter e per la prima volta anche Facebook hanno cancellato un post del presidente sul coronavirus. Trump aveva scritto: «I ragazzi sono quasi immuni».