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 2020  agosto 06 Giovedì calendario

La rivincita delle specie animali

Perché ci dovrebbe interessare il destino degli animali selvatici? Sono importanti le tigri o gli elefanti, per noi che viviamo in Europa? E i coccodrilli? E a cosa serve il panda gigante, per non parlare di zanzare e pipistrelli?
Nessuna specie in natura ce la può fare da sola, questo è il primo comandamento. Dunque non possiamo pensare a un mondo futuro popolato solo di sapiens e specie animali addomesticate: basta pensare agli insetti, senza i quali non ci sarebbero né boschi né agricoltura, o ai pipistrelli, che ne regolano le popolazioni. Però è questo il mondo che stiamo creando, distruggendo habitat e sconvolgendo ecosistemi, cacciando e inquinando. Tanto da arrivare a un ritmo di estinzione delle specie viventi che la Terra ha visto così alto solo in prossimità delle altre cinque grandi estinzioni di massa che hanno marcato la storia della vita sul Pianeta. Una sesta estinzione di massa è alle porte? Coinvolgerà anche i sapiens?
In un quadro così drammatico ci sono però anche buone notizie, a partire dalla reazione del mondo naturale durante Covid19: piante e animali che si sono riappropriati, pure se solo per un paio di mesi, di quanto i sapiens avevano sottratto loro, dimostrando che il problema, per tutti gli altri viventi, non sono i virus. Si scoprono ogni anno nuove specie, ma solo nelle regioni ancora intatte, come nel bacino del Mekong, dove si registrano oltre 100 nuove specie all’anno, come il serpente dalla testa iridescente, il tritone chiamato Star Trek, nuove specie di pesci, piante e nuovi mammiferi. Dalla fine degli Anni 90 sono state incredibilmente scoperte più di 2500 nuove specie, tra cui oltre 20 mila piante e 500 mammiferi.
Tra queste alcune specie che ci appaiono bizzarre, ma che testimoniano la ricchezza della vita e il fatto che non la conosciamo nella sua interezza. Come la clamorosa scoperta di un mammifero in Africa, preceduta dal riconoscimento di ben 700 (!) nuove specie nei mari del Polo Sud appena una decina di anni fa. Sengi, il nome swahili che identifica il toporagno elefante-«gigante», mammifero di soli 700 grammi e di meno di 60 centimetri di lunghezza, è stato rinvenuto in Tanzania. Ed è un fossile vivente, erede di un gruppo di mammiferi antico e raro, le cui origini arrivano a oltre 100 milioni di anni fa.
E ci sono poi spesso le sorprese di specie che, pur in pericolo, migliorano la loro situazione incrementando di numero. Tra questi, una straordinaria cucciolata di quattro piccoli del leopardo delle nevi, in Mongolia, una delle specie più minacciate di estinzione e ridotta a meno di 4 mila individui. Poi ci sono le specie simbolo, come le tigri che, dall’inizio del XX secolo, si sono ridotte del 95%, a causa del bracconaggio e della distruzione degli habitat. Dopo aver raggiunto il minimo di 3200 esemplari, le tigri stanno risalendo a quasi 4 mila. E, per venire a noi, il ritorno della foca monaca nell’arcipelago toscano.
Anche il panda gigante, simbolo del Wwf, sembra godere di migliore salute. Da «Endangered» (minacciato) è diventato «Vulnerable» (suscettibile di essere minacciato), cioè «declassato» da parte dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura che, per conto dell’Onu, gestisce la Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione.
Sulla Terra ci sono 15 milioni di specie di viventi, 10 milioni delle quali sono insetti: sono fondamentali anche per la nostra sopravvivenza. Ma ne conosciamo a malapena un milione e mezzo. La ricchezza della vita è patrimonio anche degli uomini e una biosfera in salute assicura una serie impressionante di servizi essenziali e gratuiti, dalle acque pulite al cibo e ai medicinali. Non dimentichiamolo.