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 2020  agosto 06 Giovedì calendario

La vita segreta dei pinguini imperatore

Il satellite, dallo spazio, segnala la presenza in Antartide di 11 nuove colonie di pinguino imperatore, mai conosciute prima d’ora: sono le tracce rossastre di guano, che gli animali lasciano sul ghiaccio, a rivelarne la presenza.
Le immagini ad alta risoluzione non lasciano dubbi: le «nuove» colonie incrementano il numero degli insediamenti di questi uccelli in pericolo - i pinguini imperatore sono i soli a riprodursi su quel mare di ghiaccio piuttosto che sulla terra - del 20%.
Due colonie hanno particolarmente sorpreso: sono state trovate lontano dalla costa, vivono in un’area mai notata prima d’ora dagli studiosi. Pare abbiano poche centinaia di pinguini ciascuna, meno della media; la scoperta fa salire dunque il totale della popolazione di pinguini imperatore del 5-10%, il che significa che raggiungono poco più del mezzo milione di esemplari.
Tutte le colonie sono in zone a rischio: i ricercatori dicono che quei pinguini saranno come i canarini che venivano usati nelle miniere di carbone per capire se l’aria stava diventando avvelenata e satura di gas: saranno loro a segnalare l’avanzare (o il diminuire, speriamo) del riscaldamento globale. I ricercatori guarderanno a loro, ha detto Peter Cerulo, membro del British Antarctic Survey (Bas) che ha guidato e condotto la ricerca.
I pinguini imperatore sono in declino, purtroppo: è di un anno fa la notizia di una strage di pulcini nella seconda colonia più grande del mondo, nel mare di Weddell, altra area dell’Oceano Antartico. Non sapendo ancora nuotare, erano affogati a migliaia dopo lo scioglimento anticipato dello strato di ghiaccio su cui vivevano.
Che il riscaldamento globale sottragga agli uccelli simbolo del Polo Sud i terreni di nidificazione non è una novità: il continente pare un’arca che affonda e le colonie di imperatore si sono dimezzate in 50 anni. I pinguini papua sono al 35% rispetto agli Anni 70 e anche i pinguini imperatore, i più grandi e i più belli, sono in difficoltà.
Nel celebre film-documentario di Luc Jacquet li abbiamo visti marciare per centinaia di chilometri verso Sud, fino alla punta della costa antartica, e deporre le uova per obbedire alla primordiale legge della sopravvivenza. Ora il riscaldamento globale minaccia l’epopea dei pinguini: si sciolgono i ghiacci, diminuisce la banchisa ma scompare il krill, i banchi di crostacei che costituiscono per loro e per tante altre specie un indispensabile nutrimento.
I pinguini, simboli dell’Antartide, sono costretti a un adattamento forzato: il cambiamento climatico avanza. Un decennio fa erano note solo 30 colonie, in quanto si trovano di solito in luoghi remoti e inaccessibili, dove le temperature possono scendere fino a -50 ° C in inverno. Poi iniziarono ad essere utilizzate le immagini satellitari Landsat, che hanno una risoluzione di 30 metri, sufficiente per individuare le colonie più grandi.
Il satellite Sentinel-2 dell’Agenzia spaziale europea è stato lanciato nel giugno 2015 ed ha una risoluzione di 10 metri, il che ha consentito la ricerca delle colonie di pinguini più piccoli, come riportato dagli scienziati Bas sulla rivista «Remote Sensing in Ecology and Conservation». Ci si aspettava che i pinguini imperatore fossero presenti a intervalli abbastanza regolari intorno alla costa dell’Antartide e, quindi, la ricerca ha puntato sulle aree in cui non se ne conoscevano: in ogni area in cui si pensava potesse esserci una colonia ne è stata trovata una. Tre delle 11 colonie erano state immaginate in seguito agli avvistamenti di pinguini da parte di navi o aerei negli Anni 60 e 80 e le immagini di Sentinel-2 hanno confermato la loro presenza.
Ora sono 61 le colonie di pinguino imperatore conosciute in Antartide. Potrebbero esserci ancora una o due colonie molto piccole, ma pare che le lacune siano state colmate. Il prossimo passo sarà dirigere i satelliti con telecamere ad altissima risoluzione, anche di 30 centimetri, sulle colonie. Ma in questa stagione è buio in Antartide e non si può procedere. Il Sole sorgerà alla fine di questo mese o il mese prossimo, poi si inizierà a contare.
Quel che è probabile è che il 90% delle colonie conosciute andranno perse entro la fine del secolo se non verranno ridotte le emissioni di gas serra. Anche nel migliore dei casi, limitando l’aumento della temperatura globale a 1,5° C, si prevede che la popolazione di pinguini imperatore diminuirà del 30%.