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 2020  agosto 06 Giovedì calendario

Politiche sulla salute, un po’ di numeri

Dopo la pandemia da Covid-19, le politiche della Salute sono balzate in testa alle priorità dei cittadini. I governi dovranno farsene seriamente carico: per come affronteranno il problema raccoglieranno o perderanno consensi. In Italia, il dibattito è per lo più sui 36 miliardi del Mes riservati alla Sanità: prenderli o meno. I limiti, le storture e le arretratezze del Paese richiederebbero anche idee di intervento. Un recentissimo studio condotto dalla società di consulenza Boston Consulting Group (Bcg) segnala punti deboli e avanza soluzioni. In Italia, la spesa pro capite per la Sanità è di circa tremila euro, contro i 4.400 della Francia e i 5.300 della Germania. Il 75% della spesa del settore viene da fondi statali, il 53% dei quali va alle strutture pubbliche. I tempi medi di attesa per una colonscopia sono però di dieci giorni nel privato e di 96 giorni nel pubblico. Esiste poi una variabilità regionale enorme nell’utilizzo della tecnica chirurgica nei maggiori ospedali: un gap fino a tre volte che costringe i cittadini delle regioni meno dotate a spostarsi con costi attorno ai cinque miliardi. La pandemia ha messo sotto ulteriore stress il sistema: per esempio, ogni mese sono state rimandate prestazioni mediche per 4-6 miliardi. Il Bcg individua parecchie altre debolezze del sistema. Tra queste, le dimensioni relative delle aziende farmaceutiche: le prime tre italiane fatturano sette miliardi contro i 39 delle prime tre tedesche e i 43 delle top tre francesi. E per Ricerca e Sviluppo da noi si investe il 5% del fatturato del settore farmaceutico contro il 12% in Germania e il 9% in Francia. Il Boston Consulting Group propone una serie di interventi: la digitalizzazione come fattore di trasformazione, lo spostamento sul territorio e fuori dagli ospedali di molte prestazioni, la riduzione delle variabilità regionali attraverso incentivi, il favorire il ruolo delle assicurazioni sanitarie private a supporto del sistema pubblico. Il tutto accompagnato da una cabina di regia tra Stato, aziende e università per sostenere l’innovazione. Interventi seri sul sistema sanitario possono, nel prossimo decennio, ridurre i decessi di 25 mila unità l’anno, creare 45 mila posti di lavoro, accrescere di 15 miliardi il fatturato delle imprese farmaceutiche, aumentare del 10-15% il numero dei brevetti italiani. Non basta spendere di più, occorre trasformare.