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 2020  agosto 05 Mercoledì calendario

Wirecard usata anche dalla mafia

Wirecard – la società tedesca di pagamenti online che ha presentato istanza di fallimento lo scorso giugno – avrebbe elaborato i pagamenti per conto della CenturionBet Ltd, finita nell’occhio del ciclone nel maggio 2017, a seguito di un’indagine antimafia della Procura di Catanzaro.
I soldi delle scommesse della società maltese sarebbero passati attraverso Wirecard almeno fino al 2017. In quel periodo CenturionBet non era stata ancora coinvolta nelle indagini della magistratura italiana e solo dopo è emerso che la società, secondo le indagini della Dda di Catanzaro, sarebbe stata utilizzata per riciclare milioni di euro di profitti criminali della ‘ndrangheta.
Un modello da rivedere
I ricavi di CenturionBet rappresentavano solo una minima parte delle operazioni globali di Wirecard, ma la scoperta nelle scorse ore del Financial Times solleva nuovi interrogativi sul modello di business dell’azienda tedesca, fino a pochi mesi fa osannata come esempio del fintech europeo. In quanto istituto di pagamento regolamentato, Wirecard era tenuta ad attenersi alle rigide norme antiriciclaggio e a presentare rapporti sulle transazioni sospette alle autorità competenti. Ma questo su CenturionBet non sarebbe stato fatto.
Da essere una delle più grandi società tedesche quotate in Borsa, con un valore di oltre 24 miliardi di euro, anche Wirecard è finita nella bufera dopo aver ammesso nel giugno di quest’anno che gran parte delle sue operazioni erano fittizie. Il suo ex amministratore delegato, Markus Braun, è stato arrestato in Germania con l’accusa di frode, mentre il suo ex direttore finanziario, Jan Marsalek è scomparso.
Wirecard e CenturionBet
CenturionBet Ltd, che ricorreva ai servizi di Wirecard, è nell’elenco delle società cancellate da Mga, l’Authority maltese sui giochi. Costituita il 21 agosto 2008, la sua licenza (cl2/527/2008) è stata sospesa il 6 giugno 2017 e la cancellazione è arrivata a tambur battente: poco più di un mese dopo, il 17 luglio 2017.
Dal 2013 al 6 luglio 2020 l’Authority maltese sui giochi (Mga) ha adottato 108 provvedimenti contro società registrate per svolgere attività di gioco, a partire da quello online. Di questi, ben 60 provvedimenti sono stati di cancellazione dal registro, mentre i restanti riguardano sospensioni che potrebbero seguire la stessa sorte.
Perché Malta
Molti operatori del gioco online con quote rilevanti di mercato in Gran Bretagna – patria delle scommesse – ma anche in altri Paesi europei, decidono di stabilire la loro sede a Malta. Sono attratti da una regolamentazione favorevole e, nonostante gli indubbi passi in avanti fatti, con maglie comunque larghe.
Secondo alcune stime, un’azienda europea di gioco online su tre si sarebbe spostata nell’isola. Su base mondiale, invece, si stima che circa il 10% delle imprese che si occupano di gioco online abbia sede a Malta. Secondo il rapporto 2019 diffuso da Mga l’industria complessiva del gioco contribuisce con 1,56 miliardi di euro pari a circa il 13% del Pil maltese.
L’indagine italiana
L’operazione Jonny della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, il 15 maggio 2017 portò al fermo di 68 persone. Le indagini ruotavano attorno al centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, che secondo gli inquirenti sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. Oltre a questo “nuovo” business, gli uomini del clan, tra i vari interessi, erano attivi anche nel settore delle scommesse attraverso la società Kroton Games 2000 (costituita il 23 maggio 2000 a Crotone), titolare di 4 Ced (centri elaborazione e trasmissione dati) affiliati alla CenturionBet Ltd. Vennero sequestrati beni per 1,2 milioni di euro.
I primi verdetti
Il 19 giugno 2019 sono arrivati i primi verdetti. Francesco Martiradonna è stato condannato in abbreviato a 11 anni e 4 mesi per aver collaborato con la cosca Arena, mettendo a disposizione la propria piattaforma informatica e i totem per la raccolta delle scommesse. Secondo la Dda di Catanzaro Martiradonna è risultato essere l’effettivo titolare di fatto di CenturionBet Ltd.
Martiradonna – oltre a autorizzare la concessione di ingenti crediti agli operatori gestiti da Kroton Games 2000 per incentivare e promuovere l’attività, a gestire personalmente tutte le transazioni in contanti dirette a definire le pendenze economiche, derivanti dalla raccolta del gioco, con gli emissari della cosca che si alternavano nelle consegne di denaro contante e ad interagire con altri titolari di reti locali per la definizione di strategie commerciali in qualità di dominus della CenturionBet Ltd – esercitava un analogo potere decisionale anche all’estero dove CenturionBet Ltd disponeva di reti di raccolta del gioco. Secondo l’accusa le reti estere erano gestite, di fatto, da Martiradonna che pur avvalendosi di collaboratori a Malta, deteneva nelle proprie mani il potere decisionale, riservandosi, sempre, l’ultima parola sulle decisioni di maggiore rilievo strategico.
Altre 65 condanne
Lo stesso giorno, il 19 giugno 2019, dal Giudice delle indagini preliminari (Gip) di Catanzaro, arrivarono altre 65 condanne. Gli imputati condannati, che hanno goduto dello sconto di un terzo della pena per effetto del rito abbreviato, erano accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti reati aggravati dalla modalità mafiose e dalla finalità di avvantaggiare l’organizzazione criminale.