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 2020  agosto 05 Mercoledì calendario

L’astronave sotto il mare

Ci sono gli astronauti che vanno nelle stazioni spaziali in orbita e ci sono gli acquanauti che vanno nelle stazioni spaziali in mare. Proprio come farà Fabien Cousteau, 52 anni, primo nipote del celebre esploratore oceanico francese Jacques-Yves Cousteau, che negli Anni 60 fece appassionare il mondo con le sue imprese, inclusa la realizzazione dei primi habitat subacquei. Un’eredità raccolta dall’intera famiglia e che ora Fabien affida all’ambizioso progetto Proteus. Si tratta della stazione di ricerca scientifica più avanzata al mondo, concepita dall’associazione no profit Fabien Cousteau Ocean Learninc Center come la versione sottomarina della Stazione Spaziale Internazionale. Proteus dovrà affrontare alcune delle questioni più importanti per l’umanità: dal cambiamento climatico all’energia green, dalla sostenibilità alla scoperta di vaccini e nuovi farmaci per curare malattie come il cancro. Sarà infatti una piattaforma in grado di garantire la collaborazione tra ricercatori, università, agenzie governative e aziende leader a livello mondiale.
Come l’omonimo dio greco, che aveva la capacità di cambiare forma, Proteus sarà modulare, misurerà 380 mq e ospiterà laboratori all’avanguardia, area video, zona giorno e notte e pure una serra per coltivare prodotti freschi. All’interno ci potranno abitare fino a 12 acquanauti per oltre un mese. Numerosi i partner e gli investitori che contribuiranno a raggiungere i 135 milioni di dollari necessari alla sua realizzazione. Serviranno tre anni per il completamento dell’habitat, situato a 18 metri di profondità al largo di Curaçao, nel Mar dei Caraibi. Il concept di Proteus è stato studiato da Yves Béhar e dal suo Fuseproject, società di design industriale.
Habitat subacqueo
Sarà la stazione
più grande al mondo, capace di ospitare fino a dodici acquanauti
«Dovremmo chiamare il nostro pianeta Oceano. Senza acqua, la Terra sarebbe solo uno dei miliardi di rocce senza vita che fluttuano all’infinito nella vastità del vuoto nero. Non solo l’oceano ha creato la vita ma la sostiene, fornendo la principale fonte di ossigeno, acqua dolce e nutrimento», ha sottolineato Fabien Cousteau, che ha iniziato a immergersi in acqua con il nonno quando aveva appena quattro anni. Diventato anche lui esploratore e ambientalista, ricorda che l’Oceano rappresenta oltre il 99% dello spazio vitale del nostro mondo ma ne è stato esplorato solo il 5%, «quanto verrà scoperto sott’acqua cambierà per sempre il modo in cui generazioni di umani vivranno sopra la superficie».
Come fece il nonno con gli habitat Conshelf I e Conshelf III, Fabien annuncia che «il Proteus dovrebbe avere in futuro anche una struttura nel Mediterraneo, come parte di un piano che ne prevede altre sette in tutto il mondo». Sempre rispettando la tradizione familiare di registi di film spettacolari sugli oceani – il padre Jean-Michel è un produttore – Fabien ha previsto all’interno di Proteus un impianto di realizzazione video futuristico per immagini mai viste dei fondali marini. E chissà che non ripeta l’impresa del nonno che nel 1964, con il documentario “Il mondo senza sole”, vinse l’Oscar.