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 2020  agosto 04 Martedì calendario

Siamo riusciti a perdere anche l’isola che non c’è

Per generazioni di bambini che andavano al mare tra Pietra Ligure e Diano, la Gallinara è stata l’isola che non c’è. Che ci fosse, a dire il vero, si vedeva benissimo. Però il papà o il nonno subito aggiungevano con aria severa che proprio non ci si poteva arrivare.
Ma perché no? Perché apparteneva a signori molti ricchi. Qualcuno diceva che fossero di Milano, o di Torino. Uno era di Busto Arsizio, un altro di Alba. In ogni caso era gente che non voleva essere disturbata. Poi, crescendo, qualcuno di quei bambini all’isola è riuscito ad avvicinarsi, scoprendo che non era proprio custodita militarmente. Certo, non ci si poteva sbarcare, ma bastava noleggiare un gommone per poterla vedere e fare un bagno in acque abbastanza promiscue: del resto la Gallinara è a poche miglia dalle spiagge di Loano, Albenga, Alassio, Laigueglia, Andora; uno dei tratti di costa più affollati al mondo.
Ora l’isola è stata venduta. Il nuovo proprietario, scrive Mario Gerevini sul Corriere, è un personaggio misterioso: Olexandr Boguslayev, probabilmente figlio di Vyacheslav Boguslayev, produttore di motori per missili, fornitore dell’aviazione russa. Ora l’azienda di famiglia è contesa dai cinesi. In compenso l’erede si toglie lo sfizio di un’isola in Italia. Olexandr è di origine ucraina, ma ha la cittadinanza di Grenada e la residenza a Montecarlo. Insomma, a naso non è uno di noi fessi che paghiamo al fisco la metà (qualcuno pure di più) di quel che incassiamo.
La questione rende lecita qualche domanda. La Costituzione italiana riconosce e garantisce la proprietà privata; ma la legge ne «determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti». Questo non significa che tutti possono sbarcare alla Gallinara; ma che l’Italia non è una Repubblica delle banane in vendita al miglior offerente. Siamo un Paese capitalista, e per fortuna. Ma qualche perplessità non è peregrina. Ad esempio: quante imposte verserà il magnate ucraino-grenadino-monegasco allo Stato italiano? Certo, in tutto il pianeta esistono isole private. Ma di solito sono atolli difficili da raggiungere. La Gallinara è forse l’isola più raggiungibile, da più persone, che si possa immaginare. Il nuovo proprietario ci tollererà? O ci farà bucare il gommone?
È curioso che la notizia della vendita venga fuori proprio all’inizio del più strano agosto della nostra vita. Siamo usciti da una vicenda che nessuno si attendeva. L’economia è ferma. Tentiamo di recuperare le vecchie abitudini, ma viaggiare non è facile. La vacanza è però anche un’occasione per riprenderci il nostro Paese, per riscoprire posti dove non andavamo da tempo. Giovani abituati a Formentera o a Mykonos magari ritroveranno la costa ligure, la casa di famiglia, il bilocale del nonno.
La Gallinara non è solo un pezzo d’Italia; è un pezzo dell’identità italiana. Nell’archivio del Corriere è custodito uno dei reportage più prodigiosi di tutti i tempi: è quello di Dino Buzzati, che il 16 luglio 1947 raccontò lo strazio dei parenti dei 44 bambini annegati sulla motobarca Annamaria, affondata mentre li portava in gita alla Gallinara.
Ma quest’isola deve proprio finire nelle mani del magnate?