Corriere della Sera, 4 agosto 2020
Sul set di Blues Brothers cocaina come caffè
«All’epoca la cocaina era normale. Per chi lavorava di notte sul set era come il caffè. A me non è mai piaciuta, ma non stavo a sindacare i comportamenti degli altri. Abbiamo fatto impazzire John Landis». Non è un mistero, i Blues Brothers sono un geniale film di culto in cui la musica era asse portante, ma anche la cocaina non ha scherzato come asse di supporto. Lo ha confermato Dan Aykroyd che al Guardian ha raccontato molti retroscena del film uscito ormai 40 anni fa: «A volte Landis non sapeva se ci saremmo presentati sul set dopo le feste – ha rivelato l’attore —, ma Belushi era un professionista e non c’era modo che non sarebbe arrivato». Qui forse Aykroyd edulcora la verità perché è noto che il film rischiò di saltare a causa dei problemi di Belushi con la cocaina che provocarono numerosi ritardi alla produzione.
Dan Aykroyd ha raccontato come nacque il loro look, che è stato un modello prima per Le Iene di Tarantino e poi per Le Iene di Parenti (il programma di Italia 1): «Siamo stati ispirati dal disco House of the Blues di John Lee Hooker. Chi non vorrebbe apparire così figo? Indossammo giacca e cravatta e finimmo per sembrare agenti dell’Fbi».
Tanto genio, altrettanta sregolatezza. John Belushi sarebbe morto a soli 33 anni per un’overdose di eroina. I set con lui erano sempre psichedelici. Una notte lo avevano perso, lui si addentrò in un quartiere buio, tranne per una casa: «Busso alla porta e dico: “Stiamo girando un film e manca uno dei nostri attori”. Il ragazzo mi risponde: “Oh, Belushi? È arrivato un’ora fa, ha fatto irruzione nel mio frigo e si è schiantato sul divano».