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 2020  agosto 02 Domenica calendario

Guy de Maupassant raccomandato a Flaubert

Il 5 agosto del 1850 Guy de Maupassant nasceva nel castello di Miromesnil, nel comune di Tourville-sur-Arques presso Dieppe.
Oltre a diversi romanzi, tra cui i celebri Bel Ami Pierre et Jean, ha scritto più di trecento racconti, saggi, resoconti di viaggio e liriche. È proprio come poeta che inizia la sua attività letteraria; di lui si comincia a parlare nel 1876, quando il lungo componimento in versi Au bord de l’eau (vedi «Domenica» del Sole 24 Ore del 29 dicembre 2013, ndr) esce, sotto lo pseudonimo di Guy de Valmont, sulla «République des Lettres». Confessa l’autore: «casto nei termini, è quanto di più immorale e impudico si possa fare per le immagini e il soggetto». Finisce infatti in tribunale con l’accusa di «oltraggio ai costumi e alla morale pubblica».
Temendo che un procedimento penale potesse minacciare il suo posto presso il ministero della Pubblica istruzione, l’autore chiese l’autorevole intervento di Flaubert, il quale stese per il «caro discepolo» una lettera piena di «tenerezze», in cui si sottolinea che «la moralità nell’Arte non è che il Bello». L’operazione ottenne l’effetto sperato e il tutto si concluse con un’istanza di non luogo a procedere; Maupassant, come un tempo Flaubert, ricavò da questo grottesco episodio giudiziario un’improvvisa notorietà. Pochi mesi dopo, l’otto maggio 1880 Flaubert si spegneva a Croisset. Dalla sua morte Maupassant abbandonò la lirica e si dedicò all’attività di narratore e romanziere, che fu intensa e molto prolifica. Si è scelto di ricordarlo oggi per i centosettant’anni della sua nascita con due lettere inedite in lingua italiana scritte dalla madre Laure a Flaubert, e con la risposta di quest’ultimo alla lettera del 1873.
Amica d’infanzia di Flaubert, Laure era la sorella di Alfred Le Poittevin, «l’uomo che ho amato di più in tutta la mia vita», scrive il padre di Madame Bovary. Morto prematuramente nel 1848, Alfred ebbe su Flaubert un’influenza determinante, ed egli continuò a rimpiangerlo fino alla fine della sua esistenza. Senza dubbio una delle cause dell’immediata simpatia e del tenero affetto che egli nutrì per Guy de Maupassant risiede anche nel ricordo di Alfred, a cui pare che Guy assomigliasse molto sia fisicamente che moralmente, come evidenziato anche nelle lettere qui presentate. Interessanti, nelle parole della madre, i riferimenti a un «indebolimento nervoso» di cui Guy soffrì fin dalla più tenera età e che si acuirà con gli anni, in particolare dopo aver contratto la sifilide che lo porterà alla morte nel 1893, a soli quarantatré anni, nonché l’intuizione, di cui Laure chiede conferma all’amico scrittore, di una precoce inclinazione del figlio alla letteratura. Flaubert non si limiterà ad incoraggiare tale vocazione ma la guiderà e sosterrà, soprattutto dopo aver letto il racconto Boule de suif, «un capolavoro che resterà». Aveva capito quasi subito che «l’oroscopo poetico» del giovane recava in sé il marchio del genio. Un genio che è stato senza dubbio influenzato dal maestro, ma che resta assolutamente originale perché seppe trovare, come scrisse profeticamente Flaubert alla madre, «una maniera individuale di vedere e di sentire». Sarebbe forse più giusto non qualificare Guy de Maupassant prima di tutto come «il discepolo di Flaubert» o il suo «erede spirituale» ma come un grande scrittore, uno dei padri del romanzo moderno, l’autore di testi che resteranno per sempre. Come quelli del maestro.