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 2020  agosto 01 Sabato calendario

Periscopio

Noi ogni mese raccogliamo 40 mila euro con piccole donazioni. Carlo Calenda (Claudio Bozza). Corsera.
La Bmw cobalto dai finestrini oscurati avanza lenta nel rosario dei semafori di via Tuscolana. Periferia Sud di Roma. Palazzoni alti e grigi. Marciapiedi trasformati in un grande mercato orientale. Gabbiani di dimensioni preistoriche a banchetto nei cassonetti colmi di immondizia. La Roma deturpata dalla sindaca Raggi, che ha completato l’opera di Alemanno e Marino. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Dopo il crac di Lehman Brothers, i mercati in qualche modo hanno continuato a funzionare. Stavolta invece si è fermato tutto. Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica. La Stampa.

La crociata contro il passato è parte essenziale di questa nuova ideologia tendenzialmente totalitaria che, muovendo da sacrosante rivendicazioni, finisce per restringere costantemente i confini di ciò che si può dire senza minaccia di rappresaglia. Antonio Scurati, scrittore. Corsera.

Di recente Di Pietro ha detto che non puntava contro Craxi, ma sull’ambiente malavitoso che girava attorno ad Andreotti. Le balle di Di Pietro non si contano più. Giovanni Falcone, eroe dell’antimafia, fu direttore degli Affari penali nel governo Andreotti e un giorno, come ho testimoniato al processo di Palermo, mentre ero in attesa nell’ufficio di Andreotti, ne vidi uscire Falcone e Salvo Lima insieme. Se tanto mi dà tanto, allora anche Falcone sarebbe stato amico degli amici. Paolo Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan). la Verità.

All’inizio, ci sono cascato anch’io in Matteo Renzi vedendolo sbaraccare il fortilizio comunista. Ma l’estinzione di quel Jurassic Park era nelle cose, più che dovuta alla bravura di Renzi. Non poteva sopravvivere. Claudio Martelli, ex delfino di Craxi (Giancarlo Perna). la Verità.

I progressi delle scienze della vita rendono possibile un gran numero di cose che prima non lo erano, ma non tutto ciò che è possibile fare è anche lecito fare. Questo è il punto di vista etico. E si tratta di affrontare questioni che non riguardano soltanto l’etica medica. Il discorso si allarga al rispetto degli animali e dell’ambiente. Evandro Agazzi, filosofo (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Tu dirai, ma come, un uomo come te, fortunato nel lavoro e nella vita, un uomo come te è stanco? Io ti rispondo, non sono stanco, ma semplicemente non mi diverto più. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.

Quello che cercava, era un bar piccolo e stretto come una cabina telefonica, un posto in cui dimenticare il suo stomaco e buttare giù un bicchiere di whisky dopo l’altro. John Horne Burns, La Galleria – Un americano a Napoli. Baldini &Castoldi, 1997.

C’è un confine nella coscienza, oltre il quale il tedesco non spinge il pensiero. Opinioni politiche si è abituato da decenni a non possederne, e non ne vuole, tolte, ovviamente, minoranze irrilevanti. Va a votare e poi basta. La sua testa politica è vuota, la sua anima collettiva è narcotizzata. Avrà progetti sul suo futuro personale, ma su quello generale e nazionale, non ne ha. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia, 1989.

Un tempo c’era ancora differenza tra un «turista» e un «viaggiatore», mentre oggi il primo termine ha fagocitato il secondo. All’epoca di Chatwin, invece, esistevano ancora paesi e popoli lontani, remoti, dove si incontravano culture che non avessero nulla di familiare con la nostra: niente Internet, niente smartphone, niente aerei low cost, niente McDonald’s o Apple dietro ogni maledetto angolo. Maurizio Pilotti. Libertà.

Roth in privato era affettuoso e premuroso. Ma ricordo anche l’irritazione per Londra, che lo aveva stregato e, col tempo, deluso. Credo detestasse quel fair play sotto il quale si nasconde la peggiore spazzatura. Ricordo anche il disappunto con cui accolse la notizia che mia figlia Allegra avrebbe sposato Boris Johnson, l’attuale premier inglese. Philip detestava Boris, lo definiva «un ridicolo insettone albino» per giunta antisemita. Gaia Servadio (Antonio Gnoli). la Repubblica.

A Hollywood il mio più grande amico era Rock Hudson. Allora c’era l’odio contro i gay, io fingevo d’essere la sua fidanzata: prese l’Aids da un inglese, mi chiamò, mi volle vicino prima di morire. Marlon Brando mi corteggiava, una sera bussò alla mia porta: «Io sono ariete come te, facciamo l’amore?». Lo buttai fuori. Poi mi dissi che ero stata veramente scema: ma perché l’avevo cacciato? Rita Hayworth mi fece piangere: venne nella mia roulotte, mi guardò, disse che anche lei da giovane era stata bella. Non accettava d’invecchiare (io no, io ho imparato a tenermi tutte le rughe!). John Wayne invece aveva una mano doppia, una stretta pazzesca. Claudia Cardinale (Francesco Battistini). Corsera.

Il «mi piace» o il «non mi piace» non è un principio etico e neppure estetico. È un capriccio, è un atteggiamento momentaneo. Quand’ero ragazzo non mi piaceva Raffaello, ma ero io lo stupido, non Raffaello. Se ci sono autori che non sono nelle mie vene, non solo li rispetto, ma li insegno. Brahms non è nelle mie corde, mentre Mozart sì, ma non per questo insegno solo Mozart. Il piace e non piace sono forme di pura intolleranza, e l’intolleranza non ha a che fare con l’arte. L’arte nasce dal convivio, dal dialogo. Salvatore Sciarrino, compositore siciliano (Piera Anna Franini). il Giornale.

L’elicottero con la coppia Ceausescu partito da Bucarest senza una destinazione precisa, si sposta in varie località, poi i piloti abbandonano il Conducator senza scorta in un campo di orzo. Un medico, un certo Degan, si offre di accompagnare i due fuggitivi sino alla caserma di Targoviste, da dove scompare portandosi anche il tesoro dei Ceausescu: un pesante pacco con lingotti o una forma di oro massiccia. Questo strano medico, racconta Cartianu, fugge il giorno dopo, con tutta la famiglia, per New York: nessuno avrà più sue notizie. Aldo Forbice. la Verità.