Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  luglio 31 Venerdì calendario

Su Robinson il torneo per il miglior libro italiano del 2019

Domani, sulle pagine di Robinson, prende il via un esperimento – ehm – mondiale, nel senso che non abbiamo notizia di test analoghi tentati in altri luoghi del pianeta. Si tratta di proclamare il più bel libro di narrativa italiana del 2019, e fin qui non vi sarebbe nulla di eccezionale, però non selezionando in anticipo un gruppetto di testi scritti da autori di chiara fama o almeno di belle speranze, bensì mettendo a confronto tutta la produzione dell’anno scorso, o per lo meno tutta la produzione che siamo riusciti a identificare tra le centinaia di case editrici nostrane, la confusione creata negli archivi dalla pandemia e l’allegria generale con cui gli italiani (noi per primi) tengono in disordine le loro cose.
Per farla breve: si tratta di 848 titoli, pubblicati da editori grandi e piccoli (nessuna quota, qui), opere in gran parte di autori sconosciuti o quasi sconosciuti, messi in pista anche con la curiosità di verificare se sapranno o no mettere in qualche difficoltà le cosiddette teste di serie, o autori e autrici più titolati che dir si voglia, tirati dentro anche loro, ovviamente, nella competizione.
È giusto chiamare questa cosa “torneo”? Sì, certo, è un torneo, a cui abbiamo dato il titolo di “Romanzo popolare 2019”. Però è soprattutto un’indagine o, giornalisticamente parlando, una vera e propria inchiesta sulla narrativa italiana contemporanea. Noi e gli altri quotidiani ci occupiamo di massima di scrittori che vanno già per la maggiore per conto loro, o perché premiati – a torto o a ragione – dal mercato, o perché esaltati – anche qui: a torto o a ragione – dalla critica. Ma siamo certi che nella vasta massa dei “pubblicati-ignorati” non si nasconda un qualche merito, una qualche perla? Beh, impossibile saperlo se non si mettono a confronto tutti, obbedendo sostanzialmente a una sola regola: quella per cui ogni libro sia giudicato solo dopo essere stato veramente letto.
E qui c’è il problema: come si fa a costringere un insieme umano a leggere 848 libri, una buona parte dei quali – lo sappiamo dolorosamente in anticipo – non proprio all’altezza? Abbiamo seguito il metodo che già adottiamo nei nostri piccoli tornei del sabato, quando mettiamo a confronto solo quattro titoli, in qualche modo imparentati tra loro: facendo leggere, dopo aver frazionato quell’insieme troppo vasto di 848 romanzi o simil-romanzi, due soli testi a ciascun giurato e chiedendo poi, al giurato, di scegliere tra l’uno o l’altro e di motivare la sua scelta con una piccola recensione. A parte il fatto che i giudici, nelle nostre gare su Robinson, sono dei volontari (prima garanzia), c’è poi, appunto, la recensione, prova provata che i due libri sono stati davvero letti. Stavolta, inoltre, abbiamo introdotto una garanzia ulteriore: ciascuno dei tornei preliminari con cui si selezioneranno gli aspiranti alla vittoria finale e ciascuna delle sfide successive a eliminazione diretta – sedicesimi, ottavi, quarti e così via, alla maniera dei tabelloni di tennis – saranno affidati a un circolo di lettori, governati da un coordinatore che garantirà, a sua volta, lettura dei testi, genuinità del voto e tutto il resto.
Qui è necessario dir qualcosa su questa realtà italiana, entusiasmante e poco conosciuta o comunque poco raccontata. Esistono in Italia centinaia e centinaia di circoli di lettura, piccole associazioni – in genere una decina di soci, qualche volta una venti- trentina, raramente più di cinquanta, in gran parte formati da donne – che si danno l’incarico di leggere un testo e poi si incontrano per discuterne. Quello che è davvero notevole è che queste iniziative di base fioriscono non solo nelle grandi città, ma soprattutto nei piccoli centri: dei cento e più circoli che abbiamo mobilitato per eleggere il Romanzo Popolare 2019, ci sono – oltre a quelli di Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Bari – anche una quantità impressionante di gruppi che operano in centri piccoli e piccolissimi, Roncave, Seregno, Fagnano Olona, Rapallo, Bassano del Grappa, Civitanova Marche, Ossi, Monopoli, eccetera eccetera. Il circolo di lettura di Rapallo, governato dalla signora Maria Bianca Barberis, non solo legge un libro al mese e dopo lo discute, ma si impone anche di cucinare, tutte le volte, i piatti nominati nel libro prescelto.
Possiamo dire che il Romanzo popolare 2019 sarà eletto a suffragio universale, dal popolo dei lettori forti che si ritrovano a discutere di letteratura nei circoli di tutt’Italia, da Aosta a Caltanissetta e perfino ad Amman? Sì, certo, possiamo dirlo: abbiamo mobilitato nella lettura e nella consapevole scelta successiva più di tremila uomini e, soprattutto, donne.
Da domani cominceremo a capire quello che pensa davvero questo popolo di lettori fortissimi. Vinca il migliore, una volta tanto.