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 2020  luglio 30 Giovedì calendario

Mauro, l’eremita di Budelli

L’’eremita dell’isola di Budelli stavolta dovrà davvero andar via. Non è il solito tormentone di mezza estate – Mauro Morandi, modenese, 80 anni, da 31 unico abitante, lo cacciano o può rimanere? —, l’ente Parco della Maddalena deve smantellare la casa che si affaccia sulla Spiaggia Rosa, sanare gli abusi e farci un piccolo centro di tutela ambientale. «Non è uno sfratto – conferma il presidente Fabrizio Fonnesu – e non sarà prestissimo. Ma quando cominceranno i lavori Morandi non potrà più stare lì».
Se non fosse per un filo di maestrale che tempera il sole nell’afa di fine luglio, a Budelli sarebbe un pomeriggio invivibile. Ma qualcuno spunta sempre dalle macchie di lentischio e Morandi vigila:«Mi raccomando, state lontani dalla spiaggia». Ma c’è chi fa il furbo e non lo ascolta; e allora Mauro scatta una foto, la manda alla guardia costiera e al turista che trasgredisce arriva la multa.
«Sono disperato, vorrei continuare a rimanere qui. Non voglio un euro. Ho custodito questo luogo per trent’anni, lo sento mio. Non nel senso del possesso, ma come se fosse parte di me. L’ho protetto giorno e notte. Senza l’isola, la mia non sarebbe più vita».
È lontanissima la primavera in cui arrivò su un catamarano con amici. «Era il mio sogno da bambino, un’isola deserta. Volevo andare in Polinesia, mi sono ritrovato qui. E ci sono tornato; era il 1989, c’era un custode ma ogni giorno sbarcavano 2 mila persone. Lui impazziva: d’estate per l’assalto dei turisti, d’inverno per la solitudine. Sono sbarcato che stava per dimettersi. Ho deciso: altro che Polinesia, quest’arcipelago è molto più bello. E sono rimasto. I turisti ho saputo tenerli a bada, la solitudine non l’ho mai sofferta, l’ho sempre cercata».
Budelli e Spiaggia Rosa erano già conosciute nel mondo per «Deserto Rosso» e il Leone d’oro a Michelangelo Antonioni, con un destino sospeso fra chi difendeva questo gioiello e chiedeva massima tutela e i progetti dei proprietari che hanno sempre cercato di «valorizzarla», naturalmente costruendoci. Infine l’ha acquisita lo Stato, facendo valere il diritto di prelazione su un banchiere neozelandese che se l’era aggiudicata all’asta, e affidandola alla gestione dell’Ente Parco, istituito nel 1994.
In 30 anni, per essere un eremita, ne ha vista di gente: l’Aga Khan giovanissimo, Margaret d’Inghilterra, politici d’ogni colore, miliardari russi, arabi e americani, grandi attori veri, veline e calciatori, spaghetti al profumo di mare in cambio di un buon vino.
«Budelli è passata in tante mani, io sono sempre rimasto. Vivo della pensione di insegnante di educazione fisica, qui i soldi non servono, 1.200 euro al mese bastano e avanzano. D’estate tanti che sbarcano mi portano da mangiare, d’inverno do la lista delle cose da acquistare a La Maddalena a un amico pescatore che viene una volta la settimana».
Al Parco dicono che il cantiere dovrà demolire gli abusi, smantellare un tetto di eternit, ristrutturare la casa… «Io però credo di essere utile. Le telecamere non sono sufficienti a sorvegliare, i vandali possono sempre arrivare, un guardiano ci vuole. Ora gli addetti del Parco sono qui dalle 11 alle 15. Andati via loro, l’isola, se non ci fossi io, sarebbe abbandonata e in poco tempo orde di turisti barbari la distruggerebbero. A lavori finiti, dovranno assumere almeno tre guardiani/guide turistico ambientali per coprire le 24 ore. Dicono che i fondi li hanno… Con me non spenderebbero. Ripeto: lo farei gratis. Io aspetto. Mi fanno sorridere quelli che si sono lamentati per essere rimasti a casa in quarantena durante il coronavirus. Io per due mesi non ho visto una persona, adesso i turisti li tengo a debita distanza, almeno 4 metri. E non mi annoio; di giorno vigilo sulla mia isola, faccio foto, nei miei profili web ho decine di migliaia di immagini, albe e tramonti memorabili. Di notte m’immergo nel silenzio, guardo il cielo e sto con le stelle».