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 2020  luglio 30 Giovedì calendario

In Svezia più preti donne che uomini

Il sorpasso, secondo un vecchio rapporto del 1990, sarebbe dovuto avvenire nel 2090. Invece con un anticipo di settant’anni la luterana Chiesa di Svezia ha visto per la prima volta le donne sacerdote superare per numero i colleghi uomini: 1.533 contro 1.527. Il percorso svedese verso la parità di genere nel clero è comune in tutta la Scandinavia, con un numero approssimativamente uguale di uomini e donne che prestano servizio nella Chiesa di Danimarca e una buona rappresentatività femminile nel sacerdozio anche nella Chiesa di Norvegia, dove circa la metà dei vescovi sono donne.
Ma se l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere lo scorso anno ha classificato la Svezia ai vertici del suo indice annuale di uguaglianza, dando al paese un punteggio di 83,6 rispetto a una media europea di 67,4, in fatto di retribuzioni i sacerdoti donne pagano pegno: come riporta il quotidiano della chiesa Kyrkans Tidning, i pastori guadagnano mediamente 2.200 corone svedesi in più al mese, vale a dire circa 215 euro. E comunque il percorso per arrivare a questa parità di genere non è stato certo in discesa e le donne che si sono negli anni impegnate nella Chiesa hanno dovuto superare parecchi ostacoli, dalle ostilità dei preti alla diffidenza dei fedeli. Ma ora il panorama è ben diverso e ci si può occupare del gap salariale che, come ha spiegato Cristina Grenholm, portavoce della Chiesa di Svezia, è dovuto al fatto che gli uomini occupano maggiori posizioni di responsabilità.
La Svezia ha aperto le porte del sacerdozio alle donne nel 1958 e le prime tre donne sono state ordinate nel 1960. Nel 1982, ricorda il quotidiano inglese The Guardian, un altro storico passaggio: la cancellazione di una sorta di clausola di coscienza che consentiva ai membri del clero di rifiutare di collaborare con una collega di sesso femminile. Tanto che adesso molte parrocchie hanno pastori di diverso sesso che presiedono alle funzioni domenicali o alle celebrazioni più importanti. Nel 2017, poi, la Chiesa svedese, sei milioni di fedeli su una popolazione di dieci, ha esortato il clero a usare un linguaggio neutro rispetto al genere. Ma se tra i sacerdoti si è arrivati alla parità di genere, tra i fedeli sta emergendo uno squilibrio notevole: nelle chiese sempre più banchi restano vuoti e sono soprattutto le donne a partecipare alle funzioni. «Penso che gli uomini abbiano qualche cosa da scoprire nella chiesa», ha aggiunto Grenholm, «questo squilibrio di genere è impressionante e lo dobbiamo prendere come un avvertimento».
Eva Brunne è stata per oltre un decennio alla guida della diocesi di Stoccolma. Come vescovo ha lavorato, anche in anni non proprio semplici, affinché le donne venissero accettate nel clero e fa notare come in Svezia ci siano più donne che uomini anche nelle università e tra gli avvocati e i dottori.
La parità di genere raggiunta nella composizione del clero è «in un certo senso lo specchio della società», ha detto all’Ap la reverendo Elisabeth Oberg Hansen dopo aver tenuto un sermone in una piccola chiesa a Stoccolma, «È come dovrebbe essere». Oberg Hansen è diventata sacerdote più di 30 anni fa e ricorda chiaramente la discriminazione che ha dovuto affrontare quando la prima parrocchia a cui è stata assegnata non l’ha accettata. Ma se il rapporto tra uomini e donne ora è in equilibrio, come fa notare Anna Inghammer, che sta compiendo il proprio percorso verso il sacerdozio, ora c’è una nuova sfida. «Certo», ha detto «la rappresentatività delle donne è buona, ma bisogna prestare attenzione anche alle etnie e alle varie fasce della società: anche questo è un aspetto su cui lavorare perché la Chiesa è per tutti».