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 2020  luglio 30 Giovedì calendario

Periscopio

Sugli immigrati il Pd passa dalla beatificazione della Rackete all’inerzia. E questo succede perché, dai tempi di Berlinguer, si pone sul piano morale e non politico. Se sei «i buoni» puoi accettare tutto: i decreti Sicurezza, quota 100, la prescrizione. È il meccanismo delle Sardine. Carlo Calenda, leader di Azione (Alessandro Trocino). Corsera.
Non ci sono documenti che attestano come Dante viaggiasse. Probabilmente con un mulo, o a cavallo, e i bagagli sul basto di un asino. Preferibilmente non da solo, vista la pericolosità degli spostamenti. Giulio Ferroni, critico letterario (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Il rapporto con le forze dell’ordine durante il lockdown è stato patologico. Milioni d’incensurati si sono sentiti criminali uscendo per strada appena incontravano una volante. Cambiavano strada, fingevano il passo sostenuto e agitavano le chiavi di casa o i bustoni della spesa; camminavano radendo il muro. Marcello Veneziani. Panorama.

Adesso nessun parlamentare M5s vuole tornarsene a casa. Secondo il sacro limite dei due mandati, a fine legislatura dovrebbero trovarsi un posto di lavoro in tanti: da Bonafede a Fico, dalla Castelli a Fraccaro, a Di Stefano, Crimi, Ruocco, Toninelli, Taverna e Di Maio. Che infatti ha cercato di scardinare la regola cominciando a introdurre per i consiglieri comunali il «mandato zero». «Giggino, scusa, ma cos’è?», chiese, ingenuo, Crimi. «Che cos’è? Semplice: il primo mandato non lo contiamo più», rispose Giggino (con freddezza andreottiana). Fabrizio Roncone. Corsera.

Ero sposato con una compagna del Partito marxista leninista. M’innamorai di un’altra militante peruviana, a sua volta sposata con uno dei nostri lì. Successe il finimondo. Il perbenismo era feroce. I latino-americani scrissero un documento in cui volevano dimostrare che ero sempre stato un fascista. Fui degradato. Lei tacciata di essere una «troia straniera». Per giunta, anche incinta. Sergio Staino, vignettista, autore di Bobo (Nicola Mirenz). Huffington Post.

Come vivo la crisi italiana? Malissimo, malissimo, malissimo. Vorrei fare qualcosa. Detesto l’inconcludenza. Girando per presentare il mio libro, ho visto che la gente ha un bisogno spasmodico di concretezza e verità. Che mancano del tutto. Ecco perché uno su due non vota. C’è solo un populismo che fabbrica nebbia. Uno sfinimento democratico del quale qualcuno potrebbe profittare. Claudio Martelli, ex delfino di Craxi (Giancarlo Perna). LaVerità.

Le leggi del perfetto regime totalitario comunista le rispettiamo già tutte, eppure siamo convinti di vivere in una democrazia liberale... Certo, si potrebbe rispondere con la famosa frase che si legge sulla aletta della prima edizione del romanzo distopico Mondo nuovo di Aldous Huxley, tra l’altro professore di George Orwell: «La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù». Alessandro Gnocchi. il Giornale.

Temo che non ci sia concesso di tornare indietro nel processo di globalizzazione. Anzi, la pandemia sta già portando un’incredibile accelerazione tecnologica anche se virtuale. Se pure si smette di viaggiare e la casa stessa diventa luogo di produzione e di consumo per cui l’individuo non ha bisogno di muoversi, non cambia nulla o quasi: quello che succede a Wuhan, così come quello che succede a Collagna che è a 5 km da casa mia, può essere comunicato in tempo reale in tutto il globo. Giovanni Lindo Ferretti, dressatore di cavalli e musicista (Luca Valtorta). la Repubblica.

Che cosa ho cercato di più nella vita? La felicità: essere amata e amare. E la libertà, che è l’anagramma del mio cognome. Siamo stati giovani molto fortunati, non come coloro che sono venuti dopo. Pensavamo di poter cambiare il mondo. Non c’erano i cellulari, la famiglia non ci sorvegliava. Giravi l’angolo e stavi a Calcutta. I genitori non avevano sui figli l’imperio atroce di oggi. Come fai a crescere se la mamma ti telefona ogni 30 secondi? Barbara Alberti, scrittrice (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Mi racconta mia nipote che lavora come manager in un’azienda che adesso negli uffici ci sono tutti gli uomini, ma le donne sono rimaste a casa. E non per volontà dell’azienda, ma della famiglia. I maschi, i mariti, appena hanno potuto, si sono liberati dalla casa, dai figli che sono in casa, dal dover aiutare la moglie. Invece le donne fanno lo smart working e intanto accudiscono i figli. È la gioia degli uomini che non si occupano più della cosiddetta parità e sono tornati a essere quelli di sempre. Loro in giro a divertirsi, perché anche lavorare può essere un divertimento e le signore in casa a lavare i pavimenti. Però le donne lo accettano. Natalia Aspesi (Arnaldo Greco). Linkiesta.

Fra i partigiani c’era di tutto. Un’amica mi mostrò il tavolo bucherellato dai proiettili con cui una banda di irregolari aveva ucciso suo padre, comandante partigiano: arrivarono, bloccarono il paese, Gaggio Montano, assediarono la caserma dei carabinieri, spararono. Fu una guerra civile, ne accaddero di tutti i colori. Intendiamoci: io ho sempre tifato per i partigiani, preferivo i libri di Bocca a quelli di Pansa; però ho sempre approfondito anche le testimonianze dell’altro fronte, ho letto i libri di Pisanò. Francesco Guccini, cantautore (Aldo Cazzullo). Corsera.

Se si era in più di tre-quattro persone sentiva l’obbligo di dover tenere banco. Di essere Gassman. Con il suo gusto di essere paradossale. Diceva cose anche in cui non credeva. L’alto e il basso in lui erano sempre compresi. «Sono Gassman. Contengo tutta la gamma dal sublime all’osceno». Giulio Base, regista, allievo e amico di Vittorio Gassman (Stefano Baldolini). Huffington.

Il tedesco normale, se aveva opinioni sul suo passato, le ha cancellate. Del presente, sa solo quel che può riassumere in cifre. Ha desideri palpabili, oltre i quattro di base: la casa, l’assicurazione, l’automobile e il viaggio all’estero, che una pubblicità stuzzicante o ossessiva fa credere facili a realizzare, allontanando all’infinito il pericolo della sazietà. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia, 1989.

«Brindiamo alle nostre sofferenze, mia cara», propone lui. «Non c’è abbastanza scotch al mondo», risponde lei. Da Chi ha paura di Virginia Woolf?, il primo film di Mike Nichols. Maria Rosa Mancuso (il Foglio).

«Non ho mai amato una donna più di quanto ami te». Anche se non è vero, ditelo sempre. Roberto Gervaso. il Giornale.