Corriere della Sera, 29 luglio 2020
I cuginetti (quasi) gemelli
L’esilarante finale del film con Hugh Grant Nine months, imprevisti d’amore (1995) si svolge in sala parto, dove la protagonista Julianne Moore mette al mondo il suo primo bambino contemporaneamente alla sua migliore amica, che accanto a lei dà alla luce la terza figlia. Intorno i due mariti litigano e svengono, mentre a occuparsi di tutto è un medico pasticcione interpretato da Robin Williams.
Fantasia cinematografica. Perché la realtà può andare anche oltre. Tipo che invece di due amiche, a partorire insieme siano due gemelle. Nello stesso reparto e con gli stessi medici, che però non sono pasticcioni ma di alto livello.
È successo nella notte tra il 24 e il 25 luglio a Napoli, nel reparto di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico Vanvitelli, nel cuore antico della città, tra il Conservatorio di San Pietro a Majella e il decumano superiore. È qui che nel pomeriggio di venerdì si ritrovano Stefania e Assunta Del Mondo, rispettivamente quarantuno e quaranta settimane di gravidanza. La prima ha già una bambina, per Assunta invece è la prima volta, così anche lei darà un nipotino ai nonni, come i suoi tre gemelli. Infatti non c’è solo Stefania, ci sono anche Carmela e Raffaele, arrivati ventotto anni fa a movimentare la vita di una coppia di Casoria – paese alle porte di Napoli – che dopo l’evento visse un momento di notorietà davanti alle telecamere Rai per una di quelle interviste che non di rado capitano alle superfamiglie.
Al Policlinico i medici dell’equipe diretta dal professor Nicola Colacurci visitano le due sorelle e si accorgono che per entrambe è arrivato il momento del parto. Assunta è naturalmente pronta, per Stefania, invece, il tracciato dice che non si può più aspettare.
E a questo punto le gemelle Del Mondo cominciano a stupire i medici. Ogni donna che si avvicina al parto ha i suoi tempi, Stefania e Assunta, invece, vanno avanti in sincrono. Una entra e l’altra esce dall’ambulatorio. Sarà perché sono gemelle ma sembra di visitare la stessa donna.
Poi comincia il travaglio, e qui qualcosa dovrebbe cambiare. Mica tanto, invece. Cambia che le due sorelle non hanno più la forza di parlare tra loro. I dolori sono quelli che sono, e ognuna soffre per conto suo. Ancora Assunta: «In quei momenti la sofferenza è terribile, e devo dire che mi è rimasta in mente soprattutto quella. Però ricordo benissimo di essere entrata in sala parto esattamente mentre mia sorella usciva. Tra noi due non ha partorito nessuna altra donna».
In realtà nella memoria di Assunta l’emozione e lo stress del parto distorcono un po’ le cose. I due cuginetti sono venuti al mondo a quattro ore e 21 minuti di distanza, e sui documenti non avranno nemmeno la stessa data di nascita, Perché il primo, Carmine, è nato alle 23.30 del 24, e l’altro, Lorenzo, alle 3.51 del 25. Però li si potrà definire lo stesso quasi gemelli, perché cresceranno insieme, le mamme sono legatissime (lavorano anche insieme nell’azienda di famiglia che fa serramenti e dove ci sono pure Raffaele e Carmela) e anche i bambini condivideranno gran parte della loro infanzia.
Adesso c’è solo da aspettare di tornare a casa. Assunta e Lorenzo sono ancora al Policlinico, Stefania è stata dimessa ma Carmine ora è ricoverato all’ospedale Monaldi per una migliore osservazione cardiologica. «Noi qui abbiamo trovato la migliore assistenza possibile», dice Assunta Del Mondo ringraziando i medici dell’azienda ospedaliera universitaria guidata dal direttore generale Antonio Giordano. E anche i medici si ricorderanno delle gemelle: «Non come caso clinico – dice il professor Colacurci – ma perché la loro è proprio una bella storia».