Il caso è sulla bocca di tutti: il quotidiano La Verità ha riportato di una segnalazione, da parte della banca di Alvarez all’Ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia. Il motivo? Movimenti sospetti – 150mila euro, secondo la ricostruzione – provenienti dalla carta prepagata intestata al cubano. Troppi, tanto da costringere Casalino a intervenire: ha definito l’uomo vittima di un meccanismo simile alla «ludopatia » che lo ha portato a perdere 18mila euro in due mesi, ma ha smentito ogni coinvolgimento «collegato all’attività di governo» e dunque eventuali conflitti d’interessi.
Si è parlato di movimenti sul suo conto fino a 150 mila euro. È vero?
«Si tratta di una cifra inventata, da quando ho aperto il mio conto, sei anni fa, non ho mai avuto più di 30mila euro. Abbiamo contato i movimenti e non superano, per tutto l’arco di tempo, i 90mila euro. Sono pulito e con Rocco sono stato chiaro: “Se vogliono indagare, amore, che indaghino pure”, gli ho detto. Io l’unica cosa che ho fatto è stato perdere i miei 18mila euro».
È solo denaro suo?
«Sono i miei risparmi, a cui si aggiungono circa 20mila euro di un prestito che ho chiesto prima del lockdown perché volevo aprire un ristorante. Ho sempre lavorato bene: il mio ultimo contratto, in un locale a piazza Argentina, mi garantiva 1.800 euro. Stavo bene. Ogni mese mandavo 3 o 400 euro a mia madre, a Cuba, con un’altra parte mi pagavo le cene e a me rimanevano quasi mille al mese da mettere da parte. Ma dal lockdown sono in cassa integrazione e prendo molto meno».
Casalino non l’ha mai aiutata economicamente in sei anni?
«In questo periodo è stato lui a mandarmi il denaro da inviare alla mamma. E in passato se ero in difficoltà non si è mai tirato indietro. Gli chiedevo soldi a periodi, magari quando mi facevano le multe con il motorino. Lui mi ha sempre detto: “Poche centinaia di euro non mi cambiano la vita”».
E poi, cosa è successo?
«Per caso un giorno, all’inizio del lockdown, mi sono imbattuto nel trading online, cliccando su una pubblicità. Sono stato contattato da un broker che mi ha detto che era conveniente investire in petrolio perché il prezzo stava scendendo e presto sarebbe risalito. Ho investito inizialmente 2mila euro, per accaparrarmi i titoli di 5mila barili a 19 dollari a barile. Ma subito il prezzo è iniziato a scendere. Ma più perdevo, più il broker mi invitava a investire altro denaro: mille o 2 mila euro. “Così mantieni la tua posizione”, mi diceva. Poi il crack. Il petrolio è sceso sotto i 10 dollari. Ho telefonato al broker, chiedendogli di chiudere il mio conto sul sito di trading. Lui mi ha incalzato: “Se investi altri 2000 euro sposto la tua posizione sulle proiezioni del prossimo mese, il mercato è tornato a crescere”. Io, sicuro, me ne sono andato in palestra, ma poche ore dopo, quando sono tornato, ho scoperto che il petrolio aveva toccato lo zero. E io ero rovinato».
Casalino non ha avuto alcun ruolo in questo trading online?
«Nessuno. Se mi avesse aiutato non avrei certo perso tutto. Anzi, appena lo ha scoperto mi ha detto: “Meno male che hai investito in petrolio e non in titoli italiani, sarebbe stata una tragedia”».
In tutti questi mesi ha ricevuto una chiamata dalla sua banca?
«Mai, ho anche parlato col direttore che mi ha detto di non saperne assolutamente niente».
Si è ridotto sul lastrico. Perché non ne ha parlato, in questo periodo, con il suo fidanzato?
«Mi vergognavo. Lui mi avrebbe apostrofato come un padre, è fatto così. Sono caduto in una profonda depressione, ho anche pensato di suicidarmi. Ed è da quel momento che è iniziato il nostro distacco. Lui mi vedeva negativo ma non capiva perché. E poi Rocco è sempre al lavoro, sempre in viaggio con il Premier, come potevo dirgli una cosa del genere?».
Ma non ha mai pensato che quello che stava facendo avrebbe creato danni all’immagine del suo fidanzato?
«È proprio quello che mi ha detto Rocco. Ma io non credevo fosse un problema per il suo lavoro. Noi siamo gay, non siamo sposati, siamo solo fidanzati. Non credevo che dal mio nome arrivassero a lui».
Come ha reagito Casalino?
«C’è stato un bel casino. È stato molto duro. Mi ha detto: “Adesso vai a lavorare per 10 anni per pagare il debito con la banca e in più dovrai comprarti da mangiare, pagarti l’affitto, aiutare tua madre. Quindi devi trovarti un lavoro, minimo, da 2mila euro al mese”».
Ma per ora vivete ancora insieme.
«Sono sei anni che stiamo insieme. Non è che ti lasci e te ne vai il giorno successivo».