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 2020  luglio 27 Lunedì calendario

Il mondo di Mr e Mrs Musk

Il signore e la signora Musk, le confessioni di una coppia fuori dagli schemi. Entrambi ossessionati dal rischio che l’intelligenza artificiale sfugga di mano all’uomo. Questo imprenditore visionario appare un’icona pop, idolatrata da un mare di seguaci, non solo un modello da business school. Un futurista che vuole salvare l’umanità portandola su Marte.
La sua Tesla ha triplicato il valore di mercato in meno di un anno (oggi capitalizza più di molte delle maggiori industrie dell’auto messe insieme), due astronauti americani sono sulla Stazione spaziale internazionale grazie al primo missile e alla prima astronave privata costruiti dalla sua SpaceX, ma Elon Musk è ossessionato soprattutto dal rischio che l’intelligenza artificiale sfugga di mano all’uomo. E, concedendosi a Maureen Dowd del New York Times per un’intervista tanto rara quanto fuori dagli schemi, questo imprenditore visionario appare un’icona pop, idolatrata da un mare di seguaci, più che un modello da business school. Un futurista che vuole salvare l’umanità portandola su Marte, ma che ama anche immergersi nelle storie remote degli imperi mongoli e dell’antica Roma. E che della paternità dà un’interpretazione che guarda più al passato che al futuro.



L’intelligenza di Grimes
Il rapporto con l’attuale compagna, la cantante e artista figurativa Claire Boucher, in arte Grimes, nasce online, quando Elon scopre che in un suo brano del 2015, ispirato a un rococò estremo (lei lo definisce arte ornamentale borghese inutile) vengono usati simboli del dibattito in rete sul pericolo che l’intelligenza artificiale diventi, come dice Musk, una sorta di dittatore immortale. GPT-3, un nuovo software basato su un machine learning avanzatissimo capace di scrivere da solo interi libri fa discutere i tecnologi. Un altro passo verso la superintelligenza per alcuni, un mostro pericoloso che, alimentato da algoritmi pieni di pregiudizi, sputa anche frasi razziste e sessiste secondo altri. Grimes teme il GPT-3 e Musk commenta: «Brava: sei arrivata dov’ero io dieci anni fa». Da allora molti leader della Slicon Valley gli hanno dato dell’allarmista. «Chi ha una mente brillante — replica Elon — non accetta l’idea che una macchina possa essere più brillante di lui. Ma questo, ovviamente, è falso. Le macchine arriveranno al nostro livello tra cinque anni. Non è che allora finiremo tutti all’inferno. Ma cominceremo a vedere cose strane».


Lezioni di storia
Elon guarda al futuro ma studia il passato. Gran divoratore di libri da ragazzo, ora ascolta audiolibri e podcast. Sta tornando (per la terza volta, dice Grimes) su Gengis Khan: il più grande conquistatore di tutti i tempi lo affascina. Ma studia anche la storia romana: quando Maureen Dowd chiede se è vero che Crasso è il suo imperatore romano preferito, replica puntiglioso: «No, anche perché lui non era un imperatore ma un triumviro».


L’impero di Mark
La giornalista gli chiede di Crasso anche pensando alla passione di Mark Zuckerberg per l’imperatore romano Cesare Augusto. Musk ha spesso accusato il fondatore di Facebook di gestire in modo autoritario e poco responsabile la sua creatura. Parlando col Times è meno drastico, ma mette comunque in dubbio l’equilibrio di Zuckerberg, lo accusa di aver dato a uno strumento di comunicazione essenziale per miliardi di persone la struttura di un impero familiare ereditario e conferma di aver cancellato la presenza sua, di Tesla e di Space-X da Facebook. Le due aziende hanno ancora account su Instagram (anch’esso di Zuckerberg). Ed Elon confessa che anche lui ha una sorta di conto segreto su Instagram: «Non sono attivo, lo uso solo per vedere i link segnalati da chi mi scrive».


Il figlio
Quello avuto da Grimes è il suo sesto (ne ha avuti in tutto sette: ma uno è morto). Diverso dagli altri per il nome impronunciabile (X AE A-12 un misto di suggestioni tecnologiche e l’omaggio a un aereo-spia della Cia di rara bellezza estetica), ma unito a loro nel comune destino della scarsa attenzione paterna: «Per adesso lui è una macchina che mangia e fa la cacca, se ne occupa soprattutto Grimes. Quando sarà più grande farò come con gli altri: se vado per lavoro in Cina lo porto con me e gli faccio vedere la Grande Muraglia».


Il presidente
Su Biden non si esprime («lo conosco poco, è in buone condizioni fisiche?»), racconta il suo amore per Obama («rimasi in fila sei ore per stringergli la mano»), prende le distanze, ma con prudenza, da Trump. E il suo appoggio all’amico Kanye West che vuole correre per la Casa Bianca? Ora frena: «Gli ho consigliato di aspettare il 2024 e so che ha problemi» (la moglie ha detto che è bipolare, ndr ).