La Gazzetta dello Sport, 27 luglio 2020
Chiellini il fedelissimo
Giorgio è un bravo ragazzo, acuto, dal carattere forte ma dolce, ed è stato un bravo studente: diplomato al liceo scientifico con 92/100, laureato in Economia e Commercio con 109/110, laurea magistrale in Business admistration con 110 e lode. Il figlio che tutti i genitori vorrebbero. Chiellini è un difensore implacabile, cattivo il giusto, che fa valere il suo strapotere fisico, che a volte va sopra le righe, che quando segna si batte il petto e difatti uno dei suoi soprannomi è King Kong. Il difensore che tutti gli allenatori vorrebbero. Giorgio Chiellini è riuscito a coniugare le sue due anime alla perfezione e le ha messe a disposizione, in campo e fuori, per la Juventus. Lui è il fedelissimo tra i fedelissimi della Juve cannibale: l’unico ad esserci sempre stato in questo filotto record dei nove scudetti di fila. Gigi Buffon e Leonardo Bonucci quando si son sentiti un po’, come dire, trascurati, hanno “tradito” per un anno. Uno per il Psg, l’altro per il Milan. Son tornati. Lui non ha mai pensato ad andare via. Anzi, alla soglia dei 36 anni, sta progettando una carriera da dirigente in bianconero. Suo gemello Claudio è già nello staff bianconero: gestisce la seconda squadra e i prestiti dei giocatori, Giorgio potrebbe diventare il Maldini della situazione, magari senza i problemini che ha avuto il Paolo nazionale nel suo Milan. Ma è presto per vestire i panni del business man Giorgio, Chiellini ha ancora parecchie battaglie da combattere sul campo.
Chiello il fedelissimo è anche l’unico juventino ad aver collezionato almeno un presenza in tutte e nove le stagioni scudetto. Curioso che, martoriato dagli infortuni, abbia vissuto pochissimo quest’ultima al suo primo anno da vero capitano, perché il grande Buffon al suo ritorno, per il rispetto che nutre nei suoi confronti, gli ha lasciato la fascia. Influito poco sul campo, ma fuori è stato attivissimo: ha fatto da motivatore, da deus ex machina, da collante tra Maurizio Sarri e i giocatori quando c’era da gestire le varie crisette, di gioco e non, che ci sono state. Succede quando avvengono cambiamenti radicali. Ieri sera, da buon capitano, era seduto in tribuna per festeggiare con tutti l’ennesimo trionfo. Non era convocato. Forse poteva andare in panca, ma Giorgio ha deciso di gestirsi il meglio possibile per il gran finale, per una ragione precisa.
Sogno ChampionsCome Buffon e Bonucci vorrebbe tanto stringere quel sogno con le orecchie che è il trofeo Champions. Gli ultimi due tentativi, interrotti ai quarti di finale, sono stati forse più amari delle due finali perse. La sfida col Real Madrid di due stagioni fa la vorrebbe dimenticare per tanti motivi ma, conoscendolo un po’, soprattutto per quel gesto con le dita a indicare i soldi all’indirizzo dei rivali per quel rigore contestato che vorrebbe cancellare dalla memoria della sua carriera. E poi la semifinale col baby Ajax del futuro partner De Ligt, dove andò in onda la versione peggiore della Juve allegriana sempre bella in Europa e con un Cr7 in più nel motore. Chiello si prepara per il rush finale, e poi via alla, forse, ultima stagione per un’altra chance di coppa e la chiusura in bellezza con l’Europeo. Ma Champions o non Champions, Chiellini il fedelissimo non avrà nulla, proprio nulla da rimproverarsi prima che Giorgio cominci una nuova avventura dalla parte della scrivania.