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 2020  luglio 26 Domenica calendario

Intervista a Stéphane Lissner

Il regista teatrale francese Stéphane Lissner è sovrintendente e direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli, fondato nel 1737. Per dieci anni è stato sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano, poi è stato direttore dell’Opera di Parigi e ora è sovrintendente e direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli.
Può descrivere la natura del suo lavoro?
«Negli Anni 70 ho fondato il Théâtre Mécanique. All’epoca ero segretario generale del teatro Aubervilliers e condirettore del Centro nazionale di arte drammatica di Nizza. Gli Anni 90 sono stati quelli della mia direzione al Théâtre du Châtelet, e poi, fino al 2009, vi fu l’esperienza al Festival di Aix-en-Provence. La trasversalità della mia esperienza professionale ha contribuito a modellare la natura del mio lavoro».
Lei è stato in assoluto il primo Sovrintendente e Direttore Artistico non italiano alla Scala, e ora ricopre questo ruolo a Napoli. Come ci si sente a essere scelto tra 22 candidati?
«Sono tornato in Italia dopo dieci anni alla Scala e dopo il mio incarico a Parigi. Ho dato la mia disponibilità al Consiglio di amministrazione di un teatro che rappresenta la cultura e la storia dell’opera. Ho scelto Napoli perché apprezzo molto la tradizione musicale di questo teatro e la storia del 1700 napoletano. Attraverso la storia del San Carlo percepisco la grande importanza come compositore e direttore artistico di Rossini che è stato una pietra miliare di questo teatro. Ho una profonda e forte ammirazione per tutti i grandi artisti che hanno svolto un ruolo importante nella formazione della storia di San Carlo dal 1737 a oggi».
Che tipo di programma ha in mente per il Teatro San Carlo il prossimo anno?
«Innanzitutto ricominciamo, dopo la drammatica esperienza di Covid-19, con il progetto Regione Lirica 2020 che verrà inaugurato dagli spettacoli in piazza Plebiscito con Tosca, Aida e la IX Sinfonia di Beethoven. Il progetto prevede numerosi concerti in centri di apprendimento, nelle sedi dell’Università della Campania e in alcuni dei luoghi storici e culturali più significativi della Regione. Il 4 dicembre 2020, il sipario si alzerà sulla stagione 2020/2021 con La Bohème. Poi avremo dodici titoli d’opera con Giuseppe Verdi, Mozart, Richard Strauss, Giacomo Puccini, Bizet, Donizetti e Frederick Loewe. Avremo anche cinque balletti e diciassette concerti. Sarà una rassegna dei migliori interpreti internazionali, alcuni calcheranno per la prima volta il palcoscenico del più antico teatro d’opera d’Europa. Si darà anche ampio spazio ai nomi italiani e ai giovani talenti».
Tutti i teatri hanno dovuto chiudere durante la pandemia. Questo ha causato gravi danni, cosa si può fare per mantenere viva l’opera?
«La pandemia di coronavirus è stata una tragedia che ha influenzato la nostra vita e il modo in cui pensiamo al nostro lavoro. Oggi sto riflettendo per pianificare nuovi progetti e idee per i prossimi mesi. Penso a tutte le persone che lavorano duramente ogni giorno per mantenere vivo il teatro, e il mio obiettivo principale è aiutarli in questi tempi difficili. In realtà questa per me sarà una sfida e anche un obiettivo, poiché penso che dovremmo ricominciare con tutte le nostre energie e nuove idee. Ad esempio, sto anche lavorando alle attività culturali all’interno del nostro teatro. Alcuni giorni fa abbiamo riattivato le visite guidate all’interno del Teatro San Carlo, con scrupoloso rispetto di tutti i protocolli di sicurezza e di distanziamento. Voglio mantenere vivo il teatro e soprattutto voglio riportare in scena tutte le forze artistiche e tecniche del Massimo napoletano. Sono pronto ad affrontare tutte le sfide che si presentano. Credo fermamente che la mia costante presenza sia un elemento chiave per il recupero in un periodo così complesso e drammatico».
Le generazioni più giovani, cresciute con Internet, l’hip hop e il rap, sono appassionate di opera o il tuo pubblico è composto principalmente da persone anziane?
«Penso che il Teatro San Carlo sia allo stesso tempo sociale e digitale. Il mio desiderio è quello di coinvolgere e avvicinare il pubblico più giovane alla bellezza della musica classica. Questo obiettivo sarà raggiunto attraverso l’uso di nuove tecnologie, e in particolare attraverso l’inaugurazione di una piattaforma online che raccoglierà e pubblicherà i video delle esibizioni. Il nostro pubblico sarà accompagnato in un viaggio virtuale e musicale in luoghi altrimenti irraggiungibili, e nell’ambito del progetto Regione Lirica 2020 Napoli ospiterà anche numerosi schermi situati in luoghi strategici della città. Voglio portare l’opera, il balletto e i concerti dal vivo in periferia attraverso un’esperienza immersiva resa possibile da questa nuova piattaforma digitale che speriamo possa generare meraviglia e incuriosire le nuove generazioni. Per questo le aule dell’Università di Napoli Federico II, dell’Università di Salerno, dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e dell’Università del Sannio ospiteranno concerti da camera all’aperto, con la speranza di aprire presto le porte del San Carlo alla nuova e promettente generazione di studenti. Stiamo inoltre aderendo a una rete di partenariato al fine di realizzare azioni efficaci sulle disparità sociali e combattere la povertà educativa».
Ci sono celebrazioni speciali in programma?
«A novembre avremo tre importanti appuntamenti con il Maestro Riccardo Muti, che dirigerà l’orchestra del Teatro di San Carlo».
Dopo dieci anni a Milano e poi il ritorno a Parigi, come le è sembrato tornare in Italia e al Teatro San Carlo, che è stato inaugurato nel 1737 e ha senza dubbio ospitato i cantanti più prestigiosi ed è la più grande organizzazione culturale del Sud Italia?
«Credo che il Teatro San Carlo, oltre ad essere la più antica opera in Europa, sia anche il più grande centro di produzione culturale di tutto il Mediterraneo, e il mio desiderio è che torni a brillare com’era negli Anni 50, durante il suo periodo di massimo splendore».
Come si trova a Napoli?
«La adoro. Le sue contraddizioni, i suoi colori, la musica e i suoni. Adoro camminare per le strade, guardare il cielo ed essere affascinato dalla bellezza dei suoi monumenti e della sua arte. Napoli è una città brulicante di vita e cultura, ha un’atmosfera magica ed è molto stimolante per il mio lavoro e per tutti i miei progetti futuri». 
(Traduzione di Carla Reschia)