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 2020  luglio 24 Venerdì calendario

Periscopio

Non ho mentito. Ho detto una mezza verità. Il vero mescolato al falso è un cocktail molto più micidiale delle bugie. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
Di Renzi ho detto che voleva essere Macron ed è finito come Mastella. Ha governato molto bene. Ma non condivido nulla del modo in cui fa politica oggi. Carlo Calenda, leader di Azione (Alessandro Trocino). Corsera.

Il secondo Renzi, di fatto autoproclamatosi ottavo Re di Roma, occupa lesto ogni spazio, sempre nel nome del nuovo che rottama il vecchio ma che in realtà lo sostituisce. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.

I miei libri preferiti sono il Faust di Goethe, I promessi sposi di Manzoni, zenit del sense of humour lombardo, L’educazione sentimentale di Flaubert. Philippe Daverio, storico dell’arte (Giancarlo Perna). Libero.

Dalla sua scrivania, ogni giorno, Casalino spedisce decine di whatsapp a decine di giornalisti. Rocco allude, promette, blandisce, annuncia, rimprovera, drammatizza, poi perdona e, quasi sempre, viene perdonato. Fabrizio Roncone. Corsera.

Per instaurare una moderna dittatura bisogna, primo, negare la natura. Si umilia la voglia di vivere, si impongono norme igieniche sproporzionate, si programma la frustrazione sessuale, si procrea solo per via medica. Secondo. Propagare l’odio. Qui occorre un nemico, un fantasma da agitare in continuazione per giustificare misure d’emergenza, avere un capro espiatorio, deviare l’attenzione dalle responsabilità di chi governa. Terzo, aspirare all’Impero. Ovvero indottrinare i bambini, gestire l’opposizione, governare assieme alla classe dirigente, ridurre in schiavitù in nome del progresso, dissimulare il potere. Si chiede Onfray: «Chi oserà dire che non siamo arrivati a questo punto?». Ognuno ripensi a cosa abbiamo vissuto e dia la sua risposta. Alessandro Gnocchi. il Giornale.

Andai in Sardegna per disintossicarmi dalla politica. Mi sentivo un fallito. La militanza era stata tutto. Il bilancio tragico, un disastro dopo l’altro. Non volevo più saperne di mozioni, congressi, tattica, strategia. Ero a pezzi. Sergio Staino, vignettista, autore di Bobo (Nicola Mirenz). Huffington Post.

Klaus Davi, il cui vero nome è Sergio Mariotti, è titolare di un’agenzia di pierre, è ospite fisso di alcuni talk in qualità di massmediologo (qualunque cosa voglia dire). Per anni, con genialità non comune, ha rifilato una serie di bufale ai giornali per promuovere qualche suo cliente. Ma la Rai e altre tv lo hanno sempre usato come opinionista (qualunque cosa voglia dire). Aldo Grasso (Corsera).

La vera zavorra della Rai sono commissione di vigilanza e consiglio di amministrazione. Chiunque gestisca un’azienda ha bisogno di autonomia. Deve vedere il consiglio quattro volte l’anno per le trimestrali. Presidenti e consiglieri non debbono neanche avere un ufficio in sede, come succede nelle società quotate del Regno Unito. Se non funziona si licenzia il gestore ma non lo si sfinisce con l’incompetenza. Smile, Prima comunicazione.

Claudia Mori. Voto: 3-. La moglie (e produttrice) di Adriano Celentano piange miseria: da qualche tempo la Rai le boccia tutti i progetti. Il Fatto Quotidiano le chiede se vi sia stato accanimento nei suoi confronti. E lei: «Non so se c’è stato accanimento, so che non ho più lavorato». In pratica non risponde, nella speranza di tornare a lavorare per la Rai. Che sia previsto dalla Costituzione? Stefano Lorenzetto. Arbiter.

L’epidemiologo Pierluigi Lopalco, con quel pizzetto telegenico da Lenin delle ampolle, s’accinge a candidarsi nella lista di Emiliano in Puglia per aiutarlo a resistere alla seconda ondata di Fitto, con l’obiettivo di garantire il distanziamento sociale almeno nelle urne. Già mi pregusto gli slogan: «Più tamponi per tutti» e «Per una politica delle mani pulite, anzi disinfettate». Massimo Gramellini (Corsera).

Subito dopo il voto del 18 aprile 1948, con Enzo Forcella ed Eugenio Scalfari, fondammo un’«Associazione per la democrazia laica». Io, per la verità, volevo aggiungere l’aggettivo «sociale», ma Scalfari, che allora sembrava meno a sinistra di me, era contrario. Alberto Ronchey e Pierluigi Battista, Il fattore R. Rizzoli, 2004.

L’Italia è un Paese che non si è mai veramente unito. Nemmeno la letteratura ha una distribuzione uniforme: Gadda, sotto Roma, è un autore semi-sconosciuto; così come Verga al Nord è poco letto. Nell’incompiutezza nazionale, soprattutto Milano e la Lombardia (per ragioni geografiche, storiche, economiche) sono rimaste attaccate al cuore dell’Europa. Di qui una diversità che genera ammirazione e risentimento, desiderio e repulsione. La pandemia ha acuito i sentimenti negativi, confluiti in una pulsione anti lombarda. Mentre in altri momenti della storia nazionale è prevalsa la voglia di emulazione. Luca Doninelli, scrittore (Luca Mirenzi). Huffington Post.

Verità e errore hanno trovato un importante punto di riflessione in Karl Popper. Andai a trovarlo nella sua abitazione poco fuori Londra. Era una persona affabile sul piano privato ma anche caparbio nelle discussioni pubbliche, in cui difficilmente accettava critiche. Aveva una veemenza che poco si conciliava con il suo stesso spirito filosofico. Evandro Agazzi, filosofo (Antonio Gnoli), la Repubblica.

Gli organismi geneticamente modificati non sono un peso per il contadino, come si dice. È vero che i semi devono essere ricomprati ogni anno, ma non perché gli Ogm siano sterili. Il contadino fa lo stesso per le piante non Ogm. Gli conviene di più. La semente ottenuta in casa è una pratica che aveva senso nell’Ottocento. Dario Bressanini, dietologo (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Nel libro ho scritto che il giorno del funerale di mio padre, Bud Spencer, è stato uno dei più belli della mia vita. So che può sembrare brutto. Ma c’era così tanto amore, quel giorno, eravamo tutti così orgogliosi di stringere le mani di migliaia di sconosciuti per i quali papà era stato importante. Uno si presentò in tuta e scarpette: era arrivato in bici da Napoli. Cristiana Pedersoli, figlia di Bud Spencer (Elvira Serra). Corsera.

Albo degli annunci minimi al Foro. Coppia sado-agricola cerca schiavo sottomesso per degradazioni umiliazioni botte da orbi e per lavorare in terra aziendina-modello a Monteporzio Catone. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Feltrinelli, 1969.

I moralisti di successo sono implacabili frequentatori di quei salotti e di quei luoghi di vacanza dove, in alberghi extralusso, in ville extrachic, sbertucciano chi non è dei loro, chi non condivide i loro riti. Roberto Gervaso, Italiani pecore anarchiche. Mondadori, 2003.