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 2020  luglio 23 Giovedì calendario

Europa, le rinnovabili superano i combustibili fossili

Il sorpasso delle rinnnovabili è avvenuto: nei 27 Paesi dell’Unione europea, le fonti verdi generano ormai più elettricità dei combustibili fossili. Secondo un report del think tank londinese Ember, eolico, solare, idroelettrico, biomasse e biocarburanti, su cui Bruxelles scommette per trasformare il proprio sistema energetico, hanno prodotto il 40% dell’elettricità nella prima metà dell’anno, superando per la prima volta gas e carbone, fermi al 34%.
Un punto di svolta nella lotta al riscaldamento globale: le emissioni di Co2 del settore energetico sono contestualmente diminuite del 23%. Secondo Dave Jones, senior analyst di Ember, «questo segna un momento simbolico nella transizione del settore elettrico in Europa». La pandemia da Covid-19 ha giocato un ruolo rilevante, innescando un calo del 7% della domanda di energia. Pecora nera d’Europa resta la Polonia, con la sua testarda difesa del carbone.
Fossili in ritirata
È proprio la crescita costante della generazione da fonti verdi a erodere le quote di mercato dei combustibili fossili, che, stretti tra rinnovabili e Covid-19, hanno registrato una contrazione del 18%. Per il carbone il crollo è del 32%, determinato in particolare dalla scelta della Germania di abbandonare la più “sporca” (e tra le più costose) delle fonti energetiche entro il 2038.
Il carbone ha generato solo il 12% dell’elettricità dell’Unione europea nella prima metà del 2020 e la sua quota di mercato si è dimezzata dal 2016. Il suo utilizzo è sceso in tutti i 27 Paesi Ue, con un picco del 95% in Portogallo, che nel novembre del 2021 chiuderà le sue due centrali a carbone superstiti. Calo significativo anche in Spagna, dove la generazione a carbone è scesa del 58%, e in Austria (-54%), dove a marzo ha chiuso i battenti l’ultima centrale. Sempre a marzo, è stato spento l’ultimo impianto in Svezia. L’Italia si è data il 2025 come data limite per l’addio al carbone con il piano energetico nazionale del 2017.
La pecora nera polacca
Il carbone tedesco ha subito un crollo del 39%. Il piano verde di Berlino, che ormai si lancia anche sull’idrogeno, lascia sempre più Varsavia con il cerino, anzi con il tizzone, in mano: con il sorpasso storico sulla Germania, la Polonia è ora il Paese che genera più elettricità da carbone nella Ue. Non solo: come sottolinea il report di Ember, tolta la Germania, la sola Polonia genera da carbone la stessa quantità di elettricità degli altri 25 partner Ue messi insieme.
Il Governo di Varsavia, sottolinea ancora il report, non ha in programma l’eliminazione graduale dell’utilizzo del carbone, nonostante le sue miniere facciano sempre più fatica a competere con i prezzi internazionali. Inoltre, la dipendenza dal carbone rende la bolletta più pesante per i consumatori: il costo all’ingrosso dell’elettricità in Polonia è stato il più alto in Europa dopo la Grecia, e del 73% più caro che in Germania.
Giù anche il gas
In undici Paesi è scesa la generazione di elettricità da gas, con un calo del 6%. Flessioni significative si sono registrate in Spagna e Italia: rispettivamente -20 e -16%. Secondo il report, l’utilizzo del gas, che rappresenta la fonte energetica più costosa dopo il carbone, potrebbe aver visto il proprio picco nel 2019.
La carica delle rinnovabili
A differenza dei combustibili fossili, le fonti verdi, si legge nel report, hanno dimostrato resilienza durante la crisi e il loro utilizzo è aumentato dell’11% nella prima metà del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Eolico e solare sono cresciuti rispettivamente dell’11% e del 16%, con nuove installazioni e condizioni climatiche favorevoli a inizio anno. I due settori combinati hanno raggiunto quote di mercato senza precedenti, generando il 21% dell’elettricità europea (dal 13% nel 2016), con picchi del 64% in Danimarca, 49% in Irlanda e 42% in Germania.
Solare ed eolico, sottolinea il report, hanno mostrato affidabilità: la generazione non è mai scesa sotto il 10% al giorno, ma non è mai nemmeno salita sopra il 33%. Durante l’inverno, non sono state registrate interruzioni di fornitura e non se ne prevedono in estate.
La pandemia, tuttavia, colpirà anche solare ed eolico, con un calo dei nuovi impianti installati: per raggiungere il target del taglio delle emissioni di Co2 entro il 2030, l’Europa dovrà però raddoppiare se non triplicare la capacità a regime nel corso del decennio.
Un contributo di peso, nel mix verde, è arrivato dall’idroelettrico, che ha generato il 13% dell’elettricità in Europa, in aumento del 12% su base annua. Dalle bioenergie è arrivato il 6% dell’elettricità (ma una piccola parte, meno del 15%, è generata dalla combustione di biomassa forestale a sostituzione del carbone nelle centrali elettriche).