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 2020  luglio 22 Mercoledì calendario

A 11 anni in cima al Cervino. Polemiche

Vanità di padre o determinata volontà di figlio? A 11 anni sul Cervino. Ne parla perfino la BBC perché il bambino è scozzese: si chiama Jules Molyneaux, è scozzese di Crieff, dove frequenta il collegio Ardvreck, che nel programma ha molte attività sportive. È salito sulla Cresta dell’Hornli, la via normale dalla parte svizzera insieme con il padre Chris, 42 anni, e due guide di Zermatt. Rientrato a Zermatt ha detto di essere «molto stanco», di avere «le gambe come gelatina» e che «l’alba lungo la salita è un’esperienza che vale la pena di essere vissuta». Ed è stato ammaliato dal colore arancio «oltre l’orizzonte delle Alpi». 
Per la guida del Cervino Lucio Trucco è «vanità di padre», per il presidente delle guide valdostane e italiane, Pietro Giglio, «non c’è notizia». Aggiunge: «Se lo ha fatto per sua volontà e in sicurezza, come mi pare sia accaduto, bene. Per la questione altitudine e fatica, parlino i medici». Lo fa Guido Giardini, anestesista e specialista di medicina di montagna: «Dal punto di vista fisiologico non ci sono problemi. Certo non lo consiglierei, ma dipende molto dalle condizioni di sicurezza e dalla preparazione del bambino. Un tempo si sconsigliava ai ragazzi sotto i 14 anni di andare sui ghiacciai. Non è più un’indicazione da seguire, questione di allenamento».
I media inglesi, irlandesi (il padre vive nel Nord dell’Irlanda) e svizzeri parlano di record. In realtà ci sono due bimbi che hanno fatto meglio, entrambi figli di due guide alpine di Cervinia e di Zermatt. Sono saliti ai 4.478 metri della cima del Cervino a 8 anni e mezzo. Jasmine, figlia di Nicola Corradi, che ha affrontato la Cresta del Leone, la via italiana, più difficile della Hornli, e Kevin Laubert, figlio di Kurt che all’epoca era anche custode della capanna Hornli, punto base per salire in vetta sulle orme dei primi salitori guidati da Edward Whymper nel 1865. Jasmine Corradi salì in vetta il 4 settembre del 2004 con papà Nicola che dice: «Me lo chiedeva da due anni e quando ne aveva 5 era già salita ai 4 mila del Breithorn. Mi diceva "papà voglio salire sulla croce che c’è in cima"». A 11 anni lo ha rifatto, poi a 13, quindi ancora una volta nel 2015, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni della prima salita. Oggi Jasmine ha lasciato Cervinia ed è in Costa Azzurra, a Cannes.
Quel giorno del 2004 era in vetta anche l’attuale presidente della società guide del Cervino, Laurent Nicoletta: «Ero con mia madre e un’altra guida. Credo che non porterei mio figlio sul Cervino a quell’età, a meno che non sia lui a chiedermelo. Non mi sento di condannare la salita di un bambino sul Cervino, dico però che occorre farlo con molta prudenza ed essere in due guide, proprio per sicurezza. Ci sono bimbi molto determinati, ce ne rendiamo conto proprio noi guide che stiamo facendo corsi con loro. Proprio un bimbo di quell’età mi sta chiedendo di fare il Cervino». Eppure il suo collega Trucco insiste: «Il Cervino è faticoso e delicato per un adulto, figuriamoci per un bambino». Lui è salito in vetta la prima volta a 16 anni. E 16 ne aveva anche Hervé Barmasse, che il padre Marco, anch’egli guida, glielo propose per consolarlo dopo la rovinosa caduta sugli sci che gli aveva stroncato la carriera in azzurro. I 16 anni sono la regola che le guide alpine di Zermatt si sono date come limite di età minima per i loro clienti. Per il biondo scozzese Jules hanno fatto un’eccezione. Hanno giudicato ottima la sua preparazione e i tempi di percorrenza lo confermerebbero: 4 ore per superare 1.200 metri di dislivello, dalla capanna Hornli alla cima.