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 2020  luglio 21 Martedì calendario

Periscopio

Non ho rimpianti perché non voglio stare a pensare che aggio perduto qualcosa. Sophia Loren, attrice (Silvia Fumarola). la Repubblica.
La cattedrale di Notre-Dame ha attraversato buona parte dello storia del Vecchio Continente, dalle guerre di religione, alle distruzioni giacobine, dall’incoronazione di Napoleone fino alla breve visita di Hitler nel 1940. Franco Cardini, storico (Roberta Scorranese). Corsera.

L’Italia dopo il fascismo, dal 1944, ha favorito il massimo partito comunista occidentale, ma ora subisce la massima influenza confessionale, pervasiva, benché a sua volta discorde. Alberto Ronchey, Il fattore R. Conversazione con Pierluigi Battista. Rizzoli, 2004.

«Berlusconi assomiglia agli italiani» rispose Nardi. «Non ha mai preteso di cambiarli. Il Duce voleva fare di noi un popolo guerriero; e guarda come è finito. A Berlusconi gli italiani piacciono così come sono. Non ci ha cambiati. Ci ha assecondati. E a forza di assecondarci, forse ha finito per cambiarci davvero». Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori. 2019.

I profili di Gesù su Instagram sono quasi tutti parodistici e blasfemi. È una constatazione che mi ha sconvolto. Le immagini sacre raccolgono solo insulti, commenti volgari, bestemmie. Invece per il Dalai Lama massimo rispetto. Paolo Landi, comunicatore ed esperto di Instagram (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Volano coltelli tra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il Direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, e la Ragioneria generale dello Stato che va a braccetto ormai con la Corte dei Conti. Luigi Bisignani. Il Tempo.

L’utilizzo di una donna per farsi fare un figlio da portarle via, è una storia vecchia come il cucco. La letteratura è piena di signorotti che ingravidano contadinelle e servette per avere un bebè che la moglie non gli può dare. Una su tre novelle di Luigi Pirandello, tra Girgenti e le Madonie, racconta gli espedienti usati per ingannare amici e vicini quando appare un bimbo nella famiglia sterile. Si improvvisa un viaggio all’estero e poi, dando a intendere che è stata l’aria d’oltremare, la coppia torna col pargolo. Frutto, in realtà, delle attenzioni del marito per una semianalfabeta della sua masseria, liquidata con quattro soldi e altrettante minacce dopo avergli sfornato un figlio che non vedrà più. Giancarlo Perna. la Verità.

Per me la Regina Elisabetta rappresenta una solidità e un’eleganza sottotono, una credibilità assoluta. Al matrimonio di Paolo di Grecia c’era un tavolo molto grande e vicino al mio c’era lei con altre regine. Quando si è alzata e se ne è andata, è come se fossero scomparse tutte, perché lei ha un fisico così borghese e cortese, gentile, un carisma e una presenza che è unica. Non so cosa potrà succedere dopo, sarà difficile sostituirla. Io la ammiro moltissimo, perché ha rappresentato e rappresenta vari cambiamenti. Ha vissuto le guerre, ha avuto una madre alcolizzata, una sorella un po’ matta… forse l’unico momento in cui ha sbagliato è stato con Diana, perché non si è resa conto di quanto fosse popolare. In famiglia, credo, fosse un problema molto grande, era diventata molto litigiosa. Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata (Giuseppe Fantasia). Huffington Post.

La mia amicizia con Alberto Burri è durata a lungo. Ma io stesso quanto fosse un grande artista l’ho capito tardi, l’ho capito un giorno preciso, quando lo accompagnai nel bosco, per una battuta di caccia. Dormimmo in altura, in una casetta rustica, nell’Umbria più selvatica. In piena notte mi svegliai, mi affacciai e vidi uno spettacolo incredibile: la luna, la linea dell’orizzonte leggermente frastagliata, un teatro sonoro che mai più avrei udito, voci di animali sconosciuti, forse c’erano anche i cani che, come diceva Lucio, sanno parlarsi tra loro. Burri mi raggiunse in silenzio, indicò l’orizzonte con un gesto e finalmente capii i suoi Cellotex, composizioni lineari e ondulate. Ci sono artisti che non si possono capire se non ti portano fisicamente nel loro mondo. Ho avuto la fortuna di conoscerne molti. Ecco perché oggi dico: lasciatevi incuriosire dal mondo degli artisti, dalle loro abitudini, dalle loro famiglie, dalle loro case, più che dal loro valore di mercato. Flavio Caroli, storico dell’arte (Roberta Scorranese). Corsera.

Marco Lombardo Radice, coautore con me di Porci con le ali, laureato in medicina, partì per una missione, io rimasi da sola a gestire una situazione per cui non avevo le spalle abbastanza larghe. I buoni ricordi sono arrivati dopo, ancora adesso quando vado a presentare miei romanzi in giro c’è sempre qualcuno che mi porta una copia di Porci con le ali da firmare e mi dice «lo sta leggendo mio figlio». Se un libro dura vuol dire che doveva durare. Lidia Ravera, scrittrice (Arianna Finos), la Repubblica.

Anzitutto bisogna dire che il termine «influenza spagnola» (scriveva il Washington Times già nell’ottobre del 1918) è chiaramente un errore, e che il nome dovrebbe essere «influenza tedesca», perché c’è che sosteneva che la malattia avesse avuto inizio nelle trincee germaniche. Dopodiché ha compiuto un giro dell’intero mondo civilizzato, nel corso del quale è esplosa con particolare virulenza in Spagna, a causa di certe condizioni locali. L’influenza «crucca» (definita così dagli statunitensi) potrebbe però – ecco la sorpresa – essere stata, in realtà, un’influenza yankee. I primi casi, nella primavera del 1918, secondo molti scienziati, non si erano registrati nelle trincee del Kaiser, ma proprio negli Stati Uniti. In un punto preciso, per di più, a Fort Riley nel Kansas, in un campo militare di quasi centomila metri quadrati, dove più di mille reclute rimasero contagiate. Maurizio Pilotti. Libertà.

Nella caserma, retta dal colonnello Kemaneci, vennero tenuti prigionieri i coniugi Ceausescu, anche all’interno di un carro armato per prevenire possibili attacchi dei «terroristi». Venivano così definiti tutti i nemici dell’ex presidente (le vittime che avevano subito carcere duro e torture, quelli recenti, amici della troika e di Mosca e persino i delinquenti comuni invisi al regime). Aldo Forbice. la Verità.

Milano ormai è tutto un mucchio di rovine, e le case rimaste in piedi ma colpite sono peggio delle altre, perché bisognerà demolirle, e ci vorrà lavoro e fatica. Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Ares, 1983, 33ma edizione.

Usava portare tuniche tutte d’oro, ne usava anche di porpora, e ne usava altre pailletèes di perle persiane, dicendo di provare tutto il peso della voluttà. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Einaudi. 1978.