Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  luglio 20 Lunedì calendario

Biografia di Juan Marsé

Juan Marsé (1933-2020) «“Addio, maestro, e molte grazie”: Fernando Aramburu, autore di Patria (Guanda), si è congedato così, via Twitter, dall’amico e collega catalano Juan Marsé, scomparso a 87 anni a Barcellona, la città natale. Il titolo di “maestro” non gli viene attribuito a caso nel mondo letterario spagnolo. Uno dei titoli più famosi tra i suoi 15 romanzi, Ultime sere con Teresa (Bompiani, 2017), è del 1966, poco dopo il suo rientro dall’esilio a Parigi. Narra la passione frustrata, ma scabrosa per i censori franchisti, tra Ricardo, che vive di espedienti, e Teresa, rampolla borghese. Anche Adios muchachos (Frassinelli, 2007), storia dell’infanzia rubata dalla guerra, uscì per la prima volta nel 1973 in Messico, e rimase al bando in Spagna fino alla morte di Francisco Franco, nel ‘75. Nel 2008 Marsé è stato il primo autore catalano a ricevere il Premio Cervantes, il Nobel della letteratura ispanica, creato nel 1976. Ma è stato il quarto della “Generazione del 50”, quel gruppo di intellettuali spagnoli, come Manuel Vázquez Montalbán e Juan Goytisolo, nati tra i Venti e Trenta, e bambini o adolescenti durante la Guerra civile. Si considerava “scrittore anomalo” ed era fiero di tutti i mestieri svolti: orefice, traduttore, apprendista in un laboratorio di biochimica molecolare a Parigi» [Rosaspina, CdS].