Avvenire, 19 luglio 2020
Fuoco nella cattedrale gotica a Nantes
Le fiamme sono esplose con violenza al mattino presto. Già alle 7.30 le immagini del grande rosone gotico assediato dal fuoco hanno cominciato a fare il giro del mondo. Per alcune ore, l’attenzione internazionale si è concentrata su Nantes, la “città dei Duchi” della Bretagna francese, e sulla sua cattedrale, nella morsa del rogo. Tanti hanno temuto uno “scenario alla Notre-Dame”, la cattedrale di Parigi vittima di un devastante incendio l’anno scorso. Solo quando i vigili del fuoco l’hanno apertamente escluso, il mondo ha tirato un sospiro di sollievo. «I danni non sono comparabili a quelli provocati dall’incendio su Notre-Dame», ha spiegato Laurent Ferlay, responsabile degli oltre cento pompieri che hanno sfondato una porta a colpi d’ascia per entrare nell’edificio sacro e spegnere le fiamme, dopo due ore di lavoro. Certo, il grande organo è stato completamente distrutto. Risalente al 1616, il monumento fu rimaneggiato da François-Henri Clocquot e salvato dalla furia della Rivoluzione grazie alla prontezza dell’organista Denis Joubert. Anche le vetrate, inoltre, hanno subito danni ingenti. Almeno, però, il fuoco non ha intaccato il tetto e le opere d’arte adagiate sulle navate. Poi è arrivata una nuova doccia fredda quando il procuratore Pierre Sennes ha annunciato di aver avviato un’inchiesta per incendio doloso. A creare il sospetto, la scoperta degli inquirenti di tre diversi punti di innesco – uno vicino al grande organo e gli altri due ai lati della navata – all’interno della chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo. «Non vi è nessuna conclusione precisa perché ci sono molte indagini da fare – ha spiegato il magistrato – che potrebbero portare a nuovi elementi». All’indagine lavora anche la polizia giudiziaria e un esperto arriverà da Parigi per esaminare la rete elettrica.
Finora non c’è alcun sospettato né ipotesi di movente. Sennes ha assicurato che, al momento, non è stato rilevato alcun segno di effrazione. L’incendio in uno dei gioielli del gotico francese ha addolorato l’opinione pubblica nazionale e internazionale, non solo cattolica. Oltre ad essere un capolavoro architettonico, la cattedrale di Nantes – città in cui, nel 1598, fu siglato l’editto che mise fine alla guerra feroce tra cattolici e ugonotti – appartiene al patrimonio spirituale dell’umanità. Negli ultimi cinque secoli – la prima pietra fu posta nel 1434 anche se venne terminata solo nel XIX secolo – ha accom- pagnato la storia della città, condividendo anche i momenti più duri. Come quando, nel 1944, la chiesa venne colpita durante un bombardamento degli alleati. Nel 1972, un primo incendio ne devastò parte del tetto: ci vollero tredici anni perché l’edificio potesse riaprire le porte. Questa storia tormentata ne ha fatto, per i francesi, un simbolo di resistenza di fronte alle calamità. Il nuovo rogo, ora, è una ferita per quanti rappresenta un «luogo di preghiera, un rifugio spirituale, un punto di riferimento per la propria fede», ha affermato la Conferenza episcopale francese in un comunicato. Il presidente, Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims, ha ricevuto la chiamata del presidente Emmauel Macron, impegnato al vertice di Bruxelles, che ha voluto esprimergli la sua vicinanza.
Poco prima, il capo dell’Eliseo aveva manifestato la propria solidarietà ai vigili del fuoco hanno domato il fuoco. A Nantes si è recato il premier, Jean Castex, accompagnato dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, e della Cultura, Roselyne Bachelot. «Rendo omaggio al centinaio di vigili del fuoco che ha gestito l’incendio con notevole efficacia», ha detto il premier esprimendo, a nome del governo, la solidarietà della nazione ai «cattolici di Francia ma anche a questa grande città di Nantes». L’ultradestra ha denunciato la riduzione in cenere delle radici cristiane, con Marine Le Pen che ha chiesto di fare «piena luce» sulla vicenda della cattedrale. Nantes ha vissuto già la distruzione di un altro dei suoi gioielli. Il 15 giugno del 2015, un rogo ha devastato buona parte della chiesa di Saint-Donatien, realizzata nel XIX secolo.