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 2020  luglio 19 Domenica calendario

False credenze sugli animali

Asino a chi? Tra i tanti falsi miti che girano nel mondo animale, vi è anche quello che il povero ciuco sia una bestia ignorante. Errore grossolano, al punto che se vi dovessero dare dell’asino, dovreste esserne fieri. In realtà, questi animali hanno un’enorme capacità di apprendimento, oltre ad essere quadrupedi fedeli, cercando di assomigliare il più possibile al proprio padrone, anche nel carattere. Il fatto che abbiano un movimento lento non significa che siano indolenti o stupidi; sono, invece, dotati di grande forza e pazienza. Furbo come una volpe? Fino a un certo punto. I greci, nell’antichità, la consideravano tale per via di quel suo muso, lungo e affilato che denotava, all’apparenza, furbizia e scaltrezza. È indubbio che questi siano animali molto abili nella caccia, ma non per questo più furbi di altri; anzi, semmai più paurosi. E le famose lacrime di coccodrillo? Il detto parte da un assunto falso, ovvero che i coccodrilli piangerebbero per il dispiacere di aver ucciso e divorato delle prede; in particolare, se la mamma che si ciba dei propri piccoli. In realtà, non è così. Le lacrime scendono per un fatto fisiologico. Oltre che per lubrificare gli occhi, queste lacrime hanno il compito di espellere i sali che si accumulano nell’organismo dei coccodrilli (che non hanno sudorazione); per la gioia di farfalle e api che sono ghiotte di questo particolare liquido.
Veder rosso come un toro? Ma quando mai? Anche questo è un falso mito che va sfatato. In realtà, se agitassero un drappo di un altro colore, la reazione sarebbe la stessa, in quanto il toro non è in grado di distinguere i colori, perché ai suoi occhi mancano dei coni, cioè delle cellule nervose della retina capaci di riconoscere le tonalità. Sarebbe più corretto dire «vede rosso come un pollo»; infatti, quando uno di loro sanguina, gli altri iniziano a beccarlo come se fossero degli indemoniati e i pollicoltori devono stare molto attenti a queste situazioni di «cannibalismo».
Altro falso mito è quello degli struzzi che mettono la testa, sotto la sabbia, per paura, al punto che ne è nata una famosa metafora. Anche in questo caso, la verità è ben diversa. È vero che questi particolari animali mettono la testa sotto terra, ma non per timore; lo fanno per proteggere meglio le loro uova. Scavano delle buche nel terreno e le depositano (per proteggerle dai predatori) e, di tanto in tanto, con il becco, le rigirano per garantire, ad ognuna di esse, calore uniforme. Capite, perciò, che se dite a uno che mette la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, in realtà gli state facendo un complimento. «Hai la memoria più corta di un pesce». Altra credenza comune errata quella di ritenere che un pesciolino possa, al massimo, avere una memoria di non più di 30 secondi. Degli scienziati israeliani hanno dimostrato, infatti, con un esperimento, come i ricordi, nei pesci, possano arrivare anche fino a 5 mesi di distanza, facendo crollare il famoso assunto. «Ama il formaggio come i topi». Anche qui, altra cosa non vera. I topolini non prediligono questo particolare alimento, come ci è stato tramandato da sempre. Un mito falso che prende origine dal Medioevo, epoca nella quale i roditori si cibavano di formaggio secco solo perché era l’unico cibo disponibile. In realtà, il topo preferisce alimenti ricchi di zuccheri. «Dormi in piedi come i cavalli». Vero, in parte, nel senso che non è che i cavallini dormano profondamente stando ritti. Al massimo, in quella posizione, sonnecchiano, mentre, ogni 4 giorni circa, sentono il bisogno di farsi un bel sonno ristoratore sdraiandosi. «Solitario come un orso»? Mica vero. Gli scienziati hanno dimostrato che tra di loro collaborano, aiutandosi, ad esempio, quando uno ha più cibo di un altro. «Sei pigro come un bradipo». Lento, certo, ma pigro proprio no. La colpa è del suo metabolismo che lo obbliga a spostarsi lentamente, ma non per indolenza. Asino a chi?