18 luglio 2020
Pallinato su Putin
Una ragazza, bella e giovane, siede davanti a un dottore. Ha lo sguardo basso e l’aria un po’intimidita: sta chiedendo consiglio su come affrontare la sua prima esperienza sessuale. Il medico la rassicura: «Se è per amore andrà tutto bene», poi si gira e sorridendo indica una foto di Vladimir Putin. «Con lui potrà stare al sicuro», conclude. Il video termina con la donna che si dirige serena al seggio, mentre una voce fuori campo ricorda «Putin. La prima volta è solo per amore» (spot per le elezioni presidenziali russe del marzo 2012) [1].
Putin, Vladimir Vladimirovič. Nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1952. Presidente della Federazione russa dal 2000 al 2008, quindi rieletto nel 2012 e nel 2018 (con il 76,6% di voti). Formatosi nei servizi segreti sovietici, come primo ministro (1999) e presidente della Repubblica ha represso la guerriglia autonomista in Cecenia e promosso il riavvicinamento a Cina, India e Usa. Favorevole (2001) alla campagna contro il terrorismo promossa da G.W. Bush, si è opposto (2003) all’intervento in Iraq [2].
«Se una rissa è inevitabile, bisogna picchiare per primi» (Putin, nella sua autobiografia) [3].
«Per alcuni è la fonte di ogni male, l’uomo del Kgb che tira le fila di trame oscure, il mandante di omicidi in mezzo mondo, il padrino di una rete di crimine e corruzione, il difensore di dittatori, il manipolatore di terroristi e il repressore delle libertà. Per altri è un eroe del mondo oppresso dal capitalismo americano, l’ultimo baluardo dei valori tradizionali, il leader decisionista, lo stratega e tattico imbattibile. È un’icona pop, che ha ispirato quadri, monumenti, profumi, t-shirt, canzonette e torte di cioccolato, e la somiglianza non casuale dello 007 di Daniel Craig con il presidente russo è un sintomo di quanto il personaggio abbia colpito l’immaginario non soltanto dei russi. Eserciti di analisti cercano di decrittare i suoi moventi nascosti osservando il suo modo di camminare (“da pistolero”, è l’ultima diagnosi di un team olandese), di esercitarsi in palestra (un disastro, è stata la bocciatura delle riviste di fitness americane)» [3].
Suo nonno è stato il cuoco personale prima di Lenin e poi di Stalin [4].
Figlio di Maria Ivanovna Putina, operaia, e Vladimir Spiridonovic Putin, sommergibilista della Marina sovietica. Unico superstite di tre figli (il fratello più grande muore nei primi mesi di vita, il secondo di difterite durante l’assedio di Leningrado), vive un’infanzia dura [5].
«Piccolo di statura, gracile, biondiccio ma dotato di grande determinazione nel carattere, oltre che di intelligenza. Lui stesso in alcune interviste si autodefinirà un “hooligan” pronto alle risse di strada. Una volta un bullo grande e grosso picchiò duro l’amico di giochi di Putin, nessuno intervenne perché avevano paura. Vladimir Vladirimovič non c’era, gli fu raccontato al ritorno da scuola. Volodja (così la madre chiamava Putin) era più piccolo di due anni e di stazza di gran lunga inferiore al bullo violento. Lo attese nel cortile. Gli altri ragazzi erano increduli. Gli saltò al collo, con calci, pugni, colpi di gomito, testate. Lo stese e lo finì di pestare. Da quel giorno le gerarchie nel cortile cambiarono» [4].
Si laurea in Diritto internazionale all’Università statale di Leningrado nel 1975. Membro del Partito comunista, alla fine degli studi è arruolato nel Kgb, in cui lavora dal 1975 al 1991. Durante la sua carriera nell’organizzazione, vive per cinque anni a Dresda. Tornato in Russia, si schiera con l’ala favorevole alla perestrojka e inizia la scalata politica [5].
La volta che, nel 2007, durante un incontro con Angela Merkel, ben sapendo che la cancelliera ha il terrore dei cani a causa di un’aggressione subita in gioventù, Putin fece comparire all’improvviso il suo Labrador che iniziò ad annusare le gambe della tedesca [6].
Fu scelto come successore di Boris Eltsin nel 1999, e dopo qualche mese come primo ministro fu eletto presidente. Ricorda Anna Zafesova: «“Who is Mr. Putin?”. Questa domanda, apparentemente innocente, mandò in tilt i ministri russi a Davos nell’inverno del 2000: invece di rispondere, si scambiarono occhiate imbarazzate. Vladimir Putin si era insediato al Cremlino da pochi giorni ed era un oggetto non identificato, uscito fuori dal nulla e diretto verso una destinazione ignota» [3].
Dopo il primo mandato presidenziale, per aggirare il limite di due incarichi consecutivi, fece eleggere al Cremlino Dmitrij Medvedev, assumendo l’incarico di primo ministro ma continuando di fatto a governare e controllare il paese. Nel 2012 fu rieletto presidente e confermato nel marzo 2018. Se rimarrà in sella fino alla fine di questo mandato – e ci rimarrà, salvo eventi inaspettati e per ora impensabili – raggiungerà i 25 anni al potere, un record che in Russia sarebbe secondo soltanto a quelli di Iosif Stalin [5].
Putin porta avanti ormai da anni una campagna fortemente centrata sull’erotizzazione del corpo e sul culto della personalità. In antitesi con la figura di Eltsin (che aveva una salute precaria e a cui piacevano alcol e sigarette), Putin si è mostrato invece come l’uomo che non beve, che caccia le balene, accarezza gli orsi, guida un aereo da guerra, fa molto sport e piace alle donne, secondo i più diffusi stereotipi machisti [6].
Maestro sesto dan di judo, ha pubblicato un manuale ed è stato protagonista di un dvd che lo immortala sul tatami col campione olimpico giapponese Yasuhiro Yamashita [7].
«L’immagine che Putin ha coltivato è quella di un leader che non mostra mai debolezze: si tratta di un profilo essenziale nell’ambiente iper-competitvo della Russia contemporanea. Se si mostra anche solo una piccola debolezza, allora si è deboli su tutta la linea. Il tema della competitività è anche il motivo per cui Putin non chiede mai scusa: nelle rare occasioni in cui ritira una decisione già presa, lo fa soltanto dopo che l’attenzione del pubblico si è spostata su un altro argomento. Putin è un leader che non ammette errori» [8].
«Dio mi ha protetto dal fare errori» (a Paolo Valentino) [9].
Si serve di vari sosia che dipendono dal servizio di sicurezza federale. Il più usato è stato Serghei Ivanovic, un ufficiale della guardia del Cremlino che spesso sfreccia per i boulevard di Mosca nella Mercedes presidenziale al posto del vero Putin. Talvolta a Mosca ci sono anche due o tre cortei presidenziali con altrettanti falsi Putin mentre il vero leader raggiunge il Cremlino con una linea segreta della metropolitana o in elicottero [10].
Sposato per trent’anni con Lyudmila Shkrebneva, nel giugno 2013 i due hanno annunciato in tv la loro separazione. Una decisione «tranquilla» e «più che civile» dissero davanti alle telecamere. «Saremo vicini per sempre» (parola di lui, visibilmente nervoso) e il Presidente «continuerà a prendersi cura delle figlie, e loro lo sentono» (detto da lei con un sorriso forzato). L’annuncio arrivò dopo oltre quattro anni di indiscrezioni sulla relazione del presidente russo con l’ex ginnasta Alina Kabaeva. Molti altri i flirt attribuitigli negli anni [11].
Vladimir Putin e Lyudmila Shkrebneva si conobbero a San Pietroburgo giovanissimi, a un concerto. Lei faceva la hostess dell’Aeroflot, aveva studiato lingue e, almeno a giudicare dalle foto, era molto bella. Lui stava per entrare nel Kgb. Si sono sposati nel 1983 [6].
I tabloid tedeschi hanno scovato testimoni secondo i quali, quando era in Germania, Vladimir tradiva la moglie (si parla anche di un figlio). Una volta avrebbe detto che chiunque avesse resistito tre settimane con sua moglie «meritava un monumento» [12].
Vladimir e Lyudmila hanno avuto due figlie, Maria e Katerina che hanno 34 e 33 anni. Secondo la versione ufficiale hanno studiato in Russia all’università di San Pietroburgo e oggi vivono e lavorano in patria. Maria sarebbe endocrinologa e Katerina neuroscienziata. Per anni le due non sono mai apparse hanno assunto cognomi di copertura: Vorontsova la più grande e Tikhonova la più giovane [1]. Poi lo scorso dicembre Putin si è fatto riprendere a colloquio con la secondogenita in un laboratorio in cui si studiano le onde cerebrali, mentre Maria era apparsa in tv a luglio, sempre con il cognome Vorontsova, in un programma che illustrava i progressi della ricerca medica [13].
Dall’ex ginnasta pluridecorata Alina Kabaeva, trentun anni più giovane di lui, Putin avrebbe avuto due figli. «Amo e sono ricambiato», ha confessato lui durante una delle annuali sessioni di risposte alle domande degli elettori [13].
Alla giornalista del Moskovsky Korrespondent che osò domandare della relazione con la Kabaeva, durante una conferenza stampa a Villa Certosa, Putin replicò accusando la reporter di intromissione nella vita privata altrui «con il naso moccioloso e con le proprie fantasie erotiche». La giornalista, che scoppiò in lacrime, si prese anche una finta mitragliata da Berlusconi. Pochi giorni dopo il suo quotidiano chiuse per «enormi perdite economiche» [1].
Va pazzo per gli Abba. Canzone preferita: Super Trouper [6].
Non beve alcolici. Mangia una zuppa al giorno, ama l’agnello, il gelato al pistacchio e il tè verde. Gli uomini del servizio gastronomico assaggiano ogni cibo durante i suoi viaggi all’estero. Nel libro Vladimir Putin: cammino verso il potere l’ex moglie Ljudmila ha raccontato che una volta Vladimir, ghiotto di cetrioli salati, li assaggiò di nascosto sfuggendo alla sicurezza [14].
Da sempre, porta l’orologio al polso destro [15].
Dal 1993 è un fervente credente e membro attivo della Chiesa ortodossa russa. L’avvicinamento alla religione avvenne dopo un grave incidente stradale che coinvolse la moglie [15].
«Non parla, non sente la necessità di sorridere, non ha voglia nemmeno di bere qualcosa», ha raccontato un suo stretto collaboratore a Ben Judah, autore di Fragile empire: how Russia fell in and out of love with Vladimir Putin [3].
Note: [1] Micol Sarfatti, Fatto 25/2/2012; [2] Treccani.it; [3] Anna Zafesova, IL 2/2016; [4] Gennaro Sangiuliano, Putin. Vita di uno zar, Mondadori 2015; [5] Fabrizio Maronta, Limes 2/2012; [6] Fabrizio Dragosei, CdS 4/3/2012; [7] Roberto Rizzo, CdS 23/12/2007; [8] Julia Joffe, Washington Post 14/3/2015; [9] Paolo Valentino, CdS 6/6/2015; [10] Avvenire 21/9/2000; [11] Nicola Lombardozzi, Rep 7/6/2013; [12] Luigi Ippolito, Sette 5/4/2001; [13] Fabrizio Dragosei, CdS 10/12/2018; [14] Giancarlo Castelli, Venerdì 19/10/2007; [15] Masha Gessen, Putin. L’uomo senza volto, Bompiani 2012.