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 2020  luglio 18 Sabato calendario

Putin manda i russi a conquistare l’Artico

La Russia prepara la corsa all’Artico. Il Cremlino intende concedere gratuitamente un ettaro di terra nell’estremo Nord a tutti i cittadini russi che ne faranno richiesta. Mosca punta così a ripopolare le sue regioni più settentrionali, scarsamente abitate ma ricche di risorse minerarie e strategicamente cruciali sia in termini economici che militari. I problemi però non mancano e l’assenza di infrastrutture rischia di frenare i piani di Putin per aumentare la popolazione dell’Artico.
La proposta di legge promossa dal vice premier Yuri Trutnev deve ancora essere approvata dal Parlamento e firmata da Putin, ma sembra ben indirizzata. Il progetto prevede che l’ettaro nell’Artico sia concesso gratuitamente per cinque anni, poi i beneficiari decideranno se diventarne proprietari o optare per un affitto di lungo termine. Il terreno però bisogna farlo fruttare. Le possibilità sono due: costruirvi una casa o svolgervi un’attività economica di qualunque tipo. Chi vorrà, potrà mettere in piedi un piccolo allevamento oppure dedicarsi al turismo con una struttura ricettiva, realizzare una stazione di servizio o un impianto per la lavorazione del pesce. Non ci solo limiti. Gli abitanti delle sempre meno fredde regioni dell’Artico avranno però un piccolo vantaggio: per i primi sei mesi del programma solo loro potranno infatti ottenere un ettaro nella regione in cui vivono. Una sorta di diritto di prelazione prima che la possibilità di ottenere la terra gratis sia estesa a tutti i russi.
Da decenni la gente abbandona le città dell’Artico russo per trasferirsi a Mosca, a San Pietroburgo o in altre città più meridionali. L’obiettivo delle autorità ora è proprio quello di ripopolare questi centri e attirare al Nord quante più persone possibile. Ma ci sono delle difficoltà. Innanzitutto il clima, e poi proprio il fatto che queste aree sono scarsamente abitate: il profondo Nord della Russia corre dai confini con la Finlandia fino all’estremo oriente asiatico, ma ci vivono solo 2,5 milioni di persone. I principali ostacoli al progetto dell’ettaro tra i ghiacci sono però l’assenza di infrastrutture e, come spiega a Gazeta.ru l’esperto della Scuola Superiore di Economia di Mosca, Andrey Stoliarov, «la mancanza di lavoro in prospettiva». Tutti elementi che potrebbero limitare gli effetti delle nuove agevolazioni alle imprese nell’Artico.
I terreni da distribuire saranno individuati nelle regioni di Murmansk, Yamalo-Nenets e Nenets, nonché in 23 distretti del Territorio di Krasnoyarsk, della regione di Arkhangelsk e delle repubbliche di Komi e della Carelia. Mancano in pratica solo le regioni del Nord-est: la Jacuzia e la Chukotka. Ma il motivo è semplice: questi territori rientrano già in un programma molto simile per popolare le terre più lontane da Mosca, quelle dell’estremo oriente russo. Un progetto lanciato nel 2016 permette infatti ai russi di ottenere gratuitamente un ettaro di terra nelle regioni dell’Est, anch’esse poco abitate. Finora 83.000 persone hanno ricevuto i terreni, ma si tratta per lo più di gente del posto, e anche a oriente la mancanza di infrastrutture è il principale ostacolo al progetto.
Le proposte del governo russo per popolare l’Artico sono in realtà proprio degli emendamenti alla legge sulla concessione di un ettaro di terreno in estremo oriente. Ma mentre a Est i terreni dovevano essere a una certa distanza dalle città, nel Nord, al contrario, saranno nei pressi dei centri abitati che il Cremlino vuole ripopolare e quindi almeno alle infrastrutture di base. Sarà questa la mossa vincente? È presto per dirlo. Di certo la Russia punta sempre più sullo sfruttamento economico e militare dell’Artide. Il pericoloso riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacci rendono più facile l’accesso alle immense riserve di idrocarburi di questa regione. Ma anche la navigazione è meno difficoltosa, come dimostra lo sviluppo della Rotta Marittima Settentrionale che collega Europa e Asia attraverso le fredde acque dell’Artico russo.