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 2020  luglio 16 Giovedì calendario

Periscopio

Emilio Fede si commuoveva fino alle lacrime all’idea che Silvio Berlusconi gli avesse riservato un loculo nel suo mausoleo di Arcore, scolpito da Pietro Cascella. Candida Morvillo. Corsera.
Sono quasi contento della Brexit e vorrei far fuori Polonia e Ungheria perché se vogliamo fare gli Stati Uniti d’Europa servono pochi paesi ben integrati. Carlo Calenda, leader di Azione (Alessandro Trocino). Corsera.

I grandi esempi di abnegazione da Covid stanno finendo, adesso tocca a noi. Alessandro Bergonzoni, attore, in R-Estate a Teatro.

Di fronte al declino che cosa avrebbe fatto il duo Craxi-Martelli? Avrebbe aggredito le questioni fondamentali: troppo debito, troppe spese, troppe tasse. Nell’ordine. Claudio Martelli, ex delfino di Craxi. (Giancarlo Perna). la Verità.

Emanuele Dessì: Voto 1. Il senatore grillino si vanta: «Solo oggi mi rendo conto che ho fatto bene a non studiare da ragazzo. Invece di stare addosso ai libri mi sono divertito e ho girato un po’ il mondo. Tanto, mi pare di capire, sarei stato in ogni caso un morto di fame...». Il mistero è come un ignorante di tale fatta sia arrivato a stare addosso al parlamento. Stefano Lorenzetto. Arbiter.

Con i 5 stelle al governo cresce il potere dei pubblici ministeri, che è una cosa diversa dalla magistratura, perché essi sono gli unici italiani non punibili nell’esercizio del proprio ufficio. Paolo Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan). la Verità.

A sferrare il colpo di grazia contro il governo Conte sono state le due donne più importanti dell’esecutivo, il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, con l’improvvida uscita sui possibili disordini sociali nel prossimo autunno, e il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, con la telenovela delle concessioni autostradali che ha fatto inorridire i fondi internazionali e, da ultimo, con le sue contorte disposizioni che stanno paralizzando Genova, la città con il primo porto italiano, isolandola dal resto del mondo. Luigi Bisignani. Il Tempo.

Se c’è una cosa che tutti noi sappiamo, oltre al fatto che prima o poi saremo tutti morti, è che prima o poi saremo tutti all’antica. Gilbert Keith Chesterton, Radio Chesterton. Dai microfoni della Bbc. Rubbettino, 2015.

Non date retta agli ultimi fessi come il sottoscritto, i quali pensano che la politica sia un mestiere complicato che va appreso da giovani in apposite scuole di partito e poi affinato per tutta la vita. Molto meglio affidarsi a chi non ne sa nulla, come stiamo facendo da quasi trent’anni con splendidi risultati. In fondo, nel passaggio dal camice alle istituzioni, i virologi non potranno comportarsi peggio di attori, giornalisti e venditori di bibite. Adesso che Lopalco, candidandosi nella lista di Emiliano in Puglia, ha preso il virus, aspettiamoci una pandemia: Zangrillo sindaco di Milano, Ilaria Capua agli esteri e Burioni al Quirinale tra due corazzieri in mascherina. Massimo Gramellini. Corsera.

Il Pd non ha più una linea politica, una ideologia, uno zainetto di valori di riferimento, né uno straccio di memoria. Paolo Guzzanti. Il Giornale.
La giunta della regione Lombardia ha le proprie responsabilità. Esse andranno accertate e giudicate. Però c’è qualcosa di più, che viene da molto prima, ed è molto più radicato. E di questo parlo. Esso era già tutto nello stupore che gli emigrati meridionali provavano quando arrivavano a Milano. Appena scesi alla Stazione Centrale, si trovavano davanti il Pirellone. Comprendevano immediatamente di essere in un altro mondo, diverso da quello da cui venivano, ma anche dal resto d’Italia. Questo generava un’aspirazione e insieme un rancore: il desiderio di diventare come Milano, ma anche la considerazione che è facile essere Milano se hai tutto quello che ha Milano: collegamenti, ricchezza, opportunità, posizione geografica. Luca Doninelli, scrittore (Luca Mirenzi). Huffington Post.

I servizi segreti non sono fatti per far trapelare i segreti. Un segreto che diventa pubblico non serve più a niente. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Dai giovani industriali sono usciti, nel tempo, Abete, Fossa, la Marcegaglia, la Artoni; e ora? I sindaci avevano segnato un’epoca; ma adesso? Non avrei mai pensato che una nuova generazione al comando imputasse i nostri problemi di bilancio all’Europa e alla Merkel, e volesse tornare a battere moneta nazionale. Non eravamo quelli dell’Erasmus? Giovanni Floris, conduttore tv di La 7 (Aldo Cazzullo). Corsera.

Il modello Genova interpreta la concretezza dei genovesi, quella concretezza del parlare poco e realizzare le cose. Questo modello lo dobbiamo traslare in Italia, in modo tale che tutte le parti coinvolte lavorino insieme per la realizzazione di un’opera. L’Italia non deve più essere il paese dei blocchi e delle opposizioni. Davanti all’emergenza che ci obbliga a pensare a una ricostruzione paragonabile a quella post-bellica, dobbiamo creare fiducia nel futuro ed evitare il peggiore dei mali: l’immobilismo e l’inerzia. Pietro Salini, a.d. di Webuild. (Ambrosetti).

Al mattino, ho rinunciato alla mia abituale colazione, piena di zucchero (e sono diabetico!) e biscotti. Vi piacciono quei bei pomodori grossi, chiamati «cuore di bue»? Al mattino ne affetto uno: olio, sale, due gocce di aceto, la scarpetta col pane; e questa è la mia nuova colazione. Altre delizie: la sveglia all’alba col chicchirichì del gallo, le anatre che si pappano le alghe dello stagno e si infischiano delle insidie della faina e della volpe. Un arguto detto popolare dice che le anatre nascono, vivono e muoiono nell’acqua, mentre il riso nasce nell’acqua e muore nel vino. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.

Il Mondo era malvisto da tanti. Dai cattolici, ma anche dai comunisti che dissimulavano la loro ostilità con espressioni agrodolci tipo «l’onesto foglio liberale». Scrissi sul Mondo fino al 1966, quando il settimanale chiuse. Senza il settimanale di Pannunzio venne meno una base importante della cultura politica italiana. Alberto Ronchey e Pierluigi Battista, Il fattore R. Rizzoli, 2004.

La commissione di vigilanza Rai è una via di mezzo fra un tribunale del popolo versione maoista e l’improbabile bar di Guerre stellari, per l’eterogeneità biologica dei suoi componenti. Quando toccò a noi, i pinguini di Campo Dall’Orto, non ricordo seduta da cui non uscimmo ustionati: le spade laser di molti commissari non risparmiavano affondi, specie se alla sbarra c’era qualche «straniero» (con i residenti stabili dell’azienda erano solitamente assai più morbidi). Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.