Corriere della Sera, 16 luglio 2020
Tra vent’anni, i 65 saranno i nuovi 55
McKinsey dice che, se faremo le cose giuste, nel 2040 i 65 saranno i nuovi 55. Un sessantacinquenne sarà in salute e in forma come un cinquantacinquenne di oggi. Dopo lo choc del coronavirus, può essere letta come un’iniezione di ottimismo. Non è però scontato che le nostre società ce la facciano: la politica della salute giocherà un ruolo essenziale nei prossimi anni e le opportunità – secondo la società di consulenza americana – sono enormi ma non è scontato siano afferrate. Ogni anno, secondo lo studio di McKinsey, la cattiva salute della popolazione riduce il Prodotto lordo globale del 15%. Gli interventi già deliberati dai governi indicano che questo peso potrebbe essere ridotto del 40% nei prossimi vent’anni: per il 70% grazie alla prevenzione data da un migliore ambiente, da comportamenti più sani, dall’accesso più ampio a vaccini e a medicinali; il restante 30% grazie a nuove terapie e a nuovi trattamenti delle malattie. Innovazioni già in preparazione e visibili nei laboratori delle case farmaceutiche possono ridurre il costo della cattiva salute di un ulteriore 6-10%. Per andare oltre, McKinsey identifica dieci tecnologie ad alto impatto potenziale che possono migliorare gli interventi post-terapia e rallentare l’invecchiamento. Il risultato complessivo potrebbe essere un miglioramento del Pil globale di 12 mila miliardi di dollari al 2040 che si tradurrebbero in centomila miliardi se si considerano tutti i benefici sociali derivati. In termini strettamente economici, un dollaro investito correttamente nella salute può avere un ritorno tra i due e i quattro dollari. Tra le dieci tecnologie individuate che potrebbero far fare un salto di qualità, ci sono la medicina rigenerativa, le terapie digitali, la terapia genica, le terapie cellulari, naturalmente nuovi farmaci, procedure chirurgiche avanzate, robotica, elaborazione dei dati. Alla base, per potere approfittare di almeno una parte delle opportunità che la tecnologia offre, serviranno scelte politiche che coinvolgano un ventaglio di soggetti privati oltre che pubblici: l’esperienza della pandemia dice che alcuni governi faranno bene ma parecchi altri probabilmente no. Il 2020 è però l’anno nel quale la salute si è insediata tra le priorità dei cittadini: se potranno sentirsi addosso dieci anni in meno, garantiranno il consenso a quei sistemi che hanno fatto le scelte giuste.