la Repubblica, 16 luglio 2020
Ricordi amari di Luciano Benetton
(…) Con Gianni Mion, amico della prima ora, richiamato alla presidenza di Edizione dopo la morte di Gilberto «distrutto dalla tragedia del ponte Morandi», Luciano in serata si lascia andare anche ai ricordi. «Trent’anni fa – confida – all’aeroporto di Los Angeles un poliziotto mi riconobbe dal passaporto e mi chiese a bruciapelo quanti negozi avessi aperto quel giorno. A Montreal una signorina del check-in non voleva credere di trovarsi davanti Gilberto. Nel 2000 la direttrice del New Yorker ci invitò a pranzo nella sua casa di Manhattan per sapere cosa pensasse del mondo la famiglia Benetton, icona dello stile e del successo italiano. All’estero ci rispettano e non capiscono perché un grande gruppo privato, sconvolto da una tragedia che tocca alla magistratura chiarire, viene fatto a pezzi da uno Stato che ha sempre sostenuto, mentre il Paese affonda in una crisi senza precedenti». (…)