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 2020  luglio 16 Giovedì calendario

Nuotare in paillettes

Divertente, tenera e libera, Gamberetti per tutti di Maxime Govare e Cédric Le Gallo è una commedia uscita in sala. Ispirata a una vera squadra di pallavolo gay, racconta di un campione di nuoto, il belga Matthias Le Goff, che dopo aver reagito con un insulto omofobo verso un insistente intervistatore tv, viene costretto dalla Federazione ad allenare una squadra per il campionato LGBT previsto in Croazia. Sarà l’inizio di un viaggio che farà scoprire la disciplina alla squadra e molti sentimenti nell’allenatore, anche nel rapporto con la figlia adolescente. Racconta Maxime Govare (Le Gallo è assente per un impegno con la squadra): «Cinque anni fa avevo girato I kissed a girl, commedia con un protagonista gay, due anni fa Cédric, che è uno dei membri della squadra, mi ha cercato: “Devi fare un film su di noi”. Ho chiesto il perché del nome inglese, The Shiny Shrimps : “Perché abbiamo ambizioni internazionali”. Ho incontrato la squadra e ho capito che era una storia importante e rara, vista anche l’omofobia che affligge il mondo dello sport». Nella realtà la squadra ha partecipato ai Gay Games di Parigi, molti degli atleti recitano nel film e «in passato uno era stato aggredito ed era stato in coma per un po’. Ma l’idea dell’allenatore omofobo è pura finzione». La cosa di cui è più fiero il regista è che «non è un documentario o un dramma, ma una commedia con eroi gay, che significa ridere con loro dei cliché. Un film per il grande pubblico, alle proiezioni c’erano donne e famiglie». In una scena uno degli atleti dice all’allenatore: «Noi possiamo dire questa cosa, tu non puoi perché non sei gay». Anche il regista, che non è gay, si è fatto questa domanda: «Per questo ho scritto il film con Cédric, che controllava quello che era credibile e non suonasse stonato. Anche io controllavo che situazioni e riferimenti non fossero diretti o decifrabili solo dal pubblico gay. Il rapporto è stato molto proficuo per entrambi». Cosa ha scoperto facendo il film? «Ho capito che la comunità gay, almeno quella dei Gamberetti che ho conosciuto, ha realizzato una famiglia di tipo moderno, basata sulla affinità e non sui legami di sangue, un gruppo solidale con cui trascorrere il Natale e la quotidianità, scegliendo rapporti tradizionali o più liberi». Come ha reagito il mondo dello sport all’arrivo in sala di Gamberetti per tutti ? «Due settimane prima dell’uscita in Francia, c’erano state molte aggressioni omofobe, ci sentivamo in colpa per questa “pubblicità”. Il settimanale sportivo L’Èquipe ci ha dedicato una copertina, una foto in cui Cédric bacia un giocatore. È stata la prima volta che ha fatto una cosa del genere, ha vinto un premio come miglior cover dell’anno. Alcuni edicolanti si sono rifiutati di vendere la rivista, cosa peraltro illegale, c’è stato molto clamore. Ma la risposta del pubblico è stata straordinaria e stiamo preparando il seguito: ci sono tanti temi sull’omofobia che vogliamo affrontare, non solo nello sport».