la Repubblica, 15 luglio 2020
Gli utili delle banche Usa meglio delle attese
Jp Morgan, Citi e Wells Fargo, tre fra le maggiori banche Usa, accantonano 28 miliardi di dollari sui conti tra aprile e giugno, il trimestre più nero della pandemia. Denaro contabile, che – stimano – coprirà perdite su crediti futuri. Un monito triste all’economia, anche dell’Europa, che ancora non vede molti degli effetti del Covid. «Retribuzioni, risparmi e prezzi delle case sono ancora alti ha detto Jamie Dimon, il leader di Jp Morgan che sempre più domina l’agone bancario globale – la parte recessiva arriverà dopo». La prudenza contabile mostrata dai tre colossi bissa peraltro quella del primo trimestre 2020, in cui il settore negli Usa aveva quintuplicato, rispetto agli ultimi anni, le riserve sui crediti in forse: dimezzando gli utili. Anche a fine giugno la riga finale dei conti ne ha risentito, pur se in modo diverso perché Citi e soprattutto Jp Morgan si sono in parte rifatte con i profitti realizzati sfruttando la volatilità dei mercati, in altre parole con il “trading”.
Jp Morgan s’è confermata, malgrado 10,5 miliardi di accantonamenti (erano 1,2 miliardi l’anno prima), un’ammiraglia. Con ricavi totali per 33,8 miliardi di dollari (+15%), e quelli da mercati e grandi clienti saliti del 33%, a compensare il calo (-4%) del margine d’interesse sui tassi. L’utile netto, benché dimezzato a 4,7 miliardi, è molto sopra le attese degli operatori. «C’è ancora molta incertezza sull’economia – ha aggiunto Dimon -. Siamo comunque pronti a tutte le eventualità: abbiamo oltre 34 miliardi di riserve sui crediti e una significativa potenza nel generare utili che ci permetterà di assorbire anche maggiori riserve sui crediti in caso di necessità». L’azione Jp Morgan ha risollevato il settore a Wall Street e altrove. Simile cocktail contabile per la rivale Citi, un po’ in scala: ricavi per 19,8 miliardi (+5%), trainati dal reddito fisso e grandi clienti, ma utile netto sceso del 73% a 1,3 miliardi, dopo 7,9 miliardi di perdite su crediti. Per Wells Fargo, che ha più filiali e meno attività sui mercati, gli accantonamenti sui prestiti (saliti a 9,5 miliardi) danno il tono all’ultima cifra della trimestrale, rossa per 2,4 miliardi: è la prima volta dal 2008.
Tra le banche europee, che usciranno con le trimestrali da fine mese, la musica sarà peggiore. Nei conti a marzo, pochissime avevano anticipato robusti accantonamenti per i mancati rimborsi di rate, congelate dalle moratorie per centinaia di miliardi. Ma la Bce ha ormai fornito le sue stime macro sul 2020, e comunicherà entro fine luglio gli esiti del test di vulnerabilità, oltre all’aggiornamento sui dividendi “congelati” a marzo. Per ora fino a ottobre.