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 2020  luglio 15 Mercoledì calendario

Gli sceicchi su Marte

La speranza è donna. Gli Emirati Arabi Uniti devono aver pensato che questo slogan possa funzionare. Al volto di una scienziata di 33 anni hanno affidato la loro ultima scommessa sul futuro: una sonda che dovrà fotografare i segreti dell’atmosfera di Marte. L’apparecchio si chiama Al Amal, Speranza appunto – più o meno le dimensioni di una utilitaria, una tonnellata e mezzo di peso – e a parlarne ai media del mondo è Sarah Al-Amiri, ministra della scienza e numero due del team che deve portare per la prima volta un paese arabo nell’orbita del pianeta rosso. Il 34% degli emiratini nella squadra sono donne «e abbiamo parità di genere tra i manager che rispondono al capo missione Omran Sharaf», spiega Al-Amiri.
Il lancio era previsto per ieri sera alle nostre 20.52 dalla base giapponese di Tanegashima, ma le avverse condizioni metereologiche hanno fermato tutto poco prima dell’inizio del conto alla rovescia. L’appuntamento è stato spostato a domani, ma se anche stavolta si presenteranno problemi si riprogrammerà la partenza: la finestra di opportunità resta aperta fino al 13 agosto. In questo periodo la Terra e Marte distano “appena” 55 milioni di chilometri contro i 76 milioni di media consueta: si tratta di una condizione che si potrà ripresentare solo tra 26 mesi. Per gli Emirati è simbolicamente fondamentale riuscirci ora: la sonda – che è scortata nello spazio da un vettore giapponese di Mitsubishi Heavy Industries ed è stata costruita in collaborazione con l’Università del Colorado – dovrebbe arrivare nell’orbita di Marte a febbraio. In tempo cioè per le celebrazioni dei 50 anni dalla nascita degli Emirati arabi uniti, un paese divenuto ricco con il petrolio, ma che ora sa di dover puntare su altro.
Nei prossimi mesi il pianeta rosso sarà piuttosto affollato, sono in partenza i cinesi di Tianwen-1 e gli statunitensi di Mars2020. Dal 1960 ad oggi ci sono state almeno 40 missioni verso Marte (americani, russi, indiani ed europei), con percentuali di fallimento altissime. «Fondamentali saranno le prime 24 ore dopo il distacco dal vettore – spiega Al-Amiri – quando riceveremo il primo segnale, quando sapremo che ogni parte funziona, quando i pannelli solari si saranno aperti». Al Amal dovrebbe viaggiare a circa 40mila chilometri orari, per arrivare a fare il suo lavoro: misurare con un apparecchio ad alta risoluzione, uno spettrometro a infrarossi e uno a ultravioletti i valori dell’atmosfera di Marte. Il tutto per fornire elementi agli scienziati che cercano di capire perché il pianeta si sia trasformato in una distesa di polvere. «Per la prima volta la comunità scientifica avrà una visione globale dell’atmosfera marziana nei differenti momenti della giornata e nelle diverse stagioni – illustra Omran Sharaf – è il nostro contributo agli sforzi mondiali per lo sviluppo di tecnologie che serviranno quando l’umanità deciderà di mandare persone su Marte».
Insomma, gli occhi già puntati sul programma ambizioso di creare entro un secolo una colonia umana sul pianeta rosso. Dubai, il più glamour dei sette emirati, ha già in gaggiato architetti per immaginare una città marziana e per ricrearla nel suo deserto con il nome di “Science City”. Progetti avveniristici, in un paese che a settembre ha inviato nello spazio il suo cittadino Hazza al Mansouri (primo arabo a visitare la Stazione spaziale internazionale) comprando un posto a bordo della Soyuz.
L’idea fondamentale però – spiega Omran Sharaf – è quella di «ispirare i ragazzi nelle nostre scuole a puntare sulla scienza, perché con la scienza potranno essere anche affrontati nodi importanti come la sicurezza alimentare e idrica e l’economia post-petrolifera». Un bel carico per la sonda della Speranza.