Il Messaggero, 14 luglio 2020
La Casa Bianca dichiara guerra a Fauci
All’inizio lo ha accolto nella task force con cordialità. Poi le cose sono cambiate e Donald Trump ha cominciato a vedere nel virologo Anthony Fauci non tanto un alleato, quanto un ostacolo. E lo ha pian piano ignorato e progressivamente marginalizzato. Da oltre due mesi si rifiuta di ascoltare i suoi briefing sul progredire del covid-19. E negli ultimi giorni quella che sembrava solo un cortina di gelo è diventato un attacco in piena regola. Anzi, contro il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases la Casa Bianca ha adottato la stessa strategia che si usa contro gli avversari nelle campagne elettorali, la opposition research.
LE DICHIARAZIONII collaboratori del presidente hanno raccolto una serie di dichiarazioni fatte da Fauci sin dall’inizio di gennaio e le hanno sottoposte al canale tv Nbc e al quotidiano Washington Post. La lista vuole sottolineare quel che Trump stesso ha sostenuto, e cioè che Fauci «ha sbagliato varie volte», e quindi non è affidabile. A gennaio il virologo dichiarò effettivamente che non sembrava che il coronavirus dovesse diventare una grave minaccia negli Usa ed escluse la necessità di usare la maschera. Ma poi è stato lui stesso che ha cambiato posizione man mano che la scienza correggeva il tiro. Per di più, come notano i media indipendenti americani, le informazioni non corrette date all’inizio da Fauci erano condivise da tutti al mondo. I sondaggi dimostrano che il virologo gode di un alto tasso di approvazione nel Paese, il 67%, e gli analisti credono che sia perché non ha avuto paura di correggersi quando ha constatato che certe posizioni erano sbagliate. Ma Fauci è un ostacolo sul cammino elettorale di Trump, che sta scommettendo sul fatto che la popolazione americana diventi progressivamente insensibile alle notizie sul covid19 e accetti la teoria che «le cose stanno andando bene», e che il Paese deve «andare avanti».
Per l’appunto le cose non stanno andando molto bene. Venerdì si sono registrati 70 mila contagi accertati in un giorno, 14 mila dei quali in Florida, dove gli ospedali sono allo stremo. Sono 36 gli Stati dove il contagio è ricominciato a crescere, per un totale nazionale di quasi 3 milioni e mezzo, e adesso anche i decessi aumentano, e sono a un pelo da 138 mila. Lo stesso Trump ha fatto buon viso a cattivo gioco e ha cancellato un comizio che doveva tenere lo scorso sabato nel New Hampshire, e quando è andato in visita all’ospedale militare ha accettato di indossare pubblicamente una mascherina, per la prima volta dallo scoppio del virus. Ma l’atteggiamento generale di Trump verso l’epidemia rimane di disinteresse, lasciandola sulle spalle dei governatori.
UN OSTACOLOFauci costituisce un ostacolo proprio per la sua popolarità, e anche se il virologo non ha mai attaccato il presidente è chiaro che è in contrapposizione con lui. Fauci ad esempio nega che gli Usa siano un modello internazionale di efficienza nella battaglia al virus, come sostiene Trump. Non crede che si possano riaprire le scuole senza un massiccio e costoso intervento federale, ed è scettico che il vaccino sarà disponibile prima dell’anno prossimo. Dal canto suo, Trump non retrocede. Ieri mattina ha rilanciato un tweet cospirazionista che testimonia della sua crescente irritazione contro chi non sia d’accordo con lui. Nel tweet infatti si sostiene che tutti stanno mentendo negli Usa per danneggiare la sua rielezione, «I Cdc (Centers for Disease Control), i media, i nostri dottori».