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 2020  luglio 14 Martedì calendario

Intervista al figlio di Gina Lollobrigida

Si può indossare una comune polo a righine benché allevati nel gusto per il design imperiale: «Mia madre mi manca» spiega Milko Skofic, figlio di Gina Lollobrigida che, a 93 anni, ancora contende a giovani attrici le prime pagine dei quotidiani per questioni, però, giudiziarie. Le parole di Skofic escono con riluttanza: l’altra vittima in questa storiaccia di conti correnti aggrediti e manager improvvisati, dice, è la riservatezza. E forse anche un po’ la reputazione di una diva.
Dal 2014, quando ha intrapreso la via legale contro sua madre, Skofic vive il rapporto con lei attraverso un filtro. Andrea Piazzolla, il factotum della Bersagliera a processo per circonvenzione d’incapace, è sempre tra loro. «Vorrei tornare a parlarle di fotografia come facevamo, oppure raccontarle dei miei viaggi», dice nello studio del suo avvocato Alessandro Gentiloni Silveri.
Quando l’ha sentita?
«Una settimana fa. Era sola in casa (una villa sull’Appia antica, ndr). Ha risposto, la sua voce era squillante, presente, deliziosa».
Solo pochi giorni fa la Lollo l’ha definita un figlio che non si è mai preoccupato della madre. Vuol replicare?
«Le parole di mia madre sono frutto di una manipolazione».
Sua madre è raggirabile, ha detto un perito nominato dal tribunale. La intristisce?
«Sì. È sempre stata testarda, ma ora è divenuta fragile».
Non crede di averla lasciata sola?
«A volte penso che avrebbe avuto bisogno di un amministratore dei suoi beni e che in me non l’ha trovato».
È sua madre non il suo datore di lavoro. Si rimprovera altro?
«Forse avrei dovuto reagire prima».
Quando?
«Quando mandò via Alma».
Chi era Alma?
«Alma era più di una cameriera. Una donna di origini etiopi che viveva con noi da molto tempo e le salvò la vita. Chiamò l’ambulanza quando la vide svenire. In ospedale la operarono d’urgenza, non fosse stato per Alma... Eppure fu mandata via. Da allora si è resa irreperibile. Paura o delusione non saprei. Il primo segnale».
Poi?
I suoi gioielli di Bulgari, un patrimonio da 4 milioni di euro, sono stati venduti. Ma i soldi dove sono? Non sui suoi conti
«Il nostro giardiniere. Licenziato anche lui. Quindi ci fu interdetto il cancelletto che separava la villa dalla dépendance (dove risiedeva Skofic, ndr)».
Il vuoto attorno a lei...
«Subito dopo arrivarono altri segnali».
Quali?
«Mia madre, storicamente oculata, cominciò a comprare vetture. Fino a poco tempo prima il suo parco auto era di una Panda e una Mercedes di seconda mano. Un giorno trovo le fatture per un’Audi da oltre 100mila euro. In seguito, un carosello di moto e vetture di lusso. Una Ferrari acquistata a 330mila euro, rivenduta a 240mila...».
È una questione di soldi?
«Non ci sono più soldi a Roma, non ce ne sono più a Montecarlo. I Bulgari di mia madre...».
Che fine hanno fatto i leggendari gioielli della Bersagliera?
«Venduti. Un patrimonio da 4 milioni di euro. Ma i soldi dove sono? Non sui suoi conti. La Finanza se ne sta occupando».
Mobili e oggetti della Lollo sono stati rinvenuti nel catalogo di una casa d’aste.
«Svenduti a poche migliaia di euro per fare cassa».
Sarebbe doloroso per sua madre svegliarsi a questo punto non crede?
«Non è un buon motivo per lasciarla in balia».
Perché si è convinto a fare questa intervista?
«A forza di ripeterle le bugie suonano come vere. Guardate cosa accade nell’America di Trump. Volevo solo restituire un po’ di verità».