Corriere della Sera, 14 luglio 2020
Il virus dieci volte più letale dell’influenza
A mesi dalla prima devastante ondata epidemica in Italia si può ora in parte rispondere a due delle domande ricorrenti nei giorni bui: quanto si muore di Covid-19? E perché in Italia ci sono state più vittime?
Per mesi siamo stati costretti a ipotizzare le risposte, sottolineando che i dati sarebbero arrivati solo a posteriori, quando il risultato non sarebbe più dipeso solo dai tamponi effettuati o dalla conta dei morti (fattori soggetti a troppe variabili), ma sarebbe stato calcolato tramite le indagini sierologiche sulle popolazioni che, da campione statisticamente valido, stimano prevalenza e letalità delle malattie.
Un’analisi dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) realizzata in questo modo conferma che Sars-CoV-2 è in percentuale dieci volte più letale dell’influenza stagionale, ma dieci volte meno della Sars. La letalità in Europa occidentale si aggira intorno all’1% delle persone infette: non il 2-3 per cento che si era ipotizzato inizialmente, ma nemmeno lo 0,1% dell’influenza. I calcoli sono stati fatti partendo dalle stime di prevalenza del virus in Spagna e Inghilterra emerse dopo le indagini epidemiologiche. In Spagna ha contratto il virus il 5% della popolazione. Per calcolare la letalità di una data infezione si rapportano i contagi con i decessi, in questo caso non il dato ufficiale, ma i numeri dell’eccesso di mortalità tra metà marzo e metà maggio 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Per il Paese iberico la letalità risulta così dell’1,34%. In Inghilterra l’Istituto di statistica britannico (Ons) ha stimato che il numero di persone che hanno sviluppato anticorpi ammonta al 6,3% della popolazione. Raffrontando la prevalenza con l’eccesso di mortalità si ottiene una letalità dell’1,47%.
Un’altra domanda ricorrente è stata perché in Italia si morisse di più: uno studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha mostrato come il nostro Paese rientri nella media europea per numero di vittime quando i valori vengano «standardizzati per età» della popolazione. I ricercatori hanno messo a confronto i tassi ufficiali di mortalità per Covid-19 in nove regioni metropolitane con caratteristiche simili (si veda grafico a centro pagina, ndr) e hanno dimostrato come la percentuale di anziani in Lombardia, doppia rispetto alla media delle regioni europee, sarebbe la ragione dell’alta mortalità italiana.
Non c’è solo questo a dare conto del numero delle vittime: ci sono le azioni intraprese, l’impreparazione, lo stress del sistema sanitario, la circolazione del virus per un mese sottotraccia, l’assenza di terapie specifiche, ma una delle spiegazioni più «banali» e immediatamente evocata, come l’età media della popolazione italiana, è risultata valida.