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 2020  luglio 14 Martedì calendario

Il costo della paralisi ligure

Circolano le prime cifre, drammatiche, sul danno economico per il sistema logistico ligure provocato dal caos autostrade. Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, stima in 200-250 milioni a settimana il costo della congestione. Poiché la paralisi dura da circa un mese, il danno per le imprese liguri della logistica potrebbe già sfiorare il miliardo di euro. E il quadro è destinato ad aggravarsi ulteriormente, perché anche la norma sblocca gallerie inserita nel Dl Semplificazioni rischia di risultare insufficiente.
Logistica in ginocchio
Il caso Liguria sta paralizzando l’intera economia del Nord-Ovest. Due dati su tutti, calcolati da Confcommercio e Conftrasporto: il 50% della logistica italiana passa sul territorio ligure e un’ora di ritardo in più degli oltre 30mila camion che ogni giorno attraversano il nodo di Genova costa alle imprese circa 2 milioni di euro. Per gli operatori logistici, ogni ora di ritardo del camion determina un maggior costo in termini di carburante, usura del mezzo, costo dell’autista, tempi per l’andata e il ritorno. L’autista che impiega più tempo per fare un viaggio rischia di arrivare tardi per farne un altro. E così sorgono problemi anche nel trovare carichi di ritorno. «Questi maggiori costi – osserva Botta – dovranno essere recuperati da qualche parte: ecco perché il caos lungo le autostrade liguri finirà per ripercuotersi anche sui consumatori, cioè su tutti i cittadini italiani, che dovranno subire un rincaro finale del prezzo della merce dovuto proprio alla paralisi di queste settimane».
Alessandro Laghezza, presidente di Confetra Liguria, è netto: «La logistica ligure – dice – deve scontare due tipi di danni: imminenti e a medio-lungo termine. I danni imminenti sono quelli relativi ai maggiori costi giornalieri che gli operatori devono sostenere a causa della congestione autostradale. I danni a medio-lungo termine colpiscono la portualità ligure nel suo complesso, che rischia di perdere quote di traffico a scapito di altri porti, per esempio degli scali marittimi del Nord Europa (Rotterdam, Amburgo, Anversa, ndr) che già oggi sottraggono al sistema portuale nazionale circa 900mila container l’anno». A causa delle code si producono una serie di ritardi a catena, al punto che alcuni terminalisti stanno invitando i loro clienti a usare i terminal di loro proprietà in scali alternativi (La Spezia, Trieste, Venezia, Ravenna). Intanto si profila un ulteriore allarme: i cantieri ferroviari lungo la linea dei Giovi. «Dal prossimo 27 luglio ai primi di settembre – dice Laghezza – la linea ferroviaria Genova-Milano sarà chiusa per i lavori legati al Terzo valico. La coincidenza tra questi lavori ferroviari già programmati da Rfi e comunque indifferibili e i lavori lungo la rete autostradale ligure potrebbe sfociare nella tempesta perfetta. Dobbiamo scongiurare che ciò accada, chiudendo i cantieri autostradali entro la fine di luglio».
Senza contare i danni subiti dal porto di Genova, che già durante i primi 6 mesi del 2020 a causa del lockdown ha registrato una perdita nei traffici via container dell’11%, con punte del 29% nel mese di maggio. Gli effetti delle difficoltà a raggiungere il porto a causa dei blocchi stradali delle ultime settimane si sommano ai precedenti danni del lockdown. Infine la prospettiva di fare lunghe code scoraggia i turisti dallo scegliere la Liguria come meta di vacanze. Le strutture alberghiere e turistiche hanno appena riaperto dopo il lockdown e cercano di riprendere le loro attività per quanto possibile, non potendo contare sul flusso di turisti stranieri. Diversi alberghi hanno ricevuto disdette a causa della difficoltà a raggiungere le mete di vacanza in Liguria.
La norma sblocca gallerie
Con un blitz dell’ultimora nel Dl Semplificazioni, il ministero delle Infrastrutture ha previsto linee guida sull’effettuazione e la programmazione delle ispezioni nelle gallerie e delle successive attività di manutenzione e messa in sicurezza (si veda Il Sole 24 Ore di domenica 12 luglio). È la risposta alle richieste arrivate più volte dalla Liguria nelle ultime settimane, ma potrebbe non bastare.
Infatti, le linee guida dovranno essere emanate dal ministero sentendo il Consiglio superiore dei lavori pubblici (suo organo consultivo). Tutto ciò, secondo la norma, dovrebbe essere fatto in un mese, ma si sa che questi termini sono quasi sempre sforati. Inoltre, la questione è delicata e siamo alla vigilia delle ferie estive.
Il testo Dl prevede che, in attesa delle linee guida, in «particolari situazioni di urgenza» il ministero può «individuare specifiche misure e modalità di effettuazione delle ispezioni». È ciò che è già stato fatto da inizio anno in Liguria (e da questi giorni tra Marche, Abruzzo, Lazio e Campania), provocando il caos attuale perché le ispezioni hanno fatto emergere varie criticità strutturali nelle gallerie. Ma non è detto che la situazione resti immutata: i provvedimenti attuali sono stati presi da un solo ispettore, Placido Migliorino, cui è stata data di fatto la responsabilità della Liguria ma che dirige l’Uit (ufficio ispettivo territoriale) di Roma, competente per il Centro-Sud. Il ministero gli confermerà l’incarico ligure o sposterà tutto sull’Uit di Genova? O, ancora, accentrerà la questione presso la direzione generale di vigilanza sulle concessioni autostradali (Dgvca), da cui dipendono gli Uit? E come si muoverà chi sarà chiamato a decidere?
Dalla risposta a queste domande dipende la possibilità di attenuare il caos attuale. Sempreché non accadano altri crolli.