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 2020  luglio 13 Lunedì calendario

Biografia di Marisa Allasio


Marisa Allasio, nata a Torino il 14 luglio 1936 (84 anni). Attrice • «L’avvenente Marisa Allasio, tutte curve e mossettine» (Emidio Jattarelli, Il Tempo 17/6/2014) • «Forse il primo vero sex-symbol del nostro cinema» (Fabio Ferzetti, Macro, il Messaggero 11/1/2014) • «È divenuta celebre grazie al famoso film di Dino Risi Poveri, ma belli (1957) in cui interpreta Giovanna, una ragazza che gioca con gli uomini conscia della sua prorompente bellezza. Negli anni Cinquanta questo suo personaggio ha rappresentato un nuovo tipo di donna, maliziosamente spregiudicato, che tenta di compiere i primi passi verso la libertà sessuale, pur nei limiti di una moralità tradizionale e piccolo-borghese» (Simonetta Paoluzzi, Enciclopedia del Cinema, Treccani, 2003) • «Avevo tredici anni e il bikini di Marisa Allasio in Poveri ma belli è un ricordo incancellabile» (Bruno Vespa) • «A 14 anni. D’estate ci infilavamo sotto i capanni del Lido e bucavamo col trapano le assi del pavimento per sbirciare Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Marisa Allasio che si spogliavano. Uscivamo da lì sotto alle 8 di sera con gli occhi fuori dalle orbite» (Vincenzo Pipino, ladro di professione, a Stefano Lorenzetto) • «Bellissima. In bikini faceva faville. Dura come il ferro. Due occhi pungenti, narici frementi...» (Dino Risi) • Dopo Poveri ma belli, fece altri nove film, tra cui: Belle ma povere (Dino Risi, 1956), Camping (Franco Zeffirelli, 1957), Marisa la civetta (Mauro Bolognini, 1957), Susanna tutta panna (Steno, 1957), Arrivederci Roma (Roy Rowland, 1957), Venezia, la luna e tu (Dino Risi, 1958) • Nel 1958, a soli ventidue anni, sposò il conte Pier Francesco Calvi di Bergolo, figlio del conte Giorgio e di Jolanda di Savoia, primogenita di Vittorio Emanuele III. Da allora abbandonò per sempre il mondo del cinema.
Titoli di testa «Come fanno a ricordarsi ancora di me? Ho lavorato nel cinema solo cinque anni poi sono totalmente scomparsa, anche dalle cronache. Allora è vero che i miei film hanno rappresentato qualcosa: non riesco a crederci, perché se mi capita di rivederli, li trovo un po’ ridicoli. Soprattutto io non mi piaccio per niente».
Vita «Nasce piccolo borghese, da padre calciatore (poi allenatore del Bari e del Torino) di nome Federico, e da mamma Lucia Rocchetti, casalinga. Una famiglia normale, quella di Marisa, che si completa con la sorella minore Marcella. Ben più che graziosa, Marisa imbocca a quattordici anni la strada dei concorsi di bellezza» (Marta Boneschi) • A sedici anni viene eletta miss di una spiaggia ligure, a sedici comincia a ricevere le prime offerte di scrittura da parte di produttori e registi • Federico Allasio è gelosissimo: le proibisce ogni contatto con i calciatori. Quando viene a sapere che pensa al cinema, la chiude in un convento. «La madre dell’aspirante attrice, una giovane signora cordialissima ma autoritaria almeno quanto il marito, fece in modo che tutte le offerte venissero respinte e recentemente la giovane Marisa ha appreso che il papà aveva avuto la premura di prenotare un posto per lei nella scuola - convitto delle suore redentoriste, un ottimo istituto molto ben frequentato, ma assolutamente lontano dalle tentazioni del cinema. Marisa Allasio frequenterà l’ultimo anno delle magistrali, poi si vedrà. Intanto le è concesso di studiare canto e danza, e per esercitare le sue attitudini di attrice, le è concesso di prendere parte alle recite che le suore redentoriste organizzano e dirigono nel loro istituto» (Corriere d’Informazione, 31/3/1954) • Alla fine, grazie alle pressioni di Enrico Mattia, un giornalista suo amico, Federico Allasio cede: Marisa può debuttare nel cinema. Studia recitazione con l’attrice teatrale Wanda Capodaglio. Comincia facendo la comparsa • «Sono gli anni in cui nasce la commedia all’italiana, sulla scia dei Pane, amore e fantasia, ma anche nell’acuto ricordo dei “telefoni bianchi”. La ricetta prevede […] una bella ragazza civetta ma perbene, un giovanotto piacente e fanciullone, qualche caratterista nelle vesti di padre, zio o carabiniere, una mamma guardiana della virtù, una serie di equivoci che tengono desta l’attenzione per qualche decina di minuti e conducono al lieto fine, cioè alle nozze. Insomma è Poveri ma belli di Dino Risi, dove […] Marisa si impone da protagonista, da nuova stella. Curve femminili e muscoli maschili, sottovesti e canottiere, battute a doppio senso e battibecchi d’amore. È il 56, anno del debutto anche per la Fiat 500» (Boneschi) • Il film è un grandissimo successo. Incassa quasi un miliardo di lire. A molti però sembra troppo disinvolto • Il Centro cattolico cinematografico lo vieta: «escluso per tutti per superficialità desolante, mancata valutazione del bene e del male, compiaciuta esibizione di indumenti succinti». Nella capitale, il manifesto pubblicitario, che mostra Marisa di schiena, con il fondoschiena in bella evidenza, viene rimosso. «Pare che la segnalazione sia stata proprio di Papa Pio XII, che aveva notato casualmente il manifesto viaggiando in automobile per le strade di Roma» (Aldo Grasso, Corriere della Sera Magazine, 11/01/2007) • Sia come sia, la Allasio diventa famosissima. «Marisa è stata, negli anni 50 […] il peccato prima del matrimonio: fatto di lusinghe, di approcci, di furbizie, di ritrosie, di gesti e parole spregiudicati, ma che si sapeva fermare in tempo. Alt, alla soglia del passo fatale! Perché se per esempio Lorella De Luca e Alessandra Panaro, innamorate di Renato Salvatori e Maurizio Arena […] erano fanciulline verginali, prive di civetteria, ideale maschile della brava ragazza da sposare perché non suscitavano alcuna bramosia, Marisa invece intorbidiva i sogni con la sua sventatezza e le sue provocazioni di autentica “allumeuse”. Ma per tutte neanche si poneva il problema: solo col matrimonio l’uomo avrebbe avuto accesso al loro corpicino, sia a quello pudicamente non ostentato di Lorella e Alessandra, sia a quello sfacciato ed esibito di Marisa» (Natalia Aspesi, la Repubblica, 12/7/1985) • Diventa una delle attrici più amate d’Italia. «Nei successivi ruoli ripropose fondamentalmente lo stesso personaggio caratterizzato da una miscela di ingenuità, sfrontatezza e rassicurante civetteria tipica delle figure femminili che contribuirono al successo del cosiddetto neorealismo rosa» (Paoluzzi) • «Interpretò Camping il primo film di Zeffirelli, con Risi girò anche l’improbabile Venezia, la luna e tu (con i finti gondolieri veneziani Sordi e Manfredi), con Zampa Ragazze d’oggi […], con Steno Susanna tutta panna e con Bolognini (sceneggiatura di Pasolini) Marisa la civetta: quindici film in meno di cinque anni» (Aspesi) • «Di quegli anni, Marisa […] ricorda soprattutto l’improvvisazione, la gioia avventurosa, il lavoro tutti insieme, la mancanza di paura, di narcisismo, di febbre del successo. “Per questo non ho mai pensato al cinema come a una professione. Ci divertivamo troppo, non mi sentivo attrice, non avevo ambizioni. C’era sempre accanto a me mia madre a ricordarmi che ero fatta per la famiglia, a rassicurare i futuri pretendenti con la sua costante presenza, e la mia illibatezza che il cinema non aveva corrotto”» (Aspesi) • «Se il cinema italiano ha visto passare come una meteora (l’immagine è presa a prestito dal Dizionario del cinema di Paolo Mereghetti) le narici maliziose, gli occhi a mandorla birichini, il sorriso piccante, e omettiamo il resto, di Marisa Allasio la responsabilità è di quel giovanotto bruno, alto, di sangue blu, che l’ha voluta sposare. Lui è Pier Francesco Calvi di Bergolo, figlio del conte Giorgio e della principessa Jolanda di Savoia, primogenita di Vittorio Emanuele III re d’Italia e di Elena del Montenegro» (Boneschi) • I genitori di lui non vogliono vederlo sposato a un’attrice. Il Movimento Monarchico Europeo fa sapere di aver scritto all’ex re Umberto II per chiedergli di opporsi alle nozze • Lei convoca a casa propria una conferenza stampa per smentire la notizia: «Fra me e il conte di Bergolo esiste soltanto una franca e cordiale amicizia, nulla di più». Ma è tutta scena: si scopre che al comune di Pomaro Monferrato, dove lui ha un castello, sono già affisse le pubblicazioni, e che i due hanno già prenotato un volo per l’Egitto per la luna di miele • Alle sei del mattino del 10 novembre 1958 tre grosse fuori serie americane, inseguite dalle auto dei fotografi, vengono viste salire verso il santuario di Nostra Signora di Crea, nel comune di Serralunga, retto dai frati cappuccini. Gli sposi si scusano per il ritardo con il parroco, don Fulvio Facchinelli: sarebbero dovuti arrivare per le cinque, ma non sono riusciti a spezzare l’assedio dei giornalisti attorno al castello di Pomaro. I testimoni sono il principe Romanoff di Russia e il regista radiofonico Enrico Luzi. Marisa e Pierfrancesco non indossano abiti da cerimonia. Sull’altare ci sono pochi fiori campestri, poche candele. La cerimonia è rapida: il silenzio e la penombra della chiesetta sono interrotti solo dai lampi di qualche fotografo. Lui dice sì con decisione, la voce di lei invece sembra velata da un piccolo tremito. Poi, all’uscita della chiesa, marito e moglie spariscono: quasi di corsa salgono su un’autovettura e si dileguano, nella nebbia del mattino che s’alza dai prati e dalle brughiere • «Lo strappo dal cinema e da ogni forma di notorietà fu totale. Della contessa Calvi di Bergolo non si seppe più niente» (Aspesi).
Vita pubblica A metà anni Sessanta fu eletta come indipendente nelle liste dei liberali nel consiglio comunale del comune di Pomaro, divenne assessore alle finanze.
Vita privata Due figli, Carlo Giorgio Dimitri (n. 1959) e Federica Angelica Maria (n 1962). «Bellissimi e adulti, le vivono vicino “senza che ci si disturbi reciprocamente”» (Aspesi, nel 1985) • Con il marito le cose andarono presto male. Per molti anni fecero vita separata, separati legalmente solo nel 1996. Lui morì nel 2002 • Per anni ha vissuto nel casale delle Cavalle Madri, tra i pini del parco di Villa Ada, a Roma: tutta roba di proprietà di casa Savoia, che le era stata concessa in comodato gratuito assieme a circa mille metri quadrati di terreno. Nel 1987 gli ex reali vendettero tutto a una società privata, che tentò invano di sfrattarla. Poi i terreni passarono al comune di Roma, che ci riprovò, lei fece ricorso, perse in appello, poi in Cassazione. Provò a dire che ormai la proprietà era usucapita ma niente. Al momento dello sgombero, nel 1999, presentò un certificato medico denunciando una sindrome ansioso-depressiva e restò lì «per intrasportabilità». I tecnici del comune si ripresentarono quattro volte, lei riuscì sempre a ottenere proroghe: alla fine, ormai nel 2000, quando fu cacciata definitivamente, i giardinieri comunali scoprirono che, al riparo delle fronde, ormai cresciute enormemente, la Allasio aveva fatto recintare non mille, ma seimila metri quadri di terreno, aveva trasformato abusivamente un rudere in una villetta a due piani.
Curiosità Alta 1 metro e 68 • Al cinema era sempre doppiata • Da sposata si dedicava alle battute di caccia: pare fosse un’eccellente tiratrice • Da ragazza, per un periodo, è stata fidanzata di Teddy Reno • «Non possiede nulla di suo, non è ricca e ha solo un rimpianto: di non aver accettato, perché già sposata, l’offerta di Visconti di partecipare al Gattopardo nel ruolo poi affidato a Claudia Cardinale» (Aspesi).
Titoli di coda «Se non fosse stata un po’ corta di gambe avrebbe avuto lo stesso impatto della Schiffer» (di nuovo Dino Risi).