Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  luglio 11 Sabato calendario

Periscopio

Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni! Carlo Collodi, Pinocchio.



Prendo in giro la gente, perché alla gente piace essere presa in giro. Alfred Hitchcock, regista.


Dopo questo confinamento, che ne sarà del mondo della moda che ho frequentato e frequento? So di essere una rompiballe, ma perché dovrei saperlo? Non sono mica una maga. Non lo sa nessuno, del resto. Andiamo avanti giorno per giorno e vedremo. Tutto quello che fanno i futurologi, dicendo «cambieremo», «diventeremo bravi», «staremo peggio» eccetera - beh - io non lo sopporto. Personalmente dico che aspetto di vedere cosa succede. Natalia Aspesi, giornalista (Giuseppe Fantasia). Huffington Post.


Don Benedetto Croce, autodidatta, aveva iniziato come compulsatore di archivi sul mondo napoletano. Redasse tanta petite histoire, ricca di tipi e aneddotica. Poi, giudicandolo indegno di sé, lasciò il campo al suo collaboratore, Fausto Nicolini, e s’involò sull’ippogrifo di Orlando nelle alte sfere dell’astrattezza. Di qui la sua storiografia incolore opposta a quella inglese dei dotti oxfordiani, che ha bagliori alla Boris Johnson, il granbritanno dei nostri giorni. Giancarlo Perna. LaVerità.


Mai come adesso ho visto a Milano tanti balconi verdi, e logge, terrazzi, perché il balcone è uno spazio vitale. Tutti hanno capito che il verde è un tema importante. Ma in Inghilterra già si prevede una grande spinta verso l’abbandono delle zone più densamente abitate. Succederà anche in Italia, chi ha una seconda casa ci si trasferirà (abbiamo ormai capito le potenzialità del lavoro a distanza) o ci passerà periodi più lunghi. Ma questo processo andrà governato. Servirebbe quindi una campagna per facilitare la dispersione, e anche una ritrazione dall’urbano, per lasciare spazio ad altre specie viventi. Poi, l’Italia è piena di borghi abbandonati, da salvare. Abbiamo un’occasione unica per farlo. Stefano Boeri, architetto (Brunella Giovara). la Repubblica.


Il bar all’angolo, quello coi tavolini fuori dove il sole batte la mattina presto, dopo due mesi ha riaperto. Saluto il proprietario come un vecchio amico, contenta di rivederlo. Anche il mio cane si avvicina per ricevere la consueta carezza, che non ha dimenticato. Quel micro mondo che è un quartiere metropolitano milanese torna in se stesso. Lentamente. Ma è già lontano il deserto e il silenzio dei primi giorni di lockdown, e anche, la sera, quel filo di paura, nelle strade in cui non incrociavi nessuno. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.


Ho assistito, nella mia carriera da reporter, alla comparsa nella storia del mondo di centinaia di milioni di persone. L’indipendenza del Congo, l’insurrezione in Sudafrica, l’indipendenza algerina: sembrano appartenere a un tempo remoto, ma per me sono ancora lì, molto presenti. Tutto il processo di decolonizzazione che ho raccontato da giornalista è stato uno dei momenti più esaltanti della mia vita. Bernardo Valli, inviato speciale internazionale (Simonetta Fiori). la Repubblica.


Figli e nipoti rendono la vita migliore. La mia primogenita, Maria, la ebbi a 23 anni. Fu un battesimo di fuoco. Nacque con una cerebropatia congenita a causa del cordone ombelicale attorcigliato attorno al collo. Visse solo per quattro anni e mezzo, stesa nel letto, senza pronunciare una parola. Girammo il mondo nella speranza di farla guarire. Ricordo che mia madre Suni chiese al professor Andrea Prader, lo scopritore della sindrome di Prader-Willi, direttore della Pediatria al Policlinico di Zurigo: «È il caso che Samaritana abbia altri bambini?». La guardò severo: «Signora, sua figlia ha le stesse probabilità che le ricapiti di qualunque altra donna seduta nella mia sala d’aspetto». Samaritana Rattazzi, figlia di Susanna Agnelli (Stefano Lorenzetto). Corsera.


«Ve lo siete meritato, Alberto Sordi!». Tuonava così Nanni Moretti in Ecce bombo, in una sorta di invettiva molto anni 70 che rifiutava, in Sordi e con Sordi, quelli che egli riteneva essere alcuni tratti negativi e deteriori dell’antropologia degli italiani. Si sbagliava, Moretti. E sbagliava due volte. La prima perché confondeva (errore, purtroppo, assai comune fra gli intellettuali e i maîtres à penser) l’attore con i suoi personaggi. La seconda perché un mostro (sacro!) come Alberto Sordi, purtroppo, molti italiani hanno dimostrato di non meritarlo affatto, troppo impegnati a trafficare con i loro affarucci quotidiani per rendersi conto di come e quanto Sordi restituisse, esasperandola, la loro immagine allo specchio. Gianni Canova, prefazione del libro di Igor Righetti Alberto Sordi segreto.


La maschera più protettiva nel coprire la realtà è quella di Santa Ipocrisia, mai così venerata, compagna di ogni personaggio che appare ovunque: conta molto di più di chi ha veramente valore, parla in continuazione, annuncia pubblicazioni, grida e decreti; si cimenta persino con la scrittura, quando non sa neanche leggere; capisce poco, ma pontifica, insegna, insulta, sbrana. Santa Ipocrisia è una coltre mortale, un macigno che spiaccica. Gianna Radice. Alle 5 della sera.


Sicuramente dobbiamo preservare gli ecosistemi. Un tempo si riteneva che foreste tropicali e ambienti naturali intatti fossero pericolosi trasmettitori di virus, ma studi più recenti hanno smentito questa convinzione sottolineando che è invece la distruzione della biodiversità fatta dall’uomo a creare condizioni per nuovi virus e patologie come l’attuale. Letizia Moratti, ex sindaco di Milano (Giannino della Frattina). Il Giornale.


Augustarello è l’ultima autentica osteria del Testaccio. Con i tavoli vicini, le tovaglie a quadretti, il rumore delle comitive di amici, una coppia di amanti che si raccontano i segreti a bassa voce, un vecchietto con la giacca dello smoking lisa che suona Il cielo in una stanza con il violino, tre ragazze che bevono rosso e parlano dell’ultimo film di Saverio Costanzo. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.


Appena arrivava un po’ d’alba, uscivo a camminare per Roma, lento e preoccupato come un pinguino. La città, a quell’ora, almeno in centro, si ripulisce, salvo tornare a soffocare quando comincia la giornata, i turisti escono degli alberghi, i pochi cestini reperibili si riempiono presto, debordano in mezz’ora, sommando, come in un film accelerato, incuria a scempio. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.


Di una donna mi piacciono gli occhi, le mani, i piedi. Ma non bastano. Roberto Gervaso. Il Giornale.