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 2020  luglio 10 Venerdì calendario

Armi, export senza regole

«Come cristiani e come cittadini abbiamo l’obbligo di modificare le strutture economico- finanziarie che producono morte. Cambiamo mira, investiamo nella pace!».Si chiude con questo invito, che poi ne è anche il titolo, l’editoriale comune firmato dai direttori di Missione OggiMario Menin, di Nigrizia Filippo Ivardi Ganapini, di Mosaico di paceAlex Zanotelli e da Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente nazionale di Pax Christi, per rilanciare la campagna di pressione sulle ’banche armate’, a vent’anni dal suo inizio e a 30 dalla promulgazione della legge 185 sulle esportazioni di armamenti.
Due le iniziative tenutesi ieri tra Roma e Brescia, d’intesa con la Rete italiana per il disarmo e la Rete della pace. Nella città lombarda – in una conferenza stampa con i direttori delle riviste e l’attivista per i diritti umani John Mpaliza – è stata denunciata la tendenza dei go- verni italiani degli ultimi 4 anni a incentivare le esportazioni di sistemi militari anche a Paesi verso cui sarebbero vietate perché in stato di guerra o responsabili di gravi violazioni di diritti umani. Inoltre diverse banche stanno finanziando aziende che producono ed esportano armi dagli stessi Paesi off limits, a causa di una «costante mancanza di controlli da parte del Parlamento».In trent’anni l’export militare italiano ha sfiorato i 100 miliardi di euro, con picchi tra 2006 e 2010 e nell’ultimo lustro: dal 2015 a oggi le esportazioni di armi (44 miliardi) hanno superato il valore dei 15 anni precedenti e il 56% è andato a nazioni estranee alle alleanze politico- militari del nostro Paese. Si va dai Paesi della penisola araba guidati da monarchie assolute (Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman) a quelli a sud del Mediterraneo (Egitto, Algeria, Israele, Marocco). Ma un’attenzione ai traffici da e per la Turchia è stata sollecitata da don Fabio Corazzina, parroco di Fiumicello di Brescia, mentre don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, ha rilanciato l’idea di coinvolgere i consigli pastorali parrocchiali e quelli economici perché chiudano il conto presso certe banche: «Dobbiamo decidere se andare in direzione della morte o scegliere la vita».
Per evitare che le banche finanzino gli armamenti si propone ad associazioni religiose e laicali, agli enti locali e ai singoli cittadini – «anche a quelli che proprio non vogliono sentirne parlare», come ha rimarcato padre Ganapini – di costituire comitati locali di appoggio alla campagna.
A Roma è stato presentato invece un dossier sui 30 anni della legge 185, con un numero speciale della Iriad Review. Una legge, ha affermato il direttore della rivista Maurizio Simoncelli, «che appare in parte aggirata (lo fece notare in Parlamento Sergio Mattarella il 3 maggio 2005) o inapplicata, come anche nel caso della Relazione governativa al Parlamento, divenuta negli anni sempre meno trasparente».