ItaliaOggi, 9 luglio 2020
Periscopio
Il vizio della retorica noi italiani ce l’abbiamo anche quando parliamo del risotto. Natalia Aspesi (Arnaldo Greco). Linkiesta.
Quando Salvini dice che la Lega è pronta ad appoggiare qualsiasi riduzione delle tasse dimostra di non avere delle chiare priorità. Luca Ricolfi. Il Messaggero.
Sono sempre stato circondato da un paese democristiano, massone, mafioso. Sono quindi stato isolato, ma sono rimasto sempre libero. Carlo De Benedetti (Pino Corrias). il Fatto quotidiano.
La Repubblica di Eugenio Scalfari servì da laboratorio per trasformare la sinistra, dopo il Sessantotto, da comunista proletaria in radical borghese. Marcello Veneziani. Panorama.
I consumi privati significano libertà. E libertà significa non avere padroni che ti dicono cosa fare, come fare, perché fare e dove fare. Giuseppe De Tomaso. Gazzetta del Mezzogiorno.
Camera dei deputati, Transatlantico. Ci sono tutti. Del resto, è mercoledì. Gli onorevoli arrivano il martedì pomeriggio e il giovedì all’ora di pranzo hanno già il trolley pronto per tornare a casa. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
Il rischio di una deriva modello Orbán c’è. Ma il rischio è alimentato da sinistra: ogni volta che provi una riforma ti dicono che è un colpo di Stato. Carlo Calenda, leader di Azione. (Alessandro Trocino). Corsera.
Sono cresciuto nel mondo del comunismo toscano. Immerso nell’ambiguità. Il partito aveva fatto la svolta di Salerno, era entrato nelle istituzioni. I militanti invece sognavano l’insurrezione. Ci litigavo di brutto, ma ho sempre mantenuto un rapporto con quel mondo fatto di persone che andavano nelle case del popolo, frequentavano i sindacati e le sezioni. Fu l’appiglio con la realtà che mi salvò quando le cose si complicarono. Sergio Staino, vignettista, autore di Bobo (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
Andrea Riffeser Monti: Voto 9 e mezzo. Dopo una lunga battaglia solitaria, il presidente della Fieg convince Guardia di finanza e Procura di Bari a indagare su Telegram, che provoca agli editori un danno da 250 milioni di euro l’anno veicolando copie digitali rubate. Già chiusi 114 canali pirata. I ricettatori rischiano l’arresto. Stefano Lorenzetto. Arbiter.
Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la migliore cosa che possa accadere a persone e a interi Paesi perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e le sue difficoltà violenta il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. Albert Einstein.
Adesso conduttori ambiziosi e showgirl disoccupate sperano di incontrare la nomenklatura grillina nei locali della movida, da Maccheroni o da PaStation, il ristorante del figlio di Denis Verdini, a sua volta suocero di Matteo Salvini. Incurante delle parentele ingombranti, ci capita anche la senatrice Paola Taverna, quella che si alzava nell’emiciclo di Palazzo Madama e urlava: «Io so’ der popolo e ve lo dico in faccia: a zozzoniiiii!» – vestita come se stesse al Tibidabo di Ostia, zatteroni di sughero e jeans strappati, mentre oggi invece gira tutta in ghingheri, con la sua Louis Vuitton d’ordinanza. Fabrizio Roncone. Corsera.
Oggi le toghe decidono persino chi può stare nelle liste elettorali. Luciano Violante, ex magistrato. la Verità.
L’unico che viene ricordato per avere negato il tu fra colleghi giornalisti fu Giovanni Spadolini, quando diventò direttore del Corriere della sera. A un inviato che era andato a presentarsi e gli aveva chiesto, quasi pro forma: posso darti del tu, vero? Spadolini gelido rispose: veda lei. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.
Voglio esaminare i nuovi padroni più volte, prima di affidare loro i miei cani. Una signora si è sobbarcata tre voli dalla Danimarca. Se a pelle non mi convincono, i labrador non glieli do. Mi accerto che non vengano scelti per assecondare una moda, che vadano in famiglie dove riceveranno affetto. Restano sempre i miei cani. Infatti, quando i nuovi padroni vanno in ferie, spesso me li riportano qui a pensione. Di certo non li vendo ad allevatori o per corrispondenza. Mi sento responsabile del cucciolo. Adottarlo è un impegno notevole. Devi dargli tutto te stesso, sacrificare una parte della tua vita, portarlo fuori sotto la pioggia anche se non hai voglia. Franco Barberi, allevatore di cani labrador (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Mi farebbe molto piacere credere che ci sia un aldilà. Nel dubbio, però, una racchetta me la porto. Adriano Panatta, tennista (Gaia Piccardi). Corsera.
La frenesia seguita alla Liberazione si cominciava a placare. Sulle prime, la gente non aveva fatto altro che uscire, tutti erano pieni di desideri da soddisfare subito. Qualunque cosa costituisse una prima volta dopo la guerra, le banane, i biglietti della lotteria nazionale, i fuochi d’artificio, provocava smanie e assembramenti. Interi quartieri, dal neonato in carrozzina alla nonna sorretta dalle figlie, si precipitavano al passaggio delle fiaccolate militari, delle giostre, del circo Buglione, quasi si calpestavano nel parapiglia. Annie Ernaux, Gli anni. L’Orma, 2008.
Agli ascari non garbava di lavorare nelle opere di fortificazione e nelle strade. Erano nemici del piccone e del badile. Le loro mani sottili sembravano fatte solo per il maneggio delle armi. Luigi Preti, Un ebreo nel fascismo. Rusconi, 1974.
Il commissario Mendéz, che nasce nel 1893, è un idealista crivellato dai dubbi. In lui Paco Ledesma aveva fuso varie figure di piedipiatti anomali conosciuti da giornalista: «Ce n’era uno che dimenticava sempre a casa la pistola; un altro che arrestava i delinquenti con un’arma caricata a salve o scagliando manciate di ghiaia». Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.
Un testimone oculare che era riuscito a fuggire faceva la descrizione di un campo di lavori forzati nella Russia settentrionale ove rabbini, socialisti, liberali, preti, sionisti e trozkisti scavavano in cerca d’oro, morivano di fame e di beri-beri. Isaac B. Singer, Nemici – Una storia d’amore. Longanesi, 1972.
Albo degli annunci minimi al Foro. Legionari falangiti manipolanti marittimi vigili in cerca di ristoro e svago qualunque ora di servizio completo in ambiente agiato e fornito bevande. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Feltrinelli, 1969.
Ho una gran voglia di essere felice senza enfasi. Roberto Gervaso. Il Giornale.