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 2020  luglio 07 Martedì calendario

Ponte sullo Stretto, c’è ancora un contenzioso

La decisione del governo Conte di rimettere in moto il progetto sullo Stretto di Messina, ripartendo però da zero, difficilmente potrà non tener conto anche del contenzioso aperto dal general contractor del vecchio progetto, Eurolink (guidato da Impregilo, ora confluita in WeBuild). 
In particolare, il contenzioso potrebbe essere un serio intralcio a decisioni alternative alla prosecuzione del vecchio progetto a campata unica voluto dalla società Stretto di Messina, guidata da Pietro Ciucci, in attuazione dei piani del governo Berlusconi. 
La Stretto di Messina è stata posta in liquidazione, con la nomina di un commissario liquidatore, dal governo Monti con la legge 221/2012 e decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 aprile 2013. Lo scioglimento della società ha superato nel dicembre 2019 anche l’esame della Corte costituzionale. 
Il contenzioso aperto da Eurolink contro la società Stretto di Messina (posta in liquidazione con la legge 221/2012), la Presidenza del Consiglio e il ministero dei Trasporti, vale 800 milioni di euro circa ed è fermo al giudizio di appello. In primo grado il Tribunale civile di Roma ha rigettato il ricorso e le domande di risarcimento. 
Il Covid-19 ha provocato uno slittamento dell’appello al novembre 2020. 
Il contratto Eurolink è stato firmato nel marzo 2006: il valore della gara era pari a 4,4 miliardi di euro ed era poi sceso a 3,9 miliardi di euro per effetto del ribasso offerto pari a circa il 12%. Il progetto definitivo presentato da Eurolink e approvato da Stretto di Messina (luglio 2011) era di oltre 8.000 elaborati progettuali. Al momento la società Stretto di Messina non ha corrisposto alcun importo a titolo di penali o risarcimento.
Di Eurolink fanno parte anche la spagnola Sacyr, Condotte, la Cmc di Ravenna, la giapponese Ishikawajima-Harima Heavy Industries e il consorzio stabile Aci mentre per la progettazione i soggetti incaricati sono la danese Cowi, la canadese Buckland & Taylor, l’altra danese Sund & Bælt.