La Stampa, 5 luglio 2020
Il Mose insabbiato
L’opera pubblica più inaugurata e meno funzionante della storia italiana continua a dare problemi. Si tratta, ovviamente, del Mose di Venezia. Al test di giovedì scorso, quattro delle quarantuno colossali paratie mobili che dovrebbero evitare alla città di finire sott’acqua si sono alzate come previsto, ma poi si sono ostinatamente rifiutate di tornare nei loro cassoni in calcestruzzo sul fondale. Colpa dei sedimenti e soprattutto della sabbia che si deposita nei cassoni. Del resto, la località si chiama Punta Sabbioni e che quindi sia piena di sabbia non sorprende.
Il guaio è che il 10, cioè venerdì prossimo, ci dovrebbe essere l’ennesima inaugurazione, alla presenza di Conte. Quindi è stata organizzata una nuova prova per martedì, sperando che questa volta la sabbia collabori. Dopo 32 anni di lavori, quasi sei miliardi di euro spesi, prime pietre posate a ripetizione, polemiche, inchieste, tentativi di insabbiarle (appunto), tangenti, arresti, condanne, la muraglia cinese sulla laguna ancora non funziona. Provaci ancora, Mose.