la Repubblica, 5 luglio 2020
La natura non è comoda
È l’uomo, non l’orso, che ha deciso di ripopolare di orsi le Alpi centrali. Spetta dunque all’uomo garantire la convivenza tra uomini e orsi, che come tutte le convivenze è passibile di momenti di attrito (pochi, e fino adesso mai gravi). Per questo la decisione delle autorità trentine di abbattere un’orsa che ha avuto modi bruschi contro due uomini che attraversavano il suo territorio appare, più che crudele o esagerata, pavida e incolta. Non è un atto di governo, è il suo contrario. È l’atto di paura di chi rinuncia a governare.
La potestà umana sulla natura è, da molti secoli, un’evidenza più che una scelta. Lo strapotere tecnologico della nostra specie la rende oggettivamente responsabile dello stato di salute del Pianeta. Antropocene vuol dire anche questo: siamo così smisuratamente potenti, e ingombranti, che ci tocca reggere le sorti del mondo, orso compreso. Come si dice al bar, hai voluto la bicicletta, pedala. Pretendere che le Alpi diventino i giardini pubblici della Pianura Padana è insensato. Quando vado nei boschi in Appennino so che devo stare attento ai cinghiali e ai lupi, chi cammina nelle montagne del Trentino sa che deve guardarsi dalle orse con i piccoli. Il rischio zero non esiste, la natura è ricca di meraviglie ma anche irta di insidie, ogni anno sulle Alpi muoiono molte decine di scalatori e sciatori ma nessuno ha mai pensato di denunciare le pareti di roccia, o le slavine, per omicidio volontario. L’uomo viziato dalle comodità sappia che la natura non è comoda. Altrimenti, se ne stia a casa.