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 2020  luglio 04 Sabato calendario

La terza vita della 500

Oggi è il 4 luglio e la 500 inizia la sua terza vita. Come negli anni 60, quando la piccola di casa Fiat diede inizio alla mobilità di massa esaltando il concetto di Dolce Vita e di spensieratezza, ora la Nuova 500 veicola positività e ripartenza dopo il lockdown da Covid-19. Ne diventa la bandiera e, allo stesso tempo, regala una nuova dimensione di mobilità urbana elettrica e sostenibile.
Non è una data casuale il 4 luglio. Sessantatrè anni fa, il 4 luglio 1957, si era nel pieno di un’estate torrida. A Torino si soffocava. A Mirafiori e sull’impero Fiat comandava Vittorio Valletta, il "professore", un duro capace di tenere a bada i sindacati, che aveva però capito che il futuro della Fiat poteva essere assicurato soltanto da una vettura che gli operai fossero stati in grado di acquistare. A Mirafiori era stata approntata un’apposita linea per la nuova vettura progettata in tempo record dall’ingegner Dante Giacosa. Prezzo: 420 mila lire, l’equivalente di tredici stipendi di un operaio e dieci di un impiegato. La presentazione ufficiale è allo Sporting Club di Torino con Valletta, Giovanni Agnelli, Gaudenzio Bono, 50 auto di colore grigio e, a bordo piscina, un gruppo di meccanici in tuta bianca. 
La Fiat 500 divenne subito l’auto più amata dagli italiani. Anzi, l’auto degli italiani, perché ha portato su e giù per la penisola un popolo intero, tra viaggi, amori e giri con gli amici.
È stata la prima auto della maggior parte degli automobilisti dell’epoca e dei due decenni seguenti. Sedili in finta pelle, comandi (pochi) manuali, niente condizionatori e finestrini elettrici, figuriamoci navigatori, smartphone e simili diavolerie. Il cambio non era sincronizzato, per poter cambiare le marce serviva la mitica "doppietta". Ma tant’è, bastava per far muovere una nazione intera, in tutte le fasce d’età. In meno di tre metri stipò i sogni degli italiani. Milioni di persone bruciarono notti e giorni a bordo di un’auto con due soli mozziconi di capienza nel posacenere e molto fumo in uscita dai tubi di scappamento. Con poco meno di 500 mila lire - anche in comode rate - potevi avere il tris del benessere consumistico che anticipava il boom: televisore, frigorifero e macchina. Una promessa di futuro, unita alla speranza di rinascita di un’intero popolo. L’Italia era in pieno boom economico e Torino stava diventando in maniera tumultuosa e caotica uno dei terminali dell’emigrazione dal Sud al Nord della Penisola. Con la produzione della 500 in due anni la Fiat passò da 300 mila a 425 mila vetture. La città nel 1961 superò il milione di abitanti. 
Il primo agosto 1975 la 500 uscì di produzione e sembrava destinata agli archivi dell’azienda. Tra il ‘57 e il ‘77 sono stati venduti 4 milioni di esemplari, 400 mila ancora circolanti. 
Il 4 luglio 2007 ci fu la rinascita, la seconda vita, sempre partendo da Torino. Ed è stato uno dei pochi tentativi ben riusciti di riproporre un modello storico in salsa moderna. Un’intuizione di Lapo Elkann, fratello di John, attuale presidente di Fca, sposata dal compianto Sergio Marchionne, che da qualche anno aveva preso le redini di una Fiat sull’orlo del baratro. Per il lancio una grande e spettacolare festa lungo il Po: con la nuova Cinquecento ripartiva la Fiat. La stessa che si sarebbe fusa con Chrysler e sarebbe tornata a competere nel mondo. La Cinquecento seconda vita è più grande della precedente, ma ne mutua l’impronta stilistica. Una vettura glamour, tecnologica, che riesce subito a far breccia nel cuore degli italiani e a conquistare anche i mercati esteri. La produzione, però, è affidata allo stabilimento Fca di Tychy, in Polonia. Negli ultimi 13 anni, la 500 è diventata un vero e proprio brand, "filiando" la Cabrio, la 500L e la 500X, ed è entrata al MoMA di New York.
Per la sua terza vita "elettrica" la Cinquecento torna a casa, a Torino, nello storico e rimodernato stabilimento di Mirafiori. Un segnale importante di conferma delle prorie radici e della volontà di scommettere sulla città dove Fiat è nata, culla di competenze e del migliore made in Italy. Una pietra miliare della nuova filosofia ecologica con cui il gruppo Fca è entrato a grande velocità nel futuro, accelerando sul fronte dell’elettrificazione e delle emissioni zero e colmando il gap nei confronti di chi ci aveva creduto prima. «Una novità epocale per un futuro migliore», ha enfatizzato il capo del brand, Olivier François. 
Svelata a Milano (prima del lockdown e dopo l’annullamento del Salone di Ginevra), la citycar elettrica fa oggi, data di compleanno di tutte le 500 della storia, un altro passo verso la conquista dei mercati. L’avventura continua.