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 2020  luglio 04 Sabato calendario

Elizabeth versus Elizabeth

Concludiamo il nostro viaggio tra le gialliste americane con i seguenti quattro libri: 
Kylie Brant Balla per me Sem 
Patricia Cornwell Quantum Mondadori 
Elizabeth von Arnim Vera Fazi 
Elizabeth H. Winthrop L’ultima notte di Willie Jones Solferino


Questi i risultati delle sei partite: Brant - Cornwell : 5 a 2 von Arnim - Winthrop : 5 a 11 Brant - von Arnim : 4 a 5 Cornwell - Winthrop : 0 a 5 Brant - Winthrop : 0 a 8 Cornwell - von Arnim : 0 a 15


Classifica (tra parentesi i voti ricevuti) Winthrop 6 (24) von Arnim 4 (25) Brant 2 (9) Cornwell 0 (2) 


ELIZABETH H. WINTHROP
È raro leggere giudizi tanto entusiasti: « Un libro meraviglioso » ( Anna Zuani), « Bella prosa, asciutta, perfetta » ( Santina Cottone), « Un pugno nello stomaco » (Sarah Mazzoleni), «Personaggi tratteggiati mirabilmente » (Tullio Veroni), «Scrittura che tocca le corde dell’anima » ( Giovanni Crisalli), « Un romanzo importante » (Davide Fent). Valeria De Angelis, 45 anni, romana, «essere umano in cammino», dopo aver speso l’aggettivo «splendido», dice di aver pianto, e questo con i romanzi non le capita spesso. Poi ricorda la regola, a suo dire qui applicata alla perfezione: « Raccontate ciò che vedete, non ciò che pensate». La storia è quella di Willie, afroamericano condannato alla sedia elettrica per uno stupro che non ha commesso. Tutto si svolge in un solo giorno, quello dell’esecuzione, cioè viene rispettata non solo l’unità di luogo e di azione, ma anche quella di tempo. Parlano i personaggi in qualche modo coinvolti nella tragedia, a cui la Winthrop intitola ognuno dei brevi capitoli. Sentiamo Alfredo Dani, 77 anni, professore di Diritto di navigazione a Genova, uno che si è stufato di García Márquez e di Montale: « Nulla di nuovo quanto all’ambiente, il sud feroce degli Stati Uniti dove i neri erano (e sono) negri, la giustizia è a due velocità, i vecchi si spengono dolcemente, i giovani no, un ragazzo muore in guerra lontano e il protagonista dovrà " friggere" sulla vecchia e mal gestita sedia elettrica. " Friggere" è verbo ricorrente, un richiamo costante alla sedia, che raggiunge il culmine con la scena della madre che frigge il pesce persico per l’ultima cena di Willie, destinato a morire per l’applicazione di una scarica elettrica " di intensità sufficiente". La madre pensa che le puzzeranno ancora i capelli di fritto quando tutto sarà finito. Il cibo greve e i suoi odori sono una costante del libro dove, invece, sono pochi i colori » . Diamo la parola anche a Paolo Assirelli, 68 anni, ginecologo, uno dei pochi non così convinto: « Il libro è scritto bene, però sembra una storia letta e riletta: il profondo sud degli Stati Uniti, i campi di cotone, il razzismo becero e violento, il ragazzo nero condannato ingiustamente, l’avvocato bianco con moglie e figlio già sinceramente democratici... Il tutto immerso tra i profumi della cucina cajun e i miasmi del bayou. Anche il linguaggio della Winthrop sa un pochino troppo di scuola di scrittura creativa, manco avesse fatto i corsi alla Holden con Baricco...».


ELIZABETH VON ARNIM
Romanzo vecchio di cent’anni, in cui la giovane fanciulla Lucy, distrutta dal dolore per la perdita dell’amato padre, viene circuita e manipolata dal maturo seduttore Wemyss, vedovo di moglie forse suicida. Costui la impalma e, a forza di piccole prepotenze quotidiane, la sottomette completamente. Senza che lei dica mai una parola in sua difesa. « Povera Lucy » (Antonio Benegiamo), «Quell’ochetta graziosa» (Laura Mori), « Vien quasi da scuoterla questa Lucy: ragazza svegliati! Non vedi che è pericoloso? Non vedi che ti sta manipolando?» (Giorgio Manfredi), «Quanto ho odiato Wemyss» (Edmondo Brandolin), «Ci si innervosisce francamente per l’insipienza della giovane» (Valeria De Angelis), «Ci si ritrova a voler quasi urlare per scuotere Lucy, per indurla a capire quello che le sta capitando » ( Marco Belati), « Odio a prima vista per Wemyss » ( Maria Teresa Bartalena). Belle reazioni di lettori appassionati, simili a quelli che all’Opera dei Pupi s’infervoravano per le malefatte di Gano. Siamo in zona Rebecca la prima moglie, come hanno ben intuito i lettori Enrico Tamburella e Velia Polito. O addirittura nel mondo del professor Raniero Cotti Borroni del film Viaggi di nozze di Verdone (Giovanni Battista Pili, Antonio Benegiamo). Marilena Ventramini, che finge di non avere 72 anni e studia perciò il kintsuji, sottolinea questo passaggio: «Straordinaria l’intuizione che lui possa non essere una persona affidabile perché, pur essendo in lutto, indossa pantaloni grigio chiaro».


KYLIE BRANT
Storia di Whitney Devries, giovane ragazza rapita a Saxon Falls, tranquilla cittadina dell’Ohio. Scrive, da Dublino, il lettore Giorgio Manfredi, 58 anni, esperto di Artificial Empathy e però anche appassionato di giochi da tavolo: «Se dovessi riassumere Balla per me di Kylie Brant in una battuta direi: " non mi è dispiaciuto leggerlo ma lo dimenticherò facilmente". È il libro dei non abbastanza: la trama non è abbastanza originale, la maggior parte dei personaggi non sono abbastanza caratterizzati, il finale non è abbastanza a sorpresa, le descrizioni non sono abbastanza evocative, etc.. Tutti questi non abbastanza sono però in equilibrio tra loro e concorrono ad un risultato gradevole, ma nulla di più. Forse l’autrice non ha avuto abbastanza coraggio». D’accordo Marilena Vendramini: « Niente di nuovo sul fronte occidentale, il tema è stato già trattato, al cinema e in letteratura ( ricordo un bellissimo libro Room, di Emma Donoghue, ragazza rapita, una stanza chiusa, un concetto distorto di famiglia da parte del carceriere) ed è comunque vero che tutte le storie sono già state raccontate. A questo punto conta la scrittura, la definizione dei personaggi, uno spunto originale, una buona traduzione. Qui manca un po’ tutto e c’è anche un eccessivo ricorso alla spiegazione, a tratti ridondante » . Francesca Cinà: «Un montaggio televisivo abbastanza prevedibile».


PATRICIA CORNWELL
Forse, raggiunto il successo, bisognerebbe smettere. «Che fatica» (Stefano Giorgio Acconci), «Trama vuota, incipit claudicante, flashback inadeguati, colpi di scena che non sono all’altezza neanche di una puntata del Tenente Colombo » ( Monica Boassa), « Un grande vorrei ma non posso, anche la trama, dietro la parvenza del thriller, arranca senza arrivare da nessuna parte » (Massimo Monteverdi), «Gialletto inutilmente (e artificiosamente) ansiogeno, con inutili digressioni secchioncelle sulla scienza » . Eccetera, fermiamo qui la cronaca del massacro. Quantum è la storia di due gemelle, una delle quali competente in tutto lo scibile umano. Si tratta di salvare da un complotto in corso sulla Terra due astronauti in orbita. La libraia di Fermo Giovanna Taffetani, 55 anni: « Quando arrivò Quantum in libreria ne avevo ordinate 3 copie, sono ancora lì, non le ha volute nessuno, i lettori della prima ora sono legati alla Scarpetta e se non ci fosse stato scritto Patricia Cornwell in cedola prenotazione sicuramente ne avrei presa una sola copia». C’è però il vantaggio di metter piede, grazie alla Cornwell, nelle misteriosissime stanze della Nato. Ma il prezzo da pagare si direbbe troppo alto. Romina Vicentin, veneta, 46 anni, coordinatrice di Pronto soccorso: «Dopo le prime 100 pagine, lette con fatica, non avevo ancora capito la storia». Cinzia Borghese, 58 anni, professoressa di lettere a Venezia: «Calli, la gemella protagonista di 28 anni, sa dove è vissuto E.A. Poe tra il 1828 e il 1830, in che anno è stata registrata per la prima volta una vecchia cisterna su una mappa (1834) o che un obice da 12 libbre è stato fabbricato nel 1862 dalla Tredgar Iron Works di Richmond. Ci ha già rivelato di avere una memoria prodigiosa ed ha finalmente ammesso di essere " ben al sopra della media". Insomma non è così facile identificarsi con un personaggio del genere e, forse per invidia, trovarla simpatica. Conclusione: Ho avuto la sensazione che la vicenda potesse essere narrata in metà pagine e con un finale più comprensibile».
I nomi e le scelte di tutti i giurati, con le loro motivazioni, si trovano sul mio blog ( http://torneoletterariodirobinson. blogautore.repubblica.it/).
Ricordo che ho cominciato a organizzare il grande torneo nazionale per scegliere il più bel libro di narrativa del 2019. Procedo facendomi aiutare dai circoli di lettori che, a centinaia, sono sparsi in tutta Italia. Chi fa parte di un circolo, o lo presiede, e vuole partecipare, mi scriva a torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com.
(mi ha aiutato Jessica D’Ercole)