la Repubblica, 4 luglio 2020
Via i nomi dei nazisti dai crateri della Luna
Chi si oppone all’abbattimento delle statue di personaggi che la storia ha dimostrato controversi si appella alla necessità di preservare la memoria. Ma ci sono monumenti che esattamente con la propria esistenza occultano memoria e verità. L’ultimo esempio di questa amnesia celebrativa non si trova in una piazza o in un viale alberato, ma sul lato oscuro della luna.
Si tratta di cinque crateri, i più grandi misurano 47 chilometri e mezzo circa, gli altri tre sono più piccoli. Portano il nome di due scienziati tedeschi, Philipp Lenard (ungherese di nascita) e Johannes Stark, premi Nobel per la Fisica rispettivamente nel 1905 e nel 1919. I quattro crateri Stark sono stati battezzati nel 1970, il quinto ha ricevuto il nome di Lenard nel 2005. Tutti per decisione del massimo organismo internazionale incaricato di decidere come vanno chiamati gli oggetti celesti, la International Astronomical Union: la Iau ha voluto omaggiare prima lo scienziato che ha studiato l’influenza dei campi elettrici sulla luce emessa dagli atomi (l’effetto Stark, appunto), e poi l’uomo che ha fatto ricerche fondamentali sui raggi catodici, di fatto contribuendo alle basi su cui poi saranno costruiti i televisori.
Peccato che in questo suggestivo applauso spaziale alla carriera la Iau non si sia ricordata che Stark e Lenard erano ferventi nazisti. Non passivi e rassegnati, come tanti altri loro colleghi, ma entusiasti cantori della scienza “ariana”. Lo racconta nei dettagli in un libro — Serving the Reich — Philip Ball, uno scrittore scientifico britannico: in un articolo del 1924 a quattro mani Lenard e Stark avevano celebrato i nazisti come «doni di Dio dai tempi antichi, quando le razze erano più pure, gli uomini più grandi e le menti meno deluse». Ball ricorda gli attacchi dei due scienziati contro Einstein e le loro pressioni per l’espulsione dei colleghi “non ariani”. Mario Krenn, un fisico quantistico di Toronto, ha letto il libro e ha deciso di scrivere all’Unione Astronomica internazionale. La quale si è immediatamente scusata. La decisione del 1970 – ha fatto sapere – era stata presa sulla base di documentazione che ometteva la militanza hitleriana (presente ai giorni nostri anche su Wikipedia). Quanto alle carte relative al “battesimo” del 2005 – riferisce lo stesso Ball in un articolo per Prospect — si troverebbero in un ufficio in Arizona al momento non raggiungibile causa coronavirus, quindi non è dato sapere se contengano riferimenti chiari al nazismo di Lenard.
Consultati dalla stampa internazionale, i responsabili del gruppo addetto alla nomenclatura planetaria nell’Unione astronomica hanno detto che i nomi dei due scienziati verranno cambiati entro la metà di questo mese. «Sono inappropriati», ha dichiarato la scienziata tedesca Rita Schulz, presidente del gruppo. Naturalmente si dovranno scegliere nuovi nomi, perché i crateri devono essere inequivocabilmente identificati in tutto il mondo. Ma stavolta – promettono dalla Iau – si faranno ricerche approfondite. Nel 2002 era stato cestinato il nome imbarazzante di un altro cratere: era intitolato ad Hans Eppinger, che a Dachau faceva esperimenti sui Rom dando loro da bere solo acqua salata.
Sul sito dell’Unione Astronomica oggi campeggia bene in vista un articolo che dichiara «solidarietà alle proteste nel mondo per respingere i comportamenti razzisti e discriminatori». Fa ben sperare per le prossime scelte.