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 2020  luglio 04 Sabato calendario

Biografia di Jean Castex

«Sono un sindaco del sud, del mondo rurale. E ho un solo valore: il servizio degli interessi generali e dello Stato prevale su tutte le altre considerazioni». Profilo basso, leggero accento occitano, poche parole. Nel suo primo appuntamento da premier – il passaggio di consegne dal predecessore Edouard Philippe – Jean Castex non ha cambiato di una virgola lo stile che l’ha accompagnato in 25 anni di politica. Cinque lustri vissuti sottotraccia, fino agli ultimi pirotecnici mesi che l’hanno catapultato dalla poltrona di primo cittadino di Prades – 6.715 abitanti nei Pirenei occidentali – alla guida del governo di Parigi.
Per molti francesi, fino a poco fa, era poco più di uno sconosciuto. Castex, 55 anni, sposato con una catalana, quattro figlie e studi all’Ena, non ha mai amato i riflettori. Politicamente ha una collocazione chiara: «Sono di destra ed è evidente», ha detto in una delle rare dichiarazioni pubbliche. Ha sostenuto la corsa presidenziale di François Fillon, è stato segretario generale all’Eliseo con Nicolas Sarkozy. Sempre dietro le quinte. Mezzo politico e mezzo tecnico, unica debolezza conosciuta: il tifo per la squadra di rugby Uav. «È uno strano cocktail di conoscenza della macchina dello stato e di sensibilità alle voci dei territori», dice di lui Valérie Pédresse, presidente dell’Île-de-France.
Macron l’ha scelto anche per questo, per cancellare l’immagine di una presidenza elitaria arroccata nella torre d’avorio dell’Eliseo. I suoi atout ? Conosce benissimo il mondo della sanità, visto che è stato capo di gabinetto del ministero nel 2006 con Xavier Bertrand («Castex ha grande intelligenza pratica», assicura lui). Ha fama di gran negoziatore, utile in vista della riapertura del dossier della riforma delle pensioni.
Il primo contatto con il macronismo risale al 2017, quando Phiippe gli affida la delega per gli avvenimenti sportivi, Olimpiadi di Parigi comprese, e la guida dell’Agenzia dello sport. Il suo nome spunta nel 2018 tra i candidati al ministero dell’Interno dopo l’addio di Gérard Collomb. Ma i francesi scoprono Castex quando in piena pandemia viene nominato “Monsieur Déconfinement”, l’uomo incaricato di pilotare il Paese fuori dal lockdown. «È una persona di un’efficienza eccezionale», lo presenta alle telecamere Philippe. Lui dimostra di meritarsi la fiducia. Macron inizia a tenerlo d’occhio. Ne apprezza l’umiltà e la riservatezza (non rilascia un’intervista durante tutto l’incarico) e quel profilo da gollista sociale che gli guadagna spazio verso il centro in vista della corsa all’Eliseo. E quando si tratta di sostituire Philippe, troppo popolare e ingombrante, lo incorona premier. Si è scelto un “signorsì”, dicono i critici. Uno sconosciuto che non è in grado di fargli ombra nell’ultima fase del mandato presidenziale. Rischia di aver fatto male i calcoli, come con Philippe. «Castex è tutto tranne che un cortigiano», butta lì Pédresse. I prossimi mesi diranno se è davvero così.